Una vera e propria fatalità l'incidente che il 27 maggio dello scorso anno provocò a Pucara, frazione di Tramonti, la morte di Aniello Di Pietro, lo sfortunato 58enne di Maiori involontariamente investito e schiacciato da un furgoncino in manovra su una strada privata. Quel maledetto pomeriggio Aniello si trovava, come spesso accadeva, presso la proprietà del suo amico fraterno, il vivaista Angelo Amato.

Proprio lui, per un brutto scherzo del destino, in fase di manovra col suo mezzo commerciale, in retromarcia investì il povero Aniello, schiacciandolo. Inizialmente le sue condizioni non apparvero gravi. Condotto a bordo di un'ambulanza del 118 presso il Presidio ospedaliero della Costa d'Amalfi era stato subito condotto in sala rianimazione. I medici, dopo aver attuate tutte la manovre e le cure necessarie per tenere in vita l'uomo, avevano riscontrato gravissimi danni ai polmoni e un'emorragia all'addome dovuta a lesioni degli organi.

Inseriti i tubi drenanti e somministrati abbondanti quantità di farmaci allo scopo di stabilizzarlo, lo sfortunato era stato poi trasferito in eliambulanza dal porto di Maiori al reparto di chirurgia d'urgenza dell'ospedale San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona dove è stato sottoposto a delicate operazioni. Il decesso dopo otto giorni. Inizialmente a finire sotto inchiesta furono anche i medici che lo avevano avuto in cura, sia a Castiglione che al "Ruggi", ma poi le consulenze tecniche hanno escluso responsabilità. Indagato, per omicidio colposo, soltanto il conducente del furgone per il quale il difensore Marco Senatore ha chiesto il patteggiamento. Ieri la ratifica del Giudice per le indagini preliminari Donatella Mancini, che ha accordato la sospensione della pena.