Tu sei qui: Economia e TurismoCavese, Maurizi accusa Casillo e Pavone
Inserito da Andrea De Caro (admin), giovedì 26 novembre 2009 00:00:00
E’ iniziata l’era Stringara in casa Cavese, ma l’ombra dell’ex Maurizi aleggia ancora sotto i portici metelliani. Il suo esonero, che era già stato “ipotizzato” fin dall’inizio della sua avventura in biancoblù, ha lasciato qualche strascico di troppo e, forse, anche qualche rimpianto. Di sicuro da parte del tecnico romano, che avrebbe voluto maggiore sostegno in alcune situazioni.
Mister Maurizi, a mente fredda, come sta? «Sono dispiaciuto e molto rammaricato per quanto accaduto. Purtroppo, non credo che questa avventura si sia conclusa per demeriti miei o perché i risultati non sono arrivati. E’ facile fossilizzarsi sui numeri e dire che la squadra ha il peggior attacco o altro. Però bisognerebbe anche dire che abbiamo la seconda miglior difesa di tutto il girone e questo è sicuramente un dato di fatto. Poi ci sta che a pagare sia sempre l’allenatore. Ma il mio esonero è dovuto ad altri motivi».
Quali errori si rimprovera? «Forse ho anche peccato d’ingenuità, poiché mi sono esposto maggiormente, mentre altri, che hanno sicuramente più esperienza di me, sono rimasti dietro le quinte ad aspettare l’evolversi della situazione senza muovere un dito. Posso soltanto dire che la verità non è uscita fuori e non sarò certo io a dirla tutta».
Però, qualche delucidazione in più ai tifosi potrebbe anche darla... «Ci tengo a precisare solo alcune cose. Ad esempio, mi è stato riferito che in una trasmissione qualcuno ha asserito che avrei sofferto troppo la pressione. Beh, dico subito che non è vero. Di pressioni la società non me ne ha mai fatte. L’unico che ci ha provato è stato Casillo, che voleva impormi la formazione o, ad esempio, non voleva che mandassi in campo Turienzo. Ma figuriamoci se io permettevo un’intrusione del genere nel mio lavoro. Così come non potevo farmi imporre dal ds Pavone i giocatori. Io avevo fatto delle richieste precise, ma non è arrivato nessuno di quelli indicati. Mi aveva proposto un difensore centrale (Gargiulo, ndr) dell’Eccellenza, che non ho voluto, o altri tipo Boemia. Ma con il ds, tra l’altro, non ho mai avuto modo di parlare. Poi riguardo al cambio di modulo, non è vero che ho deciso per la pressione della piazza, ma piuttosto per esigenze tecniche».
C’è qualcosa che non rifarebbe? «L’unico errore, grave, è stato quello di non dare le dimissioni dopo la partita con il Portogruaro, quando negli spogliatoi entrò un dirigente e disse che, se non me n’andavo via, Casillo avrebbe ritirato le sue quote societarie. Io, però, volli rimanere vicino alla squadra ed ai giocatori, ma è ovvio che quando un allenatore non è appoggiato da una parte della società, diventa tutto molto più difficile».
Fonte: Il Portico
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