Tu sei qui: Economia e TurismoConcessioni balneari, Corte UE si è espressa: «Vanno messe a gara». Governo dovrà avviare mappatura spiagge
Inserito da (PNo Editorial Board), venerdì 21 aprile 2023 18:33:18
La Corte di giustizia europea ha espresso il suo verdetto sulle concessioni balneari, confermando l'obbligo di riassegnarle tramite gare pubbliche.
Il contenzioso è partito nel Comune di Ginosa che, come gran parte delle amministrazioni comunali, aveva esteso la validità delle concessioni fino al 2033 applicando la legge 145/2018.
La Corte Ue ha ribadito l'illegittimità dei rinnovi automatici con cui l'Italia ha gestito le assegnazioni delle concessioni demaniali marittime, affermando che la direttiva Bolkestein«si applica a tutte le concessioni di occupazione del demanio marittimo, a prescindere dal fatto che esse presentino un interesse transfrontaliero certo».
In pratica, le concessioni balneari, alla loro scadenza (prevista dalle norme italiane vigenti per il 31 dicembre 2023), vanno riassegnate obbligatoriamente tramite gare pubbliche.
Le concessioni assegnate prima del 2009 non verranno toccate, mentre per quelle dopo tale data saranno messe a bando solo se la risorsa disponibile è ritenuta scarsa.
C'è, infatti, una questione in cui il diritto dell'Unione consente un margine di "libertà" agli Stati membri: la scarsità delle risorse naturali e delle concessioni disponibili - si legge nella sentenza - può essere «valutata combinando un approccio generale astratto, a livello nazionale, e un approccio caso per caso, basato su un'analisi del territorio costiero del comune in questione».
Quindi, «gli Stati membri devono applicare una procedura di selezione fra i candidati potenziali qualora il numero di autorizzazioni disponibili per una determinata attività sia limitato per via della scarsità delle risorse naturali».
Dopo la sentenza di ieri il governo dovrà avviare subito la mappatura delle spiagge, anche perché la delega scade il 27 luglio, con un'istruttoria che dovrebbe coinvolgere l'Agenzia del Demanio e la Capitaneria.
«È necessario che i criteri adottati da uno Stato membro per valutare la scarsità delle risorse naturali utilizzabili si basino su parametri obiettivi, non discriminatori, trasparenti e proporzionati», specifica la Corte.
Fonte: Il Vescovado
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