Tu sei qui: CronacaSmart working nella Pubblica amministrazione: cade l’obbligo del 50%. Brunetta: «Ritorno alla normalità»
Inserito da (redazionelda), venerdì 30 aprile 2021 09:25:03
«Avviamo un percorso di ritorno alla normalità, in piena sicurezza». Così il ministro della Pubblica amministrazione Renato Brunetta spiega la novità introdotta nel decreto Proroghe, approvato ieri dal Consiglio dei ministri, che cancella il riferimento all'obbligo del 50% di lavoro in smart working per i dipendenti pubblici. Ogni amministrazione pubblica potrà quindi decidere quanti dipendenti potranno lavorare in forma agile in base alle proprie specificità ed esigenze di sicurezza, «senza rigidità».
Ma, viene specificato, «a condizione che l'erogazione dei servizi rivolti a cittadini ed imprese avvenga con regolarità, continuità ed efficienza, nonché nel rigoroso rispetto dei tempi previsti dalla normativa vigente». L'organizzazione in totale flessibilità e autonomia e senza il vincolo di dover far lavorare da remoto un lavoratore su due potrà essere esercitata entro e non oltre il 31 dicembre 2021, in attesa della definizione dello smartworking nei contratti collettivi. Il tutto, spiega Brunetta, «concordato con il Comitato tecnico scientifico e compatibile con le esigenze del sistema dei trasporti».
Il ministro sottolinea di «far tesoro della sperimentazione indotta dalla pandemia e del prezioso lavoro svolto dalla ministra Fabiana Dadone», ma spiega anche che ora si può «introdurre da un lato la flessibilità coerente con la fase di riavvio delle attività commerciali che stiamo vivendo e dall'altro la piena autonomia organizzativa degli uffici».
Altra novità introdotta è l'abbassamento della quota di lavoro agile nei Pola, i piani organizzativi del lavoro agile che devono essere adottati dalle amministrazioni il 31 gennaio di ogni anno: si passa da una quota di almeno il 60% delle attività realizzabili da remoto - come stabilito dalla ex ministra Dadone - ad un più ridotto 15% come quota minima di lavoratori che potranno avvalersi dello smartworking. Un taglio inaspettato per i sindacati che hanno cominciato ieri il confronto con l'Aran per il rinnovo contrattuale, con il lavoro agile al centro della trattativa. «Sarebbe meglio - spiega la Fp Cgil - non mettere immediatamente un intralcio sul percorso appena avviato, altrimenti il ministro commette un autogol». Ma il ministero ribadisce: «Nessuna contraddizione tra le norme approvate sullo smartworking e il contratto collettivo».
Fonte: Il Vescovado
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