Tu sei qui: Economia e TurismoCavese, secondo colpo pugliese
Inserito da (admin), lunedì 12 gennaio 2015 00:00:00
Dopo aver espugnato domenica scorsa lo stadio del Grottaglie, la Cavese è riuscita ieri a vincere anche sul difficile campo del Manfredonia. I padroni di casa, però, recriminano per l’espulsione di Gentile ed il conseguente calcio di rigore apparso alquanto dubbio, considerata la posizione del centrocampista pugliese rispetto a Palumbo al momento dell’episodio.
L’inizio di gara è della Cavese, che ha voglia e fretta di chiudere subito i conti. Fiore sbaglia il disimpegno e consegna la sfera all’attento De Stefano, che raccoglie, controlla, ma poi angola troppo il sinistro. Ancora qualche minuto ed ecco che De Rosa prova il destro, ma anche in questo caso la mira è sbagliata. È il preludio al gol degli ospiti, che arriva al 10’: proprio De Rosa su punizione dai 25 metri in posizione centrale piazza un gran destro all’incrocio. Tutto facile? Per qualche minuto ancora, sì. Poi, infatti, il tecnico del Manfredonia corre ai ripari e ridisegna l’assetto: Vergori torna a fare il centrale difensivo e Romito accentra leggermente il proprio raggio d’azione, mosse che rimettono in equilibrio tattico il match. Da quel momento, infatti, il Manfredonia inizia a giocare meglio, a guadagnare spazi e metri e, soprattutto, trova il modo per chiudere il tempo in parità con il tap-in vincente al 35’ di Molenda, bravo a seguire la direzione dell’assist di Rizzi.
Nella ripresa l’avvio è sostanzialmente identico a quanto visto nella prima frazione, tant’è che dopo una dozzina di minuti il solito De Rosa trova il modo di raddoppiare su rigore, ma non senza un po’ di incertezza del direttore di gara, costretto a consultare il secondo assistente, tra le tante proteste dei locali. Gara chiusa questa volta? Non proprio, perché il Manfredonia trova la forza per reagire e, pur in inferiorità numerica, costringe gli avversari sulla difensiva. Si arriva così al 28’: Rizzi crossa dal fondo, ma in area di rigore la sfera sbatte sul braccio largo di un difensore cavese e termina di nuovo in angolo. Romito calcia il corner ed il pallone finisce di nuovo sul braccio di Ausiello ed anche in questo caso l’arbitro sorvola tra le vibranti proteste. Al terzo tentativo Rizzi va giù in area e questa volta, con la stessa generosità accordata in precedenza alla Cavese, il signor Bitonti indica il dischetto, dal quale però Vergori non riesce a segnare. Dal possibile pareggio al terzo gol degli ospiti il passo è breve e ci pensa la premiata ditta De Rosa-Suriano, con quest’ultimo in rete all’80’. In pieno recupero arriva l’inutile gol di La Forgia, valido solo per la gioia del ragazzo.
Agovino: «Battuta una squadra forte»
A fine gara in sala stampa la platea è tutta per il direttore sportivo e l’allenatore della Cavese. «Ho visto una buona Cavese - ha commentato Daniele Flammia - che ha giocato bene nei minuti iniziali. Poi è venuto fuori il Manfredonia, una squadra importante, che in precedenza ha messo in riga avversari quotati, Fidelis Andria compresa. Probabilmente i nostri avversari sono stati penalizzati dall’uscita anticipata di De Vita per infortunio, ma ho anche visto un bellissimo gol di De Rosa. Poi vorrei sottolineare che, in occasione del gol del pari del Manfredonia, c’è stato un tocco di mano. Alla fine, comunque, va bene così, perché adesso stiamo ritrovando una certa tranquillità, tant’è che nelle ultime due trasferte abbiamo fatto il pieno. Il bel gioco a volte conta poco, servono i risultati».
Più o meno sulla stessa frequenza l’allenatore: «Il Manfredonia è una squadra importante - ha chiarito subito Massimo Agovino - e lo sapevamo sin dalla vigilia. Non a caso ha fermato squadre importanti ed un po’ di problemi li ha creati anche a noi. Per quasi mezz’ora del primo tempo non abbiamo avuto problemi, come pure la ripresa l’abbiamo iniziata bene, poi il Manfredonia ha tirato fuori il carattere. Un calo negli ultimi minuti? In questo momento mi interessano più i 6 punti conquistati nelle ultime due domeniche, non cerchiamo quindi il pelo nell’uovo».
Antonio Guerrare
Fonte: Il Portico
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