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Napoli, 180 miliardi di ragioni per temere

Inserito da Il Mattino (admin), mercoledì 5 dicembre 2001 00:00:00

Centottanta miliardi, milione più milione meno: ammonterebbe a questa paurosa cifra il totale della colonna dei debiti nel bilancio straordinario del club azzurro, redatto prima della richiesta di ricapitalizzazione. Centottanta miliardi, che sicuramente non possono essere bilanciati dalla colonna delle entrate e che potrebbero condurre il Napoli sull'orlo del baratro, anzi dentro il baratro. Per adesso, nelle mani dei pubblici ministeri sono i documenti contabili aggiornati al 30 giugno. Quel bilancio sembrava «tranquillo», non mostrava i gravissimi problemi, che sono esplosi, invece, nell'estate delle tensioni e del dissidio fra soci. Il racconto di quei guai è contenuto nei successivi incartamenti, quelli che a breve potrebbero essere richiesti dalla Procura. Napoli sull'orlo del baratro e soci che ancora non trovano una via d'uscita. Corbelli ha affidato incartamenti e contratti nelle mani dell'avvocato Guardamagna, per Ferlaino quelle carte le legge l'avvocato Franchini: saranno i due legali a parlarsi per conto dei rispettivi soci ed a cercare, se possibile, una soluzione alla diatriba in corso sulla cessione delle quote azionarie della società. Ed a proposito di azioni, ieri c'è stato il primo sussulto degli azionisti di minoranza del club, che in più di ottanta rappresentano appena il 6,3% del club. C'è il tentativo di mettere insieme quanti più soci possibile per portare davanti alla magistratura una richiesta di amministrazione giudiziaria. Servirebbe a tutelare le azioni del Napoli, che non appartengono a Corbelli né a Ferlaino, ma che rappresentano comunque un capitale per chi le possiede. Per far scattare la richiesta, però, è necessaria una percentuale minima di azioni e raggiungere il «quorum» è impresa difficile. Anche nel gruppo di minoranza esistono corbelliani e ferlainiani, sicché il raggiungimento di un accordo appare difficile. Tutto in alto mare, insomma. L'unica nota positiva della giornata di ieri riguarda una delle due immobiliari che i due soci dividono nei loro affari. Si tratta della Vasto, che ha usufruito di un versamento di circa tre miliardi, servito a tamponare le più immediate emergenze economiche. E, soprattutto, a scongiurare la possibilità di una richiesta di fallimento che i debitori avrebbero potuto far scattare. All'operazione di «salvataggio» avrebbe provveduto una società che fa capo a Cimatti, amico di sempre di Giorgio Corbelli. In attesa di sviluppi sul fronte dell'indagine della Procura, intanto, trapelano le prime ipotesi di accordo che potrebbero sciogliere il nodo-Napoli. La necessità di proseguire sulla strada della cessione del Napoli potrebbe consentire un disgelo sancito da nuovi patti, che prevederebbero una ridiscussione dell'accordo calcistico che comprenderebbe anche una soluzione differente degli accordi sulle immobiliari.

Ferlaino-Corbelli: rissa in tv

La guerra tra Ferlaino (nella foto al centro) e Corbelli continua anche in tv. Intervenendo telefonicamente allo speciale trasmesso ieri sera da Telelibera, presidente e amministratore del Napoli hanno ribadito con toni decisi le loro posizioni. Corbelli ha detto che il passaggio delle azioni non è avvenuto perché il suo socio «artatamente» non lo ha consentito. Ferlaino ha spiegato che l'imprenditore bresciano non ha rispettato i patti. «Avevo ridotto a 75 miliardi - ha detto Ferlaino - la richiesta per cedere le mie quote, concedendo anche una lunga dilazione, con l'unico punto fermo di una ricapitalizzazione di 30 miliardi, che non è stata fatta alla data concordata».

De Canio: «Rinforzi? Solo cessioni, temo»

De Canio non è un sognatore. Non lo è mai stato. Come uomo e come allenatore ha sempre badato alla sana realtà, poco alle fatue chiacchiere. Essere e non apparire, lavoro e non vuote promesse, fatti e non inutili parole, che servono per affascinare solo gli allocchi ed i servi sciocchi o interessati. Per questo motivo, De Canio non appare sorpreso più di tanto quando gli chiediamo se è preoccupato per quanto sta avvenendo in società. In una società dove si fa fatica a gestire l'ordinaria amministrazione, a pagare i fornitori, ad onorare gli stipendi dei dipendenti. In una società ai confini del collasso, in una società dove il litigio è diventato una linea di condotta (anche tra esponenti dello stesso clan!), in una società che, in tempi brevi, potrebbe ritrovarsi con un amministratore giudiziario che, logicamente, non baderebbe agli aspetti sportivi, ma soltanto a tranquillizzare i tanti creditori: come è possibile raggranellare soldi per far fronte ai tantissimi debiti, Irpef in primis? Vendere calciatori? Si vendano i calciatori! De Canio, avvertite l'assenza del presidente Corbelli? Da tre partite non segue più la squadra. «Mi sono riproposto e ho chiesto alla squadra di adeguarsi, di non parlare più della questione societaria. Ogni nostra frase potrebbe essere strumentalizzata. Dobbiamo rimanere estranei a questa vicenda. Riguarda i due soci e la città di Napoli». D'accordo, ma come allenatore non è preoccupato? A gennaio, invece dei rinforzi, potrebbero esserci cessioni per non fallire. «Io ho messo tutto in preventivo. L'ho fatto sin dal ritiro a Brusson, quando Corbelli mi disse che non c'erano soldi. Sapevo che avrebbero potuto vendere qualche calciatore più rappresentativo. Quindi, non mi meraviglierei. Tutti conoscono il mio pensiero in proposito, come è ben nota la situazione della società. Io non mi sono mai lamentato, ho solo esposto la verità di quanto avveniva, anche se c'è stato chi ha voluto equivocare. La situazione, invece, è lampante, è sotto gli occhi di tutti. Ogni ulteriore commento è inutile». Qualche risultato utile potrebbe aiutare la società? «Non lo so...». Attimi interminabili di silenzio. Come, «non lo so?». Possibile? «Possono creare equivoci, far guardare tutto con occhi diversi». Nel senso?

«Nel senso che si vedono le cose da un punto di vista diverso. Non con una visione globale del problema. Si possono dimenticare i problemi iniziali. Si può guardare al presente dimenticando come siamo partiti e come siamo arrivati al presente, a... quel punto». Il Napoli è a meno 7 dalla zona-A. «Il Napoli ha un volto, ha un'anima, ma deve avere più continuità. Di gioco e di risultati. per dare sostanza ai nostri sogni. L'importante è far tesoro degli errori ed avere l'umiltà di correggersi».

Fonte: Il Portico

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