Tu sei qui: Economia e TurismoNapoli, domani appuntamento chiave
Inserito da Il Mattino (admin), giovedì 6 febbraio 2003 00:00:00
Soldi: ne servono tanti ed anche presto, perché le scadenze si inseguono. Domani si parlerà dei problemi economici in un Consiglio di Amministrazione dal quale può dipendere una fetta del futuro azzurro. Sul tavolo i problemi più urgenti: la copertura delle perdite, che al 31 dicembre erano quantificate in 19 milioni di euro, e la ricapitalizzazione necessaria per proseguire, che deve essere preceduta dal versamento dei rimanenti tre decimi della precedente iniezione di denaro richiesta nel mese di agosto. Inoltre, bisogna far fronte alle richieste di Luis Gallo, che pretende la restituzione di 4,1 milioni di euro. Infine, tra meno di dieci giorni scadrà l'ultima rata del versamento a Ferlaino per l'acquisto delle sue quote (7,5 milioni), che è garantita da una fidejussione a prima chiamata presso la Banca Popolare di Ancona e per la quale, se non ci fossero contanti, bisognerebbe produrre adeguate garanzie. Il totale ammonta a circa 40 milioni di euro (la sola gestione che Naldi si è accollato alla fine di giugno costa 2,4 milioni al mese), che in qualche maniera devono essere garantiti. Dopo aver deciso l'ammontare della ricapitalizzazione nel Consiglio di Amministrazione di domani, la palla passerà all'assemblea dei soci (governata dalla lussemburghese Napoli S.A. di Corbelli), che il 25 febbraio dovrà decidere l'esatta cifra e votare. Naldi (nella foto), però, si mostra tranquillo: spiega di aver trovato fondi freschi ed aiuti in famiglia.
HUSAIN GETTA FANGO SUL NAPOLI
«E' un club dove regna il disordine, che pensa di dover giocare in serie A e, invece, stenta anche in serie B»
Quella di Husain è una strana storia, per certi versi anche paradossale. Nazionale d'Argentina, apprezzato nel suo Paese, il mediano dalla faccia un po' da indio in Italia, ovvero al Napoli, non è mai riuscito a ritagliarsi un angolo di gloria. Anzi, contestato, criticato, messo da parte dagli allenatori, al sorgere della terza stagione in maglia azzurra ha preferito cambiar aria. Ha chiesto ed ottenuto di tornare a Buenos Aires, al River, che l'ha riaccolto a braccia aperte. E sin qui tutto normale, tutto regolare. E lo sarebbe davvero, se non ci fosse di mezzo un particolare non certo irrilevante: Claudio Husain si allena e gioca, sì, amichevoli con il River Plate, ma è ancora e sempre un giocatore del Napoli, con tanto di tesseramento in corso. «Una formalità», dicono a Soccavo e ripetono anche in Avenida Figueroa Alcorta, dove ha casa il River. Certo, una formalità. Ma si sa, nel calcio dietro ogni formalità si nasconde quasi sempre una ragione di danaro. E, infatti, così è anche questa volta, pure se il Napoli e Husain hanno raggiunto l'intesa di lasciarsi di comune accordo. Rescissione di contratto, insomma. In cambio dell'addio un anno e mezzo prima della scadenza naturale del rapporto, Husain, ovviamente, rinuncia agli stipendi di qui a giugno del 2004 ed il Napoli, fatti i conti, risparmia più o meno 3,5 milioni di euro lordi. Ma allora, perché, deciso tutto, il Napoli e Husain (nella foto) stanno ancora formalmente insieme? Semplice: perché prima di firmare quel documento in cui c'è scritto che più nulla gli è dovuto, Husain gradirebbe che il Napoli saldasse il debito degli stipendi arretrati ed ancora non pagati. Ed è qui che l'accordo frena. Il Napoli non "salda", infatti, e Husain non firma. Però si allena e gioca con il River, che lui definisce «il Real Madrid del Sudamerica». Quel River Plate che, oltre a "El turco" Claudio, ora ha tesserato anche "El turquito", Dario, l'hermano, il fratello minore di Husain. Siallena, gioca e parla. «Il Napoli - racconta in un'intervista al "Clarin" - è un club dove regna il disordine. Un club che in due anni ha cambiato tre presidenti e tre allenatori, che pensa di dover giocare in serie A e, invece, stenta anche in serie B. Un club in cui si pretende che ogni straniero che arrivi debba giocare come Maradona. E poi, per il suo bisogno di denaro, il Napoli mi metteva sempre sul mercato e per me era come vivere in un clima di incertezza. Per questo ho deciso di tornare in Argentina».
Fonte: Il Portico
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