Tu sei qui: Economia e TurismoCampilongo processa la Cavese
Inserito da (admin), martedì 11 ottobre 2005 00:00:00
La prima sconfitta stagionale della Cavese apre di fatto un processo alla squadra. Non sommario, come le solite cassandre di turno vogliono da tempo, ma un'analisi a tutto campo di pregi e difetti di un gruppo che punta in alto. Ma che, se vuole essere leader, quei panni li deve vestire sempre. E non incappare in domeniche come quella vissuta a Santa Croce sull'Arno. Senza mordente, senza la solita grinta, con molti atleti con la testa nel pallone. Ed a lamentarsene è proprio il tecnico dei metelliani, Salvatore Campilongo: «E' stata la più brutta partita della stagione, non per il gioco, che a sprazzi è stato all'altezza della situazione, ma per l'impegno profuso dai miei. Pretendo sempre 11 leoni in partita. Domenica in molti, da questo punto di vista, mi hanno deluso». Sotto accusa il reparto difensivo, reo di aver permesso il tiro vincente al Cuoio Cappiano e qualche altra giocata pericolosa dei toscani. Campilongo non fa nomi esplicitamente, ma si capisce che nel mirino sono i 4 della linea Maginot, che fino al gol di Ceciarini erano stati capaci di mantenere immacolata la porta difesa da Mancinelli per 600 minuti. «Qualcuno si è convinto di essere insuperabile - tuona l'allenatore biancoblù - il calcio è fatto di sacrifici e di umiltà. Se ci si fa prendere dalla mania di grandezza, si può facilmente cadere nella polvere». Per Campilongo nessuno è inamovibile: «Anche se in questo momento nella rosa non ho a disposizione ricambi per i due centrali, voglio ricordare a chi gioca che bisogna essere sempre convinti di dover temere l'avversario, altrimenti si finisce per fare il suo gioco. Nel rispetto del mio carattere, pretendo dai ragazzi maggiore cattiveria agonistica. Altrimenti, diventeremo vulnerabili a qualsiasi attacco». Sotto stretta osservazione, dopo la sfida di Santa Croce, anche l'attacco. Gli exploit di Aquino e Di Bonito nelle precedenti partite cancellati di colpo dalla scialba prova del tridente in terra toscana. E lo spettro della torre centrale torna ad aleggiare sul cielo di Cava. «Lo sostengo dall'inizio della stagione - continua Sasà Campilongo - e lo ribadisco ora: il modulo è prolifico se le avversarie ci fanno giocare. Davanti a catenacci e difese arroccate, in certi momenti, sarebbe stato utile avere nell'organico un centravanti di statura superiore alla media, per gestire le fasi convulse di un finale di gara o i calci piazzati. Noi diamo qualche centimetro di troppo ai nostri avversari nel reparto avanzato. E questo ci penalizza nei momenti delicati di una gara». Il direttore sportivo metelliano, Nicola Dionisio è convinto, invece, che lo scivolone di Santa Croce sull'Arno sia stato solo un incidente di percorso e che la squadra si riprenderà subito con gli interessi quanto perso: «Una battuta d'arresto ci può stare. E' arrivata inaspettata, ma è arrivata. Ora starà ai ragazzi superare il piccolo trauma e guardare avanti con rinnovata fiducia nei propri, grandi mezzi».
Fonte: Il Portico
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