Tu sei qui: Economia e TurismoQuanta delusione per un Napoli bello, ma sprecone!
Inserito da Il Mattino (admin), lunedì 29 aprile 2002 00:00:00
Il calcio non è estetica e per questo la Reggina se la cava. Ma il calcio è pure disciplina, che condanna chi si mangia i gol, e per questo il Napoli non vince. Cosicché, il grande giorno azzurro finisce in delusione, perché il pari ridà fiato e speranza solo ai calabresi. Al Napoli, invece, lascia i cocci di una rimonta frenata sul più bello, giusto nel momento del sorpasso. Un pari che, a cinque turni dalla fine, rimette le ambizioni azzurre quasi esclusivamente nelle mani (ovvero negli errori) di chi sta davanti. Brutta faccenda, ma tant'è, perché il Napoli, pur giocando di muscoli e di cuore, ha commesso due errori che gli son costati cari: si è lasciato fregare dall'unico attacco calabrese di tutta la partita (5'), quello che in contropiede ha portato al gol di Savoldi, e poi ha «affidato» allo sciagurato destro di Rastelli (nella foto in alto) le occasioni (tre: 1' e 29' pt, 12' st) più occasioni della gara. Il resto l'ha fatto un sinistro sfortunato firmato Montezine, finito contro il palo basso, ed un supercatenaccio calabrese che avrebbe fatto inorridire pure «Paron» Rocco. La Reggina, infatti, prima e dopo il gol non ha mai giocato. Ovvero, ha rinunciato al gioco, alzando barricate davanti al suo portiere. E lì, su quelle barricate e su mille perdite di tempo si sono infranti sogni e palloni azzurri. Brutta, bruttissima Reggina, è vero, ma oggi a chi va a raccontarlo il Napoli che ha giocato meglio, a tratti pure bene, e che avrebbe meritato il successo pieno? Ecco, la partita è andata proprio in questo modo: pronti via e Napoli in attacco. Pronti via e cinque minuti dopo Napoli già sotto, come se partire immediatamente forte significasse anche rinunciare alla più semplice prudenza. Invece: pronti via e tutti avanti. E' cominciata così la grande fregatura. Dopodiché, Napoli mai domo, ancora avanti tutta, spesso spinto dalla foga, trascinato dal tifo appassionato di uno stadio che meriterebbe ben altro che questi patimenti in serie B, aggrappato a quella sua voglia di sorpasso, ma anche tradito dal poco ragionare, da troppo inutili cross preda del portiere, dalle gambe ancora molli del rientrante Vidigal, dai personalismi di questo e quell'azzurro. Eppure, nonostante tutto, squadra viva il Napoli e squadra che, dalla conta dei meriti e delle manchevolezze, viene fuori con un saldo attivo a favore delle cose buone. Peccato che tra le cose buone di giornata non sia entrato il destro di Rastelli, che, povero figlio, ha molto corso, ma ha ancor di più ha peccato sotto rete. Tre volte ha peccato e sono stati tre peccati gravi, che il futuro azzurro potrebbe scoprire anche «mortali». Strana partita, gara complicata, col Napoli disperatamente avanti e la Reggina disperatamente dietro. Match che, perso Villa per un acciacco a metà primo tempo, De Canio ha immediatamente trasformato in assalto a fort Reggina. Dopo una ventina di minuti, infatti, Napoli ridisegnato a destra con Ametrano dal centrocampo alla difesa, con Rastelli dall'attacco al centrocampo e con Pavon spalla di Stellone. Sulla carta questo, perché in realtà, nel nome del «tutti avanti appassionatamente», il Napoli quei ruoli non li ha neanche tanto rispettati. Ed è stato così che ha trovato finalmente il pari con un mezzo tuffo portoghese: testa di Vidigal (nella foto al centro) e palla in porta per la gioia di uno stadio che trascina, che coinvolge, che fa gol col portoghese alla sua ultima apparizione in casa. Ed a questo punto il Napoli punta la sua resta sul secondo tempo: tutto o niente. Ed alla fine niente, perché Rastelli sbaglia ancora, perché il Napoli accusa pure la fatica, perché Vidigal resta sul prato troppo a lungo, perché Graffiedi entra sul prato troppo tardi, perché la Reggina punta solo a perder tempo ed a pareggiare. Un punto e basta, dunque, e classifica che resta tale e quale. Nulla è perduto, certo, ma intanto un'altra domenica è volata.
