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Il Sud paga più tasse a fronte di meno servizi, nei dati del dossier Eurispes la disparità col Nord

Il rapporto punta il dito sulla Commissione Bicamerale per l’Attuazione del Federalismo Fiscale, accusata di negare un’interminabile serie di servizi e diritti civili fondamentali ai cittadini del Sud Italia

Inserito da (Maria Abate), martedì 11 agosto 2020 09:03:12

I cittadini residenti nel Mezzogiorno pagano più tasse rispetto ai loro connazionali del Centro-Nord, a fronte di meno servizi. Questo è il dato che emerge dall'ultimo dossier di Eurispes (Istituto di Studi Politici Economici e Sociali) sulla condizione del Meridione e sulle politiche economiche adottate negli ultimi anni dallo Stato.

In base ai dati del Ministero delle Finanze, l'ammontare complessivo dell'Irpef, della Tasi, del bollo auto, della Tari (tassa sui rifiuti) e le addizionali comunali e regionali all'Irpef obbliga una famiglia media di Salerno a pagare 7.648 euro l'anno. In tutta Italia, a pagare di più sono Napoli (7.658 euro) e Reggio Calabria (7.684 euro). Mentre a pagare di meno sono le famiglie di Udine (6.901 euro).

«Riguardo alle ragioni di tali sproporzioni - spiega l'Ente di ricerca -, esse risiedono nei più bassi quantitativi di spesa pubblica che lo Stato concede al Sud, rispetto a quelli che elargisce al Nord. Infatti, tale spesa pubblica negatagli dal governo centrale, in modo ininterrotto, sistematico e illegale (vedi Eurispes 2020-32° Rapporto Italia, pp. 723-752), induce gli Enti locali del Mezzogiorno ad aumentare le imposte ai propri cittadini, riuscendo però a soddisfare solo una piccolissima parte del bisogno di servizi a essi necessario. Così, i meridionali, oltre a godere di servizi e benefici di pessima qualità, e pur avendo in media già redditi decisamente più bassi rispetto ai loro concittadini del Nord, si ritrovano a dover pagare tasse molto più onerose rispetto a questi ultimi».

Quanto alla spesa pubblica, dai dati ufficiali del Sistema dei Conti Pubblici Territoriali, si spendono 15.062 euro pro capite al Centro-Nord e 12.040 euro pro capite al Mezzogiorno. In altre parole, ciascun cittadino meridionale riceve in media 3.022 euro in meno rispetto a un suo connazionale del Centro-Nord.

Il rapporto punta il dito sulla Commissione Bicamerale per l'Attuazione del Federalismo Fiscale, accusata di negare un'interminabile serie di servizi e diritti civili fondamentali ai cittadini del Sud Italia. La Commissione, si legge nel rapporto, «intendendo appurare l'entità del presunto immane flusso di denaro giungente al Mezzogiorno dal Nord (e alimentante gli sprechi del Meridione, secondo quanto diffusamente creduto), si è resa conto dell'esistenza di una situazione diametralmente opposta a quella che riteneva vi sussistesse. Tuttavia, ciò appurato, anziché adoperarsi ‒ secondo quanto previsto dallo stesso federalismo ‒ nel garantire un livello minimo di risorse essenziali (LEP) in tutt'Italia (come base di partenza equa dalla quale dare inizio allo sviluppo in maggiore autonomia delle differenti realtà del Paese), la Commissione ha stabilito invece i fabbisogni e ha costruito il criterio del finanziamento ai Comuni italiani sulla base della loro spesa storica, cioè attribuendo somme pari a quelle da essi sempre ricevute (al Sud molto inferiori a quelle del Nord)».

«A rendere poi la cosa ancor più grave v'è il fatto che i criteri iniqui di assegnazione della spesa adottati dalla Commissione Bicamerale per l'Attuazione del Federalismo Fiscale sono stati decisi e attuati nonostante un'altra incredibile scoperta fatta dalla Commissione stessa; e cioè che l'efficienza nello spendere il denaro pubblico al Sud è la stessa che al Nord. Infatti, tramite elaborazioni della Sose (società del Ministero dell'Economia e della Banca d'Italia), la Commissione ha determinato i valori medi d'efficienza di gestione della spesa per ogni singola Regione a statuto ordinario [...] con Calabria e Puglia efficienti nello spendere il denaro pubblico quanto Piemonte, Lombardia e Veneto», si legge infine nel rapporto.

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Fonte: Positano Notizie

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