Tu sei qui: Economia e Turismo"Grazie grande campionessa"
Inserito da (admin), giovedì 4 giugno 2015 00:00:00
Antonietta Di Martino, dopo 25 anni della sua vita dedicati all’atletica leggera, ha deciso di chiudere la sua carriera, dandone l’annuncio - non senza un pizzico di emozione - durante la presentazione del Golden Gala “Pietro Mennea”, che prenderà il via oggi allo stadio “Olimpico” di Roma. Previsti pure un giro di pista ed un premio riservati alla Di Martino. «Ho dato l’addio alle gare ufficialmente perché ho capito che avrei avuto bisogno di tanto altro tempo per recuperare dall’ennesimo infortunio e tornare l’atleta che ero prima - esordisce la campionessa di Cava de’ Tirreni - C’è un tempo per ogni cosa e mi sono resa conto che il mio nell’atletica è finito. Spazio alle giovani».
Che sensazioni prova ora nel lasciare l’attività?
«Non sono riuscita a trattenere l’emozione in conferenza stampa. La voce si è fatta stridula e sono riuscita a dire poco rispetto a quello che avrei voluto, ma è stata una decisione consapevole, perché mi sono resa conto di non avere le motivazioni di prima. Avrei voluto rimettermi in gioco, tanto è vero che in inverno ho indossato nuovamente le scarpette chiodate per rientrare all’agonismo, però non è stato possibile. Sono serena e ringrazio Dio di non avere rimpianti. Ho realizzato il sogno della mia vita, indossando la maglia azzurra, ascoltando l’inno nazionale e vincendo tante medaglie. Ho dedicato tutto all’atletica leggera ed al salto in alto, non mi sono risparmiata ed ho fatto tutto con scrupolo e dedizione, senza inganni o compromessi. Sono riuscita a ritornare dopo gravi infortuni, grazie alla mia proverbiale testa dura ed al supporto di alcuni. L’atletica mi ha insegnato tanto e sicuramente mi ha reso più forte».
Quali sono stati il momento positivo e quello negativo della sua lunga carriera agonistica?
«Il ricordo più bello è legato ad una gara regionale fatta il 31 maggio 2005, dopo l’infortunio alla caviglia. Sono rientrata saltando 1.90 e mi sono resa conto che non era affatto finita e che, allenandomi con il consueto impegno, avrei potuto raggiungere ulteriori risultati importanti. Il momento più brutto è invece legato all’Olimpiade di Pechino, non tanto per il risultato sportivo, visto che ho chiuso in 10ª posizione, ma quanto per il fatto che mi sono accorta di aver sbagliato tutto, stimando delle persone che non lo meritavano».
Quando un campione lascia, designa un erede. Lei lo ha fatto?
«Ci sono tante atlete, vere e proprie promesse del salto in alto. Tra tutte dico senza dubbio Alessia Trost, poi le più giovani Furlani ed Elena Vallortigara, che si sta riprendendo dopo un infortunio. Insomma, il movimento è vivo e cresce, sono convinta che potranno ottenere traguardi prestigiosi».
Tempo di ringraziamenti: chi li merita?
«Meritano un grazie tutte le persone che sono state al mio fianco nei momenti difficili, ma anche quelle che sono state negative e cattive, perché mi hanno dato la benzina per andare avanti e senza di loro probabilmente non sarei arrivata dove sono arrivata».
Ora che farà Antonietta Di Martino?
«Lascio l’atletica in pedana, ma vorrei continuare a seguire delle atlete da allenatore e proseguirò la mia carriera in Guardia di Finanza. Si apre un’altra fase della mia vita e l’affronto con grande serenità e felice, sapendo che mi attenderanno altre batoste, ma con la piena consapevolezza di avere la forza per riprendermi e superarle».
Lascia da primatista italiana
Antonietta Di Martino, portacolori delle Fiamme Gialle, chiude una carriera costellata di successi, ma pure di infortuni. L’atleta di Cava de’ Tirreni detiene il primato italiano nel salto in alto sia all’aperto a 2.03 metri, sia indoor a 2.04. La Di Martino si è avvicinata alla “regina degli sport” a 12 anni con i Giochi della Gioventù, preferendo giavellotto e prove multiple, esordendo in azzurro con l’eptathlon alla Coppa Europa del 2000.
Ai tricolori assoluti di Catania nel 2001 risale il suo primo exploit nel salto in alto: personale da 1.93 a 1.98, centrando pure la finale Mondiale ad Edmonton. Nel 2003, dopo un salto indoor a 1.96, la periostite e l’operazione ad una caviglia la costringono ad un lungo stop. Nel 2006 la Di Martino ottiene il 5° posto ai Mondiali indoor di Mosca con 1.96. Il 13 febbraio 2007, al coperto, a Banska Bystrica, è la seconda azzurra di sempre dopo Sara Simeoni a superare i 2 metri e qualche mese dopo ottiene l’argento agli Europei di Birmingham. All’aperto prosegue il suo magic moment: vince al Memorial “Primo Nebiolo” di Torino con 2.02, quindi in Coppa Europa a Milano con 2.03, portando il differenziale tra la sua altezza e quanto saltato a +34. Inoltre, poche settimane più tardi conquista il secondo gradino del podio ai Mondiali di Osaka, alle spalle della croata Vlasic.
Partecipa alle Olimpiadi di Pechino 2008 e, nonostante non sia al top a causa dei postumi di un infortunio, accede alla finale. Nel 2009 vince i Giochi del Mediterraneo, interrompe il rapporto tecnico con Davide Sessa e sposa Massimiliano Di Matteo, che ne diventa allenatore e manager. Nel 2011 ottiene un altro record, portando l’asticella a 2,04 indoor ancora a Banska Bystrica (differenziale a +35). Sempre nel 2011 conquista il titolo europeo al coperto a Parigi e, in estate, ottiene il bronzo ai Mondiali di Daegu. Nel marzo 2012 ottiene l’argento ai Mondiali indoor di Istanbul (Turchia). Poi ad aprile, nel corso della preparazione a Tenerife, patisce un serio infortunio ad un ginocchio, la cui entità è inizialmente sottovalutata, che la costringe a saltare le Olimpiadi di Londra e, di fatto, mette fine alla sua carriera agonistica.
Donatella Ferrigno
Fonte: Il Portico
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