Tu sei qui: Economia e TurismoCavese, Castellucci difende Capasso
Inserito da (admin), martedì 21 ottobre 2003 00:00:00
Per Ezio Castellucci è stata la prima sconfitta da tecnico della Cavese. Il miracolo compiuto dai suoi a Melfi non si è ripetuto. La capolista Brindisi ha espugnato il "Lamberti", ma il ciociaro non fa drammi: «La squadra è in crescita, e lo ha dimostrato quando, nel secondo tempo, ha stretto nella propria metà campo gli uomini di Marchetti, giocando un buon calcio. Purtroppo, ci sono domeniche che nascono storte e muoiono storte. La nostra è stata una di queste». Contro la più forte formazione del girone non si è sfigurato, nonostante il tasso tecnico dei pugliesi sia una spanna al di sopra di tutti gli altri, grazie a moltissime individualità di spicco...«...che fanno la differenza. Francioso ed Adami - osserva l'allenatore metelliano - hanno dimostrato come, mettendosi in mostra solo una volta in tutta la partita, sono riusciti comunque a lasciare il loro marchio». Brindisi squadra esperta e stagionata, con una media-età che sfiora i 29 anni. Cavese più giovane nel suo insieme di quasi 3 anni. Una differenza che ha pesato sul match? «Più che l'inesperienza, ci portiamo dietro paure e tensioni che non capisco. Se di errori si può parlare, sono frutto non del singolo, ma del gruppo, che ancora non ha digerito, facendoli suoi, alcuni meccanismi automatici di posizione sul campo». Ezio Castellucci si riferisce all'ennesimo gol preso su palla inattiva. Da quel calcio di punizione scagliato da Pinciarelli dalle parti di Capasso è nata la deviazione vincente del falco Francioso. Ma quanta colpa c'è da parte della difesa aquilotta? Il tecnico metelliano difende a spada tratta il giovane portiere Capasso e la retroguardia: «Dobbiamo avere tutti un po' di pazienza. Capasso non ha particolari colpe, né sul gol di Francioso né su altri gol presi dalla squadra. Bisogna registrare tutti i reparti: questo, sì, è il problema della Cavese». Tanto lavoro ancora per Castellucci e compagni per creare una squadra compatta. «Siamo, però, sulla strada buona. Si vede che siamo ancora acerbi e spesso farraginosi nei collegamenti tra i reparti, ma questo è anche colpa del fatto che otto-undicesimi della squadra sono stati rinnovati quest'anno ed il collettivo ha bisogno di maturare».
Fonte: Il Portico
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