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Napoli, primo show di Scoglio

Inserito da Il Mattino (admin), mercoledì 18 dicembre 2002 00:00:00

Uno show. Prima in sala stampa, poi in campo, infine sulla rampa del Centro Paradiso. Franco Scoglio (nelle foto in alto ed al centro) sognava da dodici anni l'arrivo a Napoli. Nel giorno in cui il sogno diventa splendida realtà («Bisogna amare il proprio lavoro. Io amo il mio lavoro e, per giunta, lavoro in una delle città che più amo»), il Professore dà sfogo a tutto il suo estro. Grande personaggio, un po' istrione, tanto ciarliero, fine dicitore di «arte calcistica», fantastico sponsor di se stesso, detta almeno dieci titoli a tutta pagina, si concede alle telecamere, tiene banco in conferenza, gasa a tal punto gli azzurri da suscitare tante malignità sul recentissimo passato, quello contrassegnato dalla gestione-Colomba. Erano mesi che non assistevamo ad un allenamento effettuato con tale intensità. Perfino Saber corre da matti. Gli azzurri sembrano morsi dalla tarantola. Uno show d'altri tempi, iniziato con la visita del Centro, in compagnia del «mitico» Carmando. «Entro nel vostro regno», ha detto, varcando la soglia dello spogliatoio, a Carmando, Albano e Starace. È personaggio, Scoglio. Lo sa, ne approfitta, si diverte, diverte. Per ora, detta titoli. Naldi ed i tifosi si augurano che presto raccolga tanti punti. Il Prof non attende la prima domanda e parte a razzo. Un po' come pretenderà che giochi il suo Napoli. Eccolo, regalare una cascata di parole, di battute, di promesse: «Grazie per essere venuti. Senza di voi, io ed il Napoli non siamo niente. È vero, a volte rompete le..., ma è importante che me le rompiate. Ogni giorno, siete invitati a venire agli allenamenti. Vi divertirete. Sono felice per l'occasione che mi hanno concesso il presidente Naldi, Bruno Pesaola, il mio amico Mario Corica. Sono felice di essere qui, finalmente. Sono in ritardo di dodici anni: dovevo venire ad allenare il Napoli nel 1990. Adesso sono qui e penso soltanto a togliere il Napoli da questa brutta situazione. Il presidente Naldi ha avuto coraggio, cuore, amore: si è messo al centro di una situazione incredibile. Il Napoli era su un precipizio. Adesso, invece, esistono ottime prospettive. Il mio programma è in quattro tappe. La prima ha il numero 47, il morto che parla. Il Napoli è moribondo, ma io non guardo la classifica, anzi, la guardo e non la vedo drammatica. C'è tutto il tempo per recuperare. Il calendario ha penalizzato la squadra di Colomba, che ha potuto giocare poco in casa. Altrimenti, Colomba avrebbe avuto quattro-cinque punti in più ed io non sarei qua. Qui ci sono valori: sono certo che ci tireremo fuori da questa situazione. Lo prometto a Naldi ed alla città. Il presidente ha investito soldi, invece di impiegarli in altre cose. Io ho preferito venire a Napoli, invece di restarmene a prendere il sole in Libia». Lei aveva parlato di quattro tappe. Ha accennato solo alla prima...«La prima, come detto, è risollevare il moribondo; la seconda è la salvezza, anche se è una parola che non mi piace; la terza è ritornare in A; la quarta, sistemarci tra le prime otto della serie A. Voglio la zona-Uefa». Cosa dirà alla squadra? «Negli spogliatoi non parlo molto. In campo, parlo solo io. Se si parla nello spogliatoio, significa che si ha poco in testa. Io non alleno, io insegno». Una pausa e prosegue: «Qui c'è gente che segnava gol a raffica. Perché non lo fa più? Per quanto riguarda il mio modo di giocare, dovrete scoprirlo voi. A proposito, io non parlo il