Tu sei qui: Economia e TurismoGrande festa per Antonietta Di Martino
Inserito da (admin), martedì 4 settembre 2007 00:00:00
«Sarà una festa che la città non dimenticherà facilmente. Antonietta Di Martino merita questo tributo da parte dei suoi concittadini. Stiamo concordando con la nostra campionessa i tempi di questa festa di piazza», è raggiante il consigliere incaricato allo Sport del Comune metelliano, Pasquale Scarlino. La città di Cava si mobilita. C'è voglia di stringersi intorno alla sua figlia, che tanto lustro ha saputo dare alla città natale ed all'intera Italia sportiva. La medaglia d'argento ai Mondiali di Osaka deve essere festeggiata al massimo. Ieri frenetici contatti con i familiari di Antonietta, il cui ritorno a casa avverrà stanotte, causa l'ennesimo sciopero a singhiozzo del comparto aereo. Alla fine tutto rimandato a questa mattina. Incontro ufficioso e personale nel Palazzo di Città tra sindaco e campionessa, accompagnata dai suoi cari, mentre stasera quello più approfondito con il resto della Giunta e del Consiglio comunale.
La festa popolare, dopo aver sentito la Di Martino, dovrebbe svolgersi domenica. In due momenti. Il primo, nel pomeriggio, allo stadio "Simonetta Lamberti". Si approfitterà della gara interna della Cavese per chiamare in Tribuna d'onore proprio lei, l'eroina di Osaka. Sarà la prima grande occasione per gli sportivi cavesi di tributarle il grande, caloroso applauso, segno della riconoscenza della città per le sue imprese. Poi in serata, questa volta in Piazza Abbro, l'abbraccio di tutta la vallata, simbolicamente presente nel cuore della città per un gesto doveroso e sentito. Intanto, sindaco ed Amministrazione comunale hanno fatto realizzare un manifesto di ringraziamento sul quale campeggia Antonietta nell'atto di abbattere il muro dei 2 metri e 3 centimetri e con alcuni slogan inneggianti alla grande impresa. «Fortissima...sei l'orgoglio di Cava...Grazie Antonietta». Il manifesto sarà affisso su ogni cantonata della città per far leggere alla Di Martino, al suo ritorno a casa, la voglia di tutti i suoi concittadini di festeggiare con lei.
La vicecampionessa del mondo di salto in alto troverà all'uscita dell'autostrada di Cava un maxi-striscione che "Scarlino & co." hanno fatto realizzare in tutta fretta, sul quale troneggia il bentornato della città al suo nuovo idolo. «Antonietta non è solo la testimonial della campagna di promozione di un'azienda dolciaria - conclude Scarlino - ma la migliore madrina della nostra città, che attraverso i suoi simboli più sani e migliori vuole promuovere la propria immagine extra moenia». Intanto, anche la Provincia di Salerno si associa ai festeggiamenti. E, nell'attesa, il presidente Angelo Villani esprime il suo compiacimento alla campionessa. «Gentile Antonietta - le scrive in una lettera - desidero farle giungere i più sinceri complimenti per l'importante traguardo raggiunto. La medaglia d'argento vinta ai Mondiali, nel Salto in alto, rappresenta una conquista fatta di sacrifici e impegno. Una vittoria che riempie il cuore di gioia di tutti gli sportivi e tiene alto il nome del nostro territorio. A nome mio personale, grazie campionessa».
Il suo allenatore ci ha sempre creduto
Ai suoi salti ci ha sempre creduto. Specialmente quando Antonietta aveva deciso di mollare. Dedicandosi con lui a tirar su nuovi talenti. Ma Davide Sessa, il personal trainer dell'azzurra medagliata ad Osaka, non riusciva a capitarsi di quella scelta: «Aveva forza, voglia, tecnica ed una caviglia malandata che le faceva vedere tutto nero. Non c'è voluto molto a convincerla: la scelta di una giusta equipe medica, la ripresa degli allenamenti ed ecco spiegato l'argento». Detta così, come la racconta Sessa, a sua volta ex atleta del mezzofondo, sembra tutto facile. Ed invece, il ritorno in pedana dopo due anni di stop non è stato affatto semplice.
«Diciamo che forse c'era un po' di ruggine da raschiare - racconta soddisfatto l'allenatore di Antonietta - ma la stoffa e la base lasciavano presagire soltanto positività. Il passaggio successivo, quello che ha portato all'argento, è stato il superamento dei 2 metri. In quella occasione mi sono sbilanciato, dicendo che aveva nelle gambe e nella testa il record della Simeoni e la possibilità di andare a medaglia ai Mondiali». Facile profeta, Davide Sessa, che adesso guarda ad altri obiettivi. Quello a breve scadenza è il Grand Prix di fine settembre, dove si sfidano i migliori 8 atleti al mondo in ogni disciplina dell'atletica. Quello più a lunga gittata volge lo sguardo a Pechino, dove l'anno prossimo sono in calendario le Olimpiadi.
«Volevano fermarla, l'abbiamo messa in piedi»
Adesso tutti a prendersi meriti. Anche Giuseppe Fischetto, il responsabile sanitario della Fidal, che però omette un particolare di non poco conto: fosse dipeso da lui, Antonietta Di Martino ad Osaka nemmeno ci sarebbe andata. «Sì, è andata così - ammette con la solita schiettezza Vittorino Testa, il medico di fiducia dell'atleta di Cava - volevano fermarla 25 giorni per via di una diagnosi che convinceva loro, ma non me. Quando chiesi la risonanza non me la vollero dare ed Antonietta, che seguo da quando aveva 13 anni, si è fidata di me. L'abbiamo rimessa in sesto con una terapia appropriata e con un programma di allenamento specifico. I risultati sono l'argento ed una vittoria morale che non si quantifica. Questa storia dovrebbe insegnare qualcosa a noi medici: soprattutto l'umiltà. Chiedere un parere diverso, consultarsi con un collega, sono tutte cose che si fanno di norma. Non è grave sbagliare una diagnosi, può capitare a chiunque, anche se non dovrebbe. Ma non rivedere le proprie convinzioni è ancora più grave».
Ed ancora: «A quest'ora, invece di parlare dell'argento di Antonietta, staremmo curando un'atleta che necessitava solamente di guarire da una lesione ai flessori brevi delle dita del piede e niente altro. Nessuno ha voluto prendere in considerazione l'ipotesi di poter sbagliare. Meno male che Antonietta, facendo tutto di nascosto, ha tolto quel plantare che le avevano consigliato ed ascoltato una voce diversa da quella dell'ambito federale». Dove adesso Vittorino Testa è visto come un nemico dal quale guardarsi. Al punto che è pure scomparso dai titoli del sito ufficiale, pur avendo lavorato per anni alla Fidal. Poco male: il professionista angrese ha mezza medaglia d'argento al collo che divide con Antonietta.
Fonte: Il Portico
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