DE CANIO NON SI ARRENDE
«La mia squadra è in salute, io ci credo sempre»
Si parla con De Canio e si nota come un uomo possa vivere contemporaneamente tanti stati d'animo diversi. L'orgoglio per la prestazione della sua squadra, l'amarezza per la vittoria mancata, la soddisfazione per aver riconquistato la stima dei napoletani, la rabbia per un arbitraggio inadeguato. Alcuni di questi, De Canio, non ha difficoltà a confessarli. Altri, dopo averli riferiti a chi di dovere, li tiene per sé. Per evitare nuove polemiche, forse; perché memore del fallo su Vicari in area, forse. Sta di fatto che il Napoli, anche giocando una delle partite più belle degli ultimi anni, ha raccolto poco. Alcuni ritengono, a torto, che il campionato sia chiuso. Altri, come De Canio (nella foto in basso), non bleffano quando lo dicono apertissimo. A fine partita, il tecnico azzurro ha avvicinato il quarto uomo. Pascal Vicedomini, inviato di Stream, ha sentito cosa ha detto l'allenatore ad Ayroldi: «L'ha salutato così: "Sono molto deluso per questo arbitraggio". De Canio stava come un pazzo. Non ha voluto rilasciare dichiarazioni...». Il De Canio-furioso lo si può solo intuire in sala stampa. Ha avuto il tempo di placare i bollori dovuti all'arbitraggio ed ai gol mancati da Rastelli, che ha vanificato bel gioco ed impegno di tutti, sbagliando tre occasionissime. Il campionato è ancora aperto per il Napoli? «Sì. Logico che io sia rammaricato dopo una prestazione maiuscola». Il pareggio sta strettissimo al Napoli. «Non mi piace tirare in ballo fortuna e sfortuna, ma non tutto è filato per il verso giusto». Si riferisce alle tre palle-gol sbagliate da Rastelli, al palo di Montezine, all'errore della difesa. «Un po' a tutto». Se il miglior Napoli non vince... «La squadra è in salute e questo mi fa ben sperare. Il pubblico è con noi. Quando sono entrato in campo, mi è venuta la pelle d'oca. Ho chiesto se era possibile fotografarlo. Aiutata da un pubblico meraviglioso, che l'ha spinta formando un connubio bellissimo, la squadra ha tentato per novanta minuti di vincere. Purtroppo, non ci è riuscita». Il gol subito. «Abbiamo perso una palla a centrocampo ed eravamo posizionati male. La loro verticalizzazione è risultata vincente. È stato il loro unico tiro in porta, poi ricordo solo qualche accelerazione di Leon. Ho il massimo rispetto degli avversari, spesso critico i miei, ma stavolta ho visto soltanto una squadra in campo: il Napoli». La Reggina ha ecceduto nel gioco ostruzionistico con tutta una serie di mezzucci. «Tutti hanno potuto vedere quanto si è verificato e possono avere un'idea». Il Napoli è rimasto danneggiato dal gioco spezzettato, da quei minuti perduti per soccorrere chi cascava e restava a terra. «Ognuno può valutare quanto ha visto. Io ho visto soprattutto un grande Napoli. Sono orgoglioso di questa squadra e del nostro pubblico». Ha avuto un battibecco con l'arbitro? «No, si discuteva solo dell'andamento della gara». Si aspettava una Reggina così? «Sinceramente, no». Quindi, se l'aspettava più forte? «È stato merito del Napoli, cosa che mi fa ben sperare per il futuro». Il Napoli, però, è rimasto a meno due. «Non potremo più sbagliare, ma nemmeno loro, che sono la squadra a noi più vicina in classifica».
Fonte: Il Portico
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