Tu sei qui: Economia e TurismoIl Napoli abbandonato dal pubblico
Inserito da Il Mattino (admin), lunedì 18 novembre 2002 00:00:00
Non bastano più nemmeno l'impeto e la voglia di vincere al nostro piccolo Napoli per dimostrare di esistere. Non serve cambiar faccia (tattica) ed atteggiamento (mentale e morale), attaccare, proporsi, lanciarsi contro il Lecce: è ancora troppo poco per tornare a galla da una classifica tanto impietosa quanto reale. Il Napoli, si dirà, ha però giocato (finalmente) e si è ben comportato in campo. Già, ma risolverà il problema? Cosa porterà di buono e di nuovo se non questo terz'ultimo posto, che segna la breve storia di una rifondazione ancora lontana da raggiungere? Sì, perché Napoli-Lecce significherà molte, tante cose, ma il dato crudele è uno: il posto che la squadra di Colomba occupa in serie B. Ed è questa la traccia di una deriva alla quale si tenta di mettere un argine. Perché il Napoli cammina nel suo anno difficile con un enorme carico d'errori. Viaggia accompagnato da un recente passato che non ha alibi. È schiacciato su stesso ed anche quando lancia segnali di miglioramento (di gioco e di buona volontà agonistica) viene da chiedersi: ma quando uscirà dal buio della crisi? Qui le risposte si allontanano, si fanno vaghe e risultano addirittura inopportune. Perché il Napoli adesso ha i contorni ed i tratti dello stadio dove gioca: il San Paolo, che più passano le domeniche più diventa un deserto di passioni. E non è solo la contestazione dei cosiddetti «organizzati» a pesare. No, incide l'assenza dei propri tifosi, il disamore che s'insinua fra il suo pubblico. Sono i settemila e dispari paganti (minimo storico della gestione Naldi) che forniscono il dato sul quale ragionare, riflettere. Dov'è finita la maggioranza abituata a soffrire con discrezione? Che fine ha fatto l'onda azzurra continua ed implacabile che con l'arrivo di Naldi aveva ripreso a frequentare il San Paolo? Si rivedranno ancora le decine di migliaia di tifosi accorsi, appena due mesi fa, per una partita di Coppa Italia con la Salernitana o per un'amichevole con la Lazio? È triste chiederselo, ma è ancora più triste ammettere che il Napoli oggi riesce ad offrire pochissimo alla sua gente. E, forse, per la già citata maggioranza silenziosa non è nemmeno più come l'orsetto di peluche: vecchio, scassato, con un occhietto in meno e la zampina tirata, ma nessuno è meglio di lui.
L'AMAREZZA DI COLOMBA
«Siamo stati penalizzati da un errore sul loro gol, dalle parate di Rossi e da qualche svista...»
«Il calcio è anche questo. Cerchi di vincere, meriti di vincere, ma per varie ragioni non ci riesci»: che vinca o che il risultato gli sia avverso, Colomba (nella foto) usa sempre lo stesso tono conciliante. Se la rabbia c'è, e deve esserci, la nasconde benissimo. Tanto bene che non gli va di contestare neanche l'arbitro: «Abbiamo pareggiato per tre motivi: un nostro errore sul loro gol, le grandi parate di Rossi e qualche svista...». Dell'arbitro? «Una svista e basta». Alla fine, i conti non tornano e Colomba è costretto a farli. La classifica diventa sempre più preoccupante. «È fisiologico che si commetta qualche errore. Sta di fatto che noi li paghiamo a carissimo prezzo. Non bastasse, mi preme ricordare che, in poco meno di due mesi, ho perso ben quattro calciatori dall'organico: Russo, Villa, Pavon ed ora anche Stellone. Si fa fatica a dover sopperire a tanto. Avevo parlato di anno di sofferenza, ma mi riferivo ad altro, a sofferenze di altro genere. Non abbiamo alternative e, quindi, andremo avanti così». Breve il commento sulla severa contestazione: «L'ho registrata. I nomi al femminile? La fantasia è bella. Io, comunque, ho visto una bella gara. Non è stato facile giocare in quel clima».
NUOVO CRAC PER STELLONE
Il capitano azzurro rischia uno stop di due mesi per la distorsione della spalla sinistra. Oggi la visita decisiva ai fini dell'operazione
«Distorsione della spalla sinistra»: è serio il rischio che il Napoli perda Roberto Stellone per due mesi. Oggi l'attaccante sarà visitato a Roma dal professor Mariani, che valuterà se operare il calciatore. In tale caso, il suo recupero non potrà avvenire prima di una sessantina di giorni. Nella migliore delle ipotesi, che, purtroppo, è anche la più remota (nel caso i legamenti della spalla dovessero essere interessati solo parzialmente), lo stop sarebbe di tre-quattro settimane. «Una maledetta sfortuna, la solita maledetta sfortuna. Spero, comunque, di non dovermi operare. Non ne posso più...», è il drammatico commento di Stellone (nella foto), che ha già subito ben cinque operazioni nella sua carriera. Comunque vada, il bomber azzurro sarà costretto a fermarsi e sarà una perdita ben più grave del pareggio, certo compromettente per la classifica. «È stato bravissimo lo staff sanitario - ha detto Stellone - a ridurmi subito, in campo, la lussazione della spalla, ma dopo poco la spalla è fuoriuscita nuovamente. Un bel problemino. Mi auguro che il professor Mariani mi dia una buona notizia o, almeno, una notizia meno drammatica». Facile immaginare, in un Napoli già con tanti limiti, quanto possa essere importante la presenza del capitano. Non bastasse, bisogna valutare anche le condizioni di Saber, che ha riportato pure lui una distorsione della spalla, la destra. Il marocchino è stato convocato dalla sua Nazionale per disputare, mercoledì, un'amichevole a Rabat contro il Mali. «È un momentaccio. Contro il Lecce - osserva Stellone - avremmo meritato di vincere. Avremmo in tal modo risalito la classifica e saremmo andati a giocare a Salerno con maggiore tranquillità. I problemi ci stanno, è inutile discuterlo, ma non ci viene niente bene». È vero, il Napoli società ha i suoi problemi; Colomba sbaglia alcune scelte; la squadra ha limiti ben definiti. Ciò non toglie che, se ci sono rigori a favore del Napoli, gli arbitri debbano fischiarli. Sinora, il credito è evidente. «Dionigi ha detto di essere stato strattonato, di essersi divincolato, ma di essere stato strattonato una seconda volta. Il tutto, in area, per due volte. L'arbitro non ha fischiato il rigore. Che dire? Cosa fare? L'unica cosa è rimboccarsi le maniche e continuare a lavorare». Senza Stellone e con la contestazione dei tifosi...«Mi auguro di mancare per poco tempo. Quanto alla tifoseria, speriamo che al più presto possa cambiare atteggiamento. Quello attuale di certo non ci aiuta».
Fonte: Il Portico
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