Tu sei qui: Economia e TurismoNapoli, Naldi a muso duro
Inserito da Il Mattino (admin), martedì 5 novembre 2002 00:00:00
Arriva il presidente Naldi (nella foto) a prendere per mano la squadra. Sa gestire le crisi delle sue aziende, ora è deciso a risolvere anche questa, anche se non ha mai avuto a che fare con l'azienda calcio ed ogni cosa gli sembra più difficile. Ieri mattina è piombato nel ritiro di Telese ed ha radunato la squadra prima della seduta di rifinitura. Ha chiuso le porte a tutti gli altri e ha parlato. Una mezz'oretta di chiacchierata, che è iniziata con toni duri, severi, ma che si è conclusa con un attestato di stima e fiducia, non solo all'allenatore, ma anche ad ogni singolo giocatore. E dopo aver guardato negli occhi il suo gruppo, Naldi ha anche deciso di seguirlo da vicino in questo momento delicato: ha prenotato un volo per Catania. Stasera sarà in tribuna a guardare la partita; prima e dopo sarà negli spogliatoi a ripetere le parole che ha usato ieri mattina. Dure, forse, ma necessarie. Ieri Naldi, nel chiuso dello stanzone dove stavano solo i giocatori, l'allenatore ed il general manager Marchetti, ha parlato a cuore aperto. Ha manifestato la sua rabbia per i risultati del campo, ma anche e soprattutto per quel che accade nello spogliatoio. Non è entrato in particolari, ma ha lanciato un messaggio preciso ai giocatori: «Colomba e Marchetti sono gli uomini sui quali ho puntato per il futuro. Sono loro che hanno garantito sul rendimento della squadra, di voi giocatori. Sono loro il mio punto di riferimento qui dentro». È stata una maniera per restituire ufficialmente lo scettro del comando ad un allenatore che sembra in bilico, ma che deve essere sostenuto a tutti i costi dalla società. È stato un segnale preciso alle voci, ai sussurri, ai gossip, che vogliono uno spogliatoio poco attento a quel che chiede il tecnico e, soprattutto, sfiduciato nel rapporto con Colomba. Dopo aver dato l'ennesimo attestato di fiducia a Colomba (nella foto) e Marchetti, Naldi ha proseguito il discorso parlando in maniera dura, ma stavolta più calma, senza alzare i toni, spiegando quel che si aspetta da chi scende in campo: «Siete professionisti. A nessuno è venuto in mente di dubitare di questo quando avete firmato i contratti. Avete chiesto e vi è stato dato, ma in cambio dovete mantenere quel che ci si aspetta da voi». Anche in questo caso non c'è stato nessun riferimento al singolo, nessuna messaggio cifrato, solo un avviso ai naviganti, a tutti i naviganti. Naldi, però, non ha le caratteristiche del padre-padrone. Nelle sue aziende l'imperativo è uno e semplice: collaborare, parlare, parlarsi. È proprio per questo motivo che il presidente del Napoli ha deciso di essere presente a Catania, di essere vicino al gruppo. «Se c'è qualcosa che non va, parlatene con i dirigenti e l'allenatore. Ma se lo ritenete necessario, spiegatevi anche con me. Solo affrontando le questioni se ne viene a capo. Parliamoci, chiariamoci e vinceremo anche sul campo». L'intervento è piaciuto al gruppo. L'apertura del presidente nei confronti di tutti, giocatori ed allenatore, ha contribuito a regalare un po' di serenità in una squadra che per colpa dei risultati non riesce a ritrovarsi, a ricompattarsi. Naldi non ha nemmeno accennato ad una possibile sostituzione del tecnico. Gli ha dato fiducia incondizionata, ma anche lui sa perfettamente che tutto è legato ai risultati delle partite di stasera contro il Catania e di domenica a Genova. Radio mercato sussurra che, in caso di ulteriori disastri, a Napoli potrebbe arrivare Enrico Fedele nelle vesti di direttore generale. Il presidente, però, è fiducioso: aspetta la reazione della squadra e promette che in questa settimana di ritiro sarà costantemente vicino alla squadra. Ha deciso di prendere in mano le redini del Napoli. Lo fa sempre quando una delle sue aziende vive momenti di difficoltà. Solo che stavolta tutto dipende dai risultati. Se ancora una volta ci sarà un rifiuto all'ostacolo, quelle redini verranno usate a mo' di scudiscio, le parole saranno più dure, le conseguenze più gravi.
Fonte: Il Portico
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