Tu sei qui: Economia e TurismoNapoli, l'amarezza di De Canio per l'addio
Inserito da Il Mattino (admin), martedì 21 maggio 2002 00:00:00
Primo giorno da ex. Non alla ricerca di un'altra squadra dopo l'addio al Napoli, ma una giornata trascorsa nella sua Matera, in compagnia di Angela, la splendida figliola. Gigi De Canio (nella foto in alto) tenta di apparire sereno, ma è amareggiato, perché l'esperienza a Napoli si è conclusa «come mai avrei potuto prevedere». La sua è solo una serenità apparente, basta poco per comprenderlo: «Non faccio salti di gioia, perché c'è un sogno che si è interrotto. Per il momento, con il Napoli tutto finisce qui». Per il momento? «Mai dire mai. Vado via, ma continuo ad avere un obiettivo: allenare il Napoli in condizioni societarie migliori. Giuro: un giorno potrei ritornare, sarei felicissimo di ritornare. Avremo tempo di parlare del futuro. Adesso, preferisco essere concentrato soltanto sulle ultime due partite del campionato. È vero, solo l'aritmetica ci concede speranze, ma io, comunque, pretendo un finale in bellezza». Separazione consensuale: può essere definita così quella tra De Canio ed il Napoli. Consensuale, anche se ciascuna delle parti ritiene di aver individuato la sua causa del distacco. La società non ha mai condiviso il «realismo» di De Canio, la sua prudenza e, ora, non condivide il suo programma definito «ambizioso». De Canio va via perché continua a non intravedere chiarezza nei programmi societari, altro che il pretendere più poteri... Qualcuno ha definito un autogol quello di Corbelli, quando ha detto che «al momento, la società non è in grado di esaudire le richieste di De Canio, il suo programma ambizioso». In altre parole: dovremo disputare, stavolta addirittura in B, un campionato di transizione, un torneo modesto, senza velleità. De Canio la pensa diversamente sulle reali cause del divorzio: «Credetemi, lo dissi e lo ribadisco: sarei rimasto a Napoli, comunque, in A o in B. Solo che avrebbero dovuto esserci i presupposti». Come presupposto base lei intende la chiarezza? «Sì». Sarebbe rimasto anche se le avessero detto che, nel primo anno, lei avrebbe dovuto mettere in campo, ad esempio, la squadra Primavera, perché non c'erano possibilità economiche? «Sì, ho sempre chiesto di fare e di ufficializzare programma ed obiettivi a seconda delle disponibilità. Solo venti miliardi da investire per la salvezza? Nessun problema, ma sempre rivelando gli obiettivi. Non rivelo nulla di nuovo: è il discorso di Brusson». Invece, oggi è già un ex, nonostante manchino due gare: «Sono uno che ha la coscienza tranquilla, come la squadra. Abbiamo fatto il nostro dovere. Non ho mai pensato né detto che questo gruppo non fosse buono o non fosse all'altezza. Solo che, quando si programma un risultato, la serie A ad esempio, tutto deve essere fatto in modo mirato, perché l'obiettivo potrebbe sfuggire per poco. Abbiamo dovuto fare gli straordinari, adattandoci a tante situazioni, e parlo solo dell'aspetto tecnico-tattico. Il rammarico per non aver centrato la promozione c'è, ma nessuno potrà mai sapere come sarebbero andate le cose se mi avessero ascoltato. Siamo stati costretti a rincorrere sempre, come io pensavo dal primo giorno di ritiro». Cosa è successo in questa stagione? «Davanti alle difficoltà abbiamo lottato sempre. Siamo stati ad un passo dall'impresa. Se il Napoli fosse stato il Napoli, avrebbe vinto con molti punti di distacco». De Canio non aggiunge altro, rimandando il discorso al 2 giugno. Ma del suo futuro si può parlare? C'è chi la segnala sulla panchina della Reggina, in serie A... «Non c'è nulla sul mio futuro. Mi si prospetta un futuro da disoccupato: aspetterò. Rinunciando al secondo anno col Napoli, ho rinunciato ad un contratto molto sostanzioso (672mila euro, più il fitto dell'abitazione, ndr), ma la mia dignità va al di sopra di ogni cifra. Resta il rapporto con Napoli: bellissimo. Non intendo rovinarlo».
LA NUOVA PANCHINA
Tra contatti e smentite c'è Agostinelli in pole position
Con una mano l'addio a De Canio, con l'altra... No, nessuno del Napoli, per ora, può stendere la seconda per salutare il nuovo allenatore. Contatti, nonostante le smentite di rito, divenute sin troppo prevedibili, ce ne sono stati, ce ne sono e ce ne saranno, ma fin quando il Napoli, pardon, Corbelli (nella foto in basso), non avrà definito la situazione economica della società, difficilmente verrà ufficializzato il nome del successore di De Canio. In tempi in cui si dovrebbe dare esecuzione ad un programma, si constata che il programma non c'è ed i soci si battono solo per evitare il fallimento. Logicamente, escludendo tutto quanto riguarda la società, il problema-allenatore è il numero uno. Da lui, generalmente, partono le indicazioni sulla campagna di compravendita, sullo staff di collaboratori, sul ritiro precampionato. A proposito di ritiro, oggi partono il segretario Vallefuoco ed il secondo di De Canio, Charalambopoulos, per visionare la sede di Brunico. Ma torniamo alla scelta del nuovo allenatore. Agostinelli ha nuovamente smentito di aver incontrato Corbelli. Non è da escludere che il contatto ci sia stato con la società, la G.E.A, che rappresenta il tecnico. Al momento, Agostinelli appare favorito come successore di De Canio. Se verrà, porterà con sé i suoi collaboratori. Agostinelli non appare impressionato dalle difficoltà economiche del club. Ma quale sarà il futuro del Napoli? «Dipende - ha detto Gigi De Canio -da come Corbelli risolverà i problemi. La situazione del Napoli, ora, è migliore di quella del 16 luglio scorso, quando la squadra, appena retrocessa, era allo sbando e con tanti calciatori rotti. Ne abbiamo rigenerato tanti. Ora, chi verrà, troverà una buona base, ma tutto dipenderà dalla società, dalla chiarezza che verrà fatta quando Corbelli avrà risolto i problemi. Per vincere, bisogna organizzarsi, anche in B. Se Corbelli risolve i suoi problemi, bene, altrimenti il futuro del Napoli non potrà essere competitivo». Sta di fatto che dal 1992 il Napoli non riesce ad iniziare la stagione con lo stesso allenatore di quella precedente. L'ultimo fortunato fu Ranieri; poi nel 1993 Lippi, nel 1994 Guerini, nel 1995 Boskov, nel 1996 Simoni, nel 1997 Mutti, nel 1998 Ulivieri, nel 1999 Novellino, nel 2000 Zeman, nel 2001 De Canio. Ora si va verso l'ennesimo cambio. La squadra già si è pronunciata contro la decisione della società: «Saremo costretti ad iniziare tutto daccapo». Anche i tifosi l'hanno bocciata. Non saranno rose e fiori per chi succederà a De Canio. Sia che venga Agostinelli («Sarei onorato di allenare il Napoli», ha ribadito il biondo trainer), sia che venga fatta una scelta diversa. Sino a questo momento, sono cinque i candidati: Agostinelli, Colomba, Mandorlini, Cavasin e Tardelli. Nessuno ha il coraggio di avvicinare Zaccheroni, che pure resta tra i preferiti di Corbelli. Non può farlo neanche Pavarese, anche lui, a quanto pare, vicino all'addio.
Fonte: Il Portico
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