Tu sei qui: Economia e TurismoLa Cavese cala il poker
Inserito da (admin), lunedì 13 ottobre 2014 00:00:00
Era fondamentale vincere per la Cavese, ma contro la Gelbison vista ieri al “Lamberti” è stato più faticoso del previsto. I metelliani sono stati bravi a migliorarsi nella ripresa dopo un primo tempo giocato in maniera arruffona ed approssimativa, mentre la squadra di Logarzo è stata abile per larghi tratti di gara a restringere gli spazi, costringendo i padroni di casa a banali errori di misura banali. Nella prima frazione ha fatto più notizia il ritardato ingresso allo stadio di oltre 1.500 tifosi della Cavese: il messaggio di civile protesta lanciato dagli ultrà locali contro i divieti di trasferta imposti ripetutamente ai sostenitori metelliani è stato recepito quasi da tutti e per 5 minuti molta gente è rimasta fuori dallo stadio.
La prima palla gol è capitata sul destro di Marzullo, che ha chiamato alla respinta Peschechera dopo un cross di De Stefano. Poche le azioni imbastite della Cavese, perché la Gelbison ha piazzato una barriera cui partecipavano anche gli attaccanti, ma proprio Carmine De Stefano, novità di giornata, è riuscito a sbloccare il match al 13’: lancio di De Rosa, fìnta di Marzullo e pallonetto vincente dell’ex attaccante del Chieti. La Cavese avrebbe potuto anche segnare il raddoppio prima con Palumbo e pochi minuti dopo con De Rosa, ma gli ospiti sono poi arrivati al pareggio: scambio Iorio-Varriale, palla all’attaccante, che ha segnato senza però esultare.
Nella ripresa Belotti ha proposto subito Rinaldi in mediana al posto di De Stefano e la manovra della Cavese è stata più ordinata, anche se De Rosa ha tentato senza successo alcuni cross che non hanno trovato alcun pronto a raccogliere l’invito. Al 10’ Ausiello è andato alla conclusione mandando a fondocampo, poi Marzullo non ha trovato la porta, quindi, in una delle poche volte in cui la Gelbison ha messo il naso fuori dalla propria metà campo, Varriale ha provato di testa, trovando però il compagno d’attacco Sorrentino in posizione irregolare. Alla mezz’ora Ausiello ha colto il palo in un’azione che meritava il gol, ma subito dopo è arrivata la rete del 2-1. Al 32’ Tricarico si è trovato a respingere il pallone col braccio su un cross di De Rosa e per l’arbitro Gentile si è trattato di calcio di rigore. La successiva trasformazione è stata proprio di Claudio De Rosa. Nel finale il capitano si è preso letteralmente la scena, andando a realizzare al 43’ un altro rigore, concesso per fallo di Gala su Palumbo, e poi segnando in volata all’ultimo minuto di recupero il gol del definitivo 4-1. La Cavese è ora a 8 punti in classifica, 3 in più del Monopoli e del Brindisi, con grande rammarico per la penalizzazione: sul campo i punti degli aquilotti sarebbero infatti 13, solo 2 in meno della capolista Gallipoli.
Belotti accusa i dirigenti avversari
Il direttore tecnico della Cavese, Vittorio Belotti, che sostituiva in panchina lo squalificato Agovino, a fine gara è stato espulso dall’arbitro per proteste. È lui stesso in sala stampa a chiarire l’episodio, confessando le sue motivazioni speciali per la partita di ieri. «Alcuni dirigenti della Gelbison - ha esordito Belotti - mi hanno apostrofato in malo modo come “ubriacone” e “drogato”, ma io non bevo e non fumo. Non si possono dire certe cose, perché sono quasi da denuncia. Io dovevo andare alla Gelbison in estate, ma due dirigenti prima del mio arrivo a Vallo hanno detto “non vogliamo ubriaconi e drogati”, riferendosi al sottoscritto. Per questo ci tenevo a fare risultato contro di loro. Se anche Tricarico mi dice quello che mi ha detto, io devo rispondergli come gli ho risposto».
Sulla gara Belotti è altrettanto deciso: «Nel primo tempo eravamo lenti, pigri, forse a causa del lavoro settimanale che è stato pesante. Nel secondo tempo si è vista un’altra squadra, che faceva circolare palla in modo veloce. Per me i due rigori c’erano. Anche il passaggio ad un centrocampo a tre ha influito, perché abbiamo trovato subito equilibrio: è questo il nostro modo di giocare, altrimenti costringiamo i due centrocampisti a fare chilometri. La partita è stata vinta sul piano fìsico, perché avevamo detto ai giocatori che in casa la Gelbison gioca su un campo che non ha né ampiezza né profondità, quindi immaginavamo che i nostri avversari si sarebbero spenti dopo aver speso molto».
Orlando Savarese
Fonte: Il Portico
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