Tu sei qui: Economia e TurismoL'apoteosi della Cavese
Inserito da (admin), lunedì 12 maggio 2003 00:00:00
La festa di Antonacci è quella della Cavese, di Cava, della città. Allo stadio erano quasi in 10mila. Si respirava l'aria dei giorni importanti. Sono tornati in mente i momenti magici della serie B di Santin, quelli della vittoria con il Milan a San Siro. I tifosi vecchi e giovani si sono dati appuntamento al "Lamberti". C'è la piccola Marika con la maglia di Nedved: per lei doppia festa, prima la Juve e poi la Cavese. C'è Mariolino che si accontenta di qualcosa di meno, ma che per lui ha un valore infinitamente più grande: la maglia di Mangiapane, che ieri ha segnato un "eurogol" contro il Vittoria. Per l'occasione, sono tornati allo stadio Egidio Virno, che ora sogna la C1, e Valeria Castiello, che vuole vedere da vicino il suo eroe, il portiere dei record, Stefano Ambrosi. Allo stadio i cavesi ci sono andati non solo per vedere Biagio Antonacci, ma per abbracciare la squadra, tornata in C2 dopo l'anno d'inferno tra i dilettanti. In Tribuna Vip ci sono tutti. C'è l'Arcivescovo di Amalfi-Cava, Mons. Orazio Soricelli, che prima della partita fa anche una puntata sul campo; c'è il sindaco Alfredo Messina, che nel suo intervento elogia la gente di Cava; ci sono assessori, consiglieri comunali e l'ex calciatore Pidone. Tutti quanti si lasciano trasportare dalla "ola". I tifosi salutano con un applauso anche la notizia del ritorno in B dell'Avellino. Una doppia festa, perché con gli irpini c'è da anni un gemellaggio. Tanti striscioni, tra cui un "Grazie Della Monica, adesso regalaci la C1". Le note di "We Are the Champions" ad aprire la festa. La Tribuna è piena di nastri biancazzurri, nei Distinti ci sono palloncini e bandiere, la Curva è un unico colore biancoblù. In campo viene consegnata una targa ad Ambrosi, il portiere meno battuto dalla A alla D, che a giorni sarà premiato nientemeno che da Tacconi, ma che ha voluto dividere i meriti con i compagni e con il tecnico in seconda Rovani. Campione nello sport e nella vita, Ambrosi fa parte di un'associazione di volontariato: è impegnato da barelliere. Abbraccia uno ad uno i ragazzi diversamente abili. Gesto che ripete Biagio Antonacci, il protagonista più atteso, che gioca gli ultimi 35 minuti, poi tira fuori una maglietta con un enorme cuore e la dedica a Cava e va ad abbracciare i tifosi della Curva. In campo c'è il presente, ma anche il futuro. Gli Sbandieratori "Città Regia" accompagnano l'ingresso dei "Giovanissimi", che hanno raggiunto la semifinale regionale. In Curva, settore disertato a lungo da un gruppo ultrà, uno striscione che testimonia il riavvicinamento. C'è scritto: "Non ci sono parole per la nostra riconoscenza, grazie ragazzi". La Cavese segna un solo gol, poi subisce il pareggio. Antonacci il gol lo sfiora soltanto. Ma va bene così. La Cavese è tornata di nuovo tra i professionisti.
IL FUTURO AQUILOTTO
«Anche l'anno prossimo faremo la nostra bella figura»: il presidente Della Monica è già proiettato al campionato di C2. Mister Somma vicino alla riconferma
Festa grande anche nel retrostadio. Spogliatoi presidiati dalle Forze dell'ordine per evitare l'ingresso di un fiume di tifosi. L'euforia è contagiosa. La città di Cava si è stretta intorno ai suoi beniamini, partecipando in massa all'evento e testimoniando, così, un feeling ritrovato con la sua squadra e con la società. Un segnale che galvanizza il presidente Antonio Della Monica: «Sono soddisfatto di quello che siamo riusciti a fare, anche perché la presenza di tanti concittadini, di intere famiglie, è il premio più bello per i sacrifici fatti e per i bocconi amari mandati giù in passato. La Cavese è di tutta la città, non è solo mia. Ora, però, chiuso un bel capitolo della sua storia, dobbiamo essere capaci di aprirne subito un altro altrettanto bello. Io dico che l'anno prossimo ci saremo anche noi e faremo la nostra brava figura. Nei prossimi giorni faremo in società il punto della situazione per il futuro». Ci sarà ancora Mario Somma? «Ci sono tutte le intenzioni per continuare quest'avventura insieme. Dipenderà da lui. Mi hanno dato del pazzo quando l'ho chiamato alla guida della squadra, ma non me ne sono curato, perché ci ho sempre creduto. Perché, dunque, rompere un bel giocattolo?». Parole di circostanza, queste? Resta l'interrogativo sulla direzione tecnica della prossima campagna acquisti in chiave C2. «Una certezza c'è: tutto il futuro passerà attraverso la mia persona. Non per manie di protagonismo, si intende, ma perché, se ci saranno sbagli, saprò di averli fatti io e sarò pronto a pagare di persona». Mister Somma per ora ringrazia la squadra ed i tifosi, che a suo giudizio sono stati i veri artefici del trionfo.
Fonte: Il Portico
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