Tu sei qui: Economia e TurismoRigori maledetti, Cavese disperata
Inserito da (admin), lunedì 28 marzo 2011 00:00:00
Che si sia assistito al festival degli errori, oppure allo show dei portieri, non ha importanza. Quello che conta nella gara tra Cavese e Virtus Lanciano, due formazioni in lotta per obiettivi diversi, è che è finita 0-0. Melotti ripete il gesto di domenica scorsa e consegna le sue dimissioni. Una settimana fa la società le aveva respinte. Ora vedremo se questa settimana le accetterà. 0-0 dicevamo. Un risultato che non aiuta nessuno: la Virtus si stacca di altri 2 punti dal 5° posto e la Cavese, che pure rosicchia un punto al Viareggio, resta laggiù, in fondo alla classifica.
Mister Melotti rivoluziona l’undici di partenza puntando sul giovanissimo Michele Siano e sui fratelli Ciano come titolari. La Cavese comincia la sua partita a ritmi altissimi e la Virtus Lanciano non riesce inizialmente a controbattere. Al 4’, su un calcio d’angolo di Camillo Ciano, il difensore ospite Romito rischia l’autogol nel tentativo di anticipare Bernardo e Chiodini si tuffa molto bene, allontanando il pallone dalla porta. Risponde al 15’ il Lanciano, sempre per un errore altrui: D’Amico perde la palla a centrocampo e consente agli abruzzesi di ripartire, con Titone che calcia di sinistro, sorvolando di pochi centimetri la traversa. Al 26’ si infortuna il portiere titolare Chiodini, uscito a valanga su un cross di Schetter e scontratosi con Antonioli. L’estremo difensore deve lasciare il posto al suo secondo Aridità. Il primo tempo trascorre senza che la Cavese riesca a rendersi particolarmente pericolosa, anzi è la Virtus che ha una grandissima opportunità proprio allo scadere del 45’: su calcio di rigore assegnato per trattenuta di Cipriani a Titone, Di Gennaro calcia centralmente e Pane devia sulla traversa.
Nella ripresa la Cavese prova a fare gioco, ma sbaglia troppo, consentendo alla Virtus di ricompattarsi. C’è qualche tentativo da fuori dei frentani, prima di Sacilotto e poi di Tamasi, ma la squadra di Camplone non crea tantissimo. Solo nel quarto d’ora finale i padroni di casa sono più intraprendenti: al 75’ D’Amico offre un buon pallone per Bernardo, che viene fermato in angolo da Sacilotto, ed all’84’ l’arbitro Saia concede il secondo rigore della partita. Dal dischetto Camillo Ciano, però, si fa respingere il tiro. Un rigore che poteva valere una stagione.
Melotti si (ri)dimette: «In questo clima non si può lavorare»
Questa volta Mauro Melotti non ce la fa più. Troppe critiche, troppe contestazioni, troppe cose che non vanno nell’ambiente, e la conseguente decisione dell’allenatore della Cavese di rimettere il mandato ancora una volta nelle mani del dg Maglione, a 7 giorni di distanza dalla partita persa a Lucca. In pratica, se non ci sono garanzie, andrà via. Arrabbiatissimo l’allenatore emiliano, al punto che prima della conferenza stampa ha un acceso scambio di vedute con una tifosa. Il gesto di Melotti potrebbe provocare una scossa, ma oggi è ancora presto per capirlo.
«Deciderà Maglione quello che c’è da fare - esordisce Melotti - Nonostante tutte le difficoltà che abbiamo in classifica, non si può nascondere che stiamo facendo un campionato al di sotto delle aspettative di tanta gente. Io, però, i ragazzi non mi sentirò mai di condannarli e credo che contro il Lanciano si sia visto. Dopo il rigore subito, che poteva ammazzare anche un bisonte, hanno resistito alla pressione». Ecco i motivi di questo nuovo gesto. «Sono stanco tutte le settimane di dover sopportare dei comizi e delle situazioni di questo tipo, perché non possiamo mai lavorare con tranquillità. Bombe di qua, bombe