sabato, neanche con mia moglie. Datemi tre-quattro settimane e vedrete il Napoli che ho in testa». Chiederà rinforzi? «Non vado alla ricerca di "nomi". Voglio solo gente che realizzi il mio progetto tattico. È il modulo che porta in paradiso i calciatori. Lo vedete? Io vado controcorrente». Che contratto ha firmato? «Ad obiettivi: salvare il Napoli, andare in A, zona-Uefa. Se non centro gli obiettivi, salta l'accordo. Se non centro gli obiettivi, significa che ho fallito». Ha visto in televisione qualche gara del Napoli? «No, per fortuna, altrimenti sarei rimasto preoccupato. La classifica è il frutto dei risultati ed i risultati sono il frutto delle prestazioni. Per favore, non parlatemi di salvezza. È triste». Natale in ritiro per gli azzurri? «Farò il programma con la società, per questa partita e per Natale. Meglio rinunciare a qualche giorno di ferie. Sono brutte le ferie se c'è la malinconia di una pessima classifica. I sette giorni "comandati" di ferie si vivono male. Meglio stare un periodo insieme per arrivare al 6 gennaio con un'identità... scogliana». Basta il solo arrivo di Scoglio per far risalire la classifica al Napoli? «Anche quanto farà la società avrà una grande importanza. Il mio amico Mario Corica si sta dando da fare». È follia pensare alla serie A, nonostante la posizione in classifica? «Pensiamo ad uscire da questa scomoda posizione. È questo il primo obiettivo. Quando saremo sestultimi, ci ritroveremo e, sorseggiando un caffè, faremo nuovi programmi. Ho conosciuto picchi e cadute: sono ancora sulla cresta dell'onda dopo cinque anni trascorsi nelle Nazionali. Quando andai in Africa, mi chiesi: sono un fallito? I risultati hanno detto di no». La squadra del Napoli...«...criticate me, ma lasciate in pace la squadra. Se perdo una gara, dopo che l'arbitro mi ha fischiato contro tre rigori, dopo che la squadra ha colpito venti pali, non dico che siamo stati sfortunati. Se la squadra sbaglia, ricordate che la colpa sarà sempre e solo mia, che non avrò saputo insegnarle a fare quanto chiedo». Colomba (nella foto in basso) non ha mai vinto in casa. «Nessun proclama, non chiedo a nessuno di venire al San Paolo. Dovremo essere noi, con il gioco, a richiamare l'attenzione. Le mie squadre fanno pressing fin sugli spalti. Con me gioca solo chi ha tre palle. I calciatori con due vanno in panchina. A proposito di pubblico: perché rimangono chiusi i cancelli durante gli allenamenti?». Complimenti per aver redarguito Ferrarese, che ha bestemmiato durante la partitina. «Non sono abituato a redarguire i calciatori in pubblico. Fossimo stati da soli, avrebbe sentito qualcosa di peggio. Gli ho detto che, se ha i piedi storti, deve andare da un ortopedico. La bestemmia è inutile, orribile e volgare». I suoi precedenti con Dionigi, quando lui era giovane nel Torino, non sono stati...«...alt! Per me Dionigi è un elemento insostituibile. Spero che recuperi al più presto». È vero che lei non viaggia in pullman con la squadra? «Sì, così consento ai calciatori di dire tutto quanto vogliono sul mio conto, di fare le imitazioni». Il suo spogliatoio non è nello spogliatoio, ma nella palazzina...«È bene che i calciatori si sentano liberi. È bene, però, che tutti ricordino che è un onore giocare a Napoli». Ha avuto la risposta della Federcalcio libica? Potrà andare in panchina sabato sera? «Ho scritto una lettera di dimissioni. Sono tranquillo». Prenderà casa a Posillipo? «No, abiterò in albergo. La mia famiglia resterà dov'è. Le manderò lo stipendio».

Fonte: Il Portico

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