Tu sei qui: Cronaca"Zona rossa", giù la quinta casa
Inserito da (admin), giovedì 12 marzo 2009 00:00:00
Prevista questa mattina la demolizione del quinto edificio appartenente alla cosiddetta “zona rossa”, una delle aree del territorio metelliano maggiormente esposte ad un alto rischio idrogeologico.
Anche questa volta i proprietari dell’immobile, i coniugi Mercurio, nulla hanno potuto per evitare l’abbattimento. Inutili anche i tentativi di ritardare il provvedimento facendo ricorso al Tar della Campania. Dopo un anno la ruspa è di nuovo in azione per eseguire la programmata demolizione dell’abitazione, situata in località Contrapone, nella frazione di Passiano. L'abbattimento doveva essere già effettuato nel mese di aprile del 2008, quando altri 4 immobili abusivi furono abbattuti, due in danno ed altri due dagli stessi ex proprietari, in quanto situati in una zona ritenuta troppo pericolosa e per la quale non era prevedibile un eventuale condono edilizio.
La prima casa ad andare giù, di proprietà dell’imprenditore Pasquale Sorrentino, si trovava in località Novelluzza, a San Martino. Già in quel caso, nessun risultato ebbero le contestazioni e le resistenze di alcuni manifestanti, che dovettero arrendersi a suon di colpi delle ruspe. Un atto dovuto, secondo l’ex Assessore alla Sicurezza Alfonso Senatore.
Al fine di evitare scontri, questa mattina i mezzi meccanici sono stati scortati da Carabinieri, Polizia e Vigili Urbani. Il proprietario dell’immobile, Vincenzo Mercurio, è riuscito a rallentare il processo solo di qualche mese, ma, non appena terminato l’iter giudiziario delle sentenze pendenti dinanzi al TAR Campania, sezione di Salerno, il destino dell’immobile è stato il medesimo degli altri 4 che lo hanno preceduto.
Il Comune, come ha spiegato l’Assessore alla Qualità del Disegno urbano, Rossana Lamberti, ha atteso la conclusione degli iter giudiziari. Solo quando il TAR, conformemente alle precedenti decisioni, ha respinto l’istanza incidentale di sospensione del provvedimento impugnato di demolizione in danno, si è deciso di portare a termine quanto era stato deliberato. Il Comune si sarebbe anche impegnato a trovare una dimora temporanea, per circa una settimana, alla famiglia Mercurio, che attualmente occupava l’immobile. Sembra che gli amministratori comunali seduti tra i banchi dell’opposizione abbiano già fatto richiesta di un imminente Consiglio comunale monotematico per discutere della situazione alquanto complessa.
Con la demolizione odierna, comunque, non si chiude definitivamente il capitolo “abbattimenti in zona rossa”. La discussione sul tema s’infervora con il passare delle ore. Altri 10 sono gli immobili, già acquisiti al patrimonio del Comune, eretti in zone sottoposte a vincoli. Sembra si sia formato un gruppo bipartisan per preparare un ricorso al TAR contro la Soprintendenza di Salerno.
Un intenso dibattito tra le diverse forze politiche si è sviluppato in questi giorni dopo il parere negativo della Soprintendenza ai Beni Paesaggistici di Salerno alle pratiche degli immobili acquisiti al patrimonio comunale e per i quali il Consiglio comunale aveva deliberato, con voto unanime, la preminenza nel tutelare l’interesse pubblico residenziale. La proposta era di utilizzare i 10 immobili per ospitare attività di pubblica utilità.
Arriva da Vincenzo Lamberti, del Partito Liberi e Solidali, l’invito ad intraprendere tutte le azioni possibili per dare una soluzione sociale rispettosa della legalità. Antonio Barbuti, di Unione Popolare, ritiene invece opportuno approfondire la motivazione addotta dalla Soprintendenza, che afferma la superiorità del vincolo paesaggistico sull’interesse pubblico residenziale. Da qui la richiesta di convocare il Consiglio comunale, appoggiata dall’intera fazione di centrodestra e da alcuni rappresentanti del centrosinistra.
Molti consiglieri comunali, infine, si sono accordati per firmare il ricorso al TAR presentato dal Comitato “Casa Sicura” contro il parere della Soprintendenza di Salerno. Primo tra tutti il Presidente della Commissione Comunale Urbanistica, Antonio Palumbo. A lui si sono successivamente uniti anche Antonio Pisapia, Emilio Maddalo, Angelo Salsano ed Assia Landi. In particolar modo, Palumbo si è attivato per creare un tavolo di concertazione con il Ministero dell’Ambiente e con quello dei Beni Culturali per iniziare una revisione dei vincoli che possa trovare una rapida soluzione al problema degli immobili abusivi a Cava de’Tirreni.
Fonte: Il Portico
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