Tu sei qui: CronacaVendita immobili, il Tar ferma il Comune
Inserito da (admin), lunedì 1 dicembre 2003 00:00:00
Vendita di immobili da parte del Comune di Cava de'Tirreni: l'asta pubblica, indetta dalla Giunta comunale, è stata clamorosamente bloccata, per mancanza di "trasparenza", dal Tribunale amministrativo regionale. Accogliendo, infatti, il ricorso di un'inquilina, la II Sezione del Tar ha dato torto al sindaco, Alfredo Messina, ed al Settore economico-finaziario, sospendendo la gara, limitatamente però al solo caso denunziato dalla ricorrente. «Il ricorso - ha sentenziato il collegio giudicante - appare assistito da sufficienti elementi di fondatezza in relazione alla dedotta violazione dell'obbligo di comunicare l'avvio del procedimento, ex art. 7 legge 241/90, alla ricorrente (assegnataria dell'immobile posto in vendita). Al danno lamentato - conclude il tribunale - si può ovviare disponendo la sospensione della vendita del solo appartamento occupato dalla ricorrente». A chiedere l'intervento del Tar è stata Carmela Apicella, 75 anni, vedova del dipendente comunale Raffaele Iuliano, il quale nel 1968 aveva avuto in fitto l'appartamento di proprietà comunale sito al rione Filangieri, in via Castaldi (oggi via dello Scirè). Assistita dall'avvocato Antonio Bianchi, la vedova aveva impugnato il bando di vendita emesso dal responsabile del servizio, Nobile Montefusco, dopo che il Consiglio comunale il 29 novembre 2002 aveva deciso di dismettere il patrimonio immobiliare, destinando il ricavato alla realizzazione di opere pubbliche. Il ricorso aveva evidenziato varie presunte illegittimità, tra le quali la mancata osservanza, da parte di Palazzo di Città, della normativa sulla "trasparenza amministrativa", contenuta nell'ormai famosa legge 241, entrata in vigore più di 13 anni orsono, ma spesso violata da numerosi uffici pubblici. Tale normativa impone che l'Amministrazione debba comunicare all'interessato l'avvio del procedimento amministrativo per consentirgli la partecipazione. Se il Comune avesse ottemperato al predetto obbligo giuridico, Carmela Apicella avrebbe potuto evidenziare che la sua vecchia istanza per il riscatto dell'appartamento tenuto in fitto,, risalente al 1993 e firmata anche dai figli Antonio, Rosaria, Annamaria ed Alfonso Iuliano, era rimasta inspiegabilmente senza riscontro. Nella camera di consiglio del Tar sono intervenuti, oltre all'avvocato Antonio Bianchi, i rappresentanti dell'Ufficio Legale del Comune, gli avvocati Maurizio Avagliano, Giuliana Senatore e Marina Tosini.
Fonte: Il Portico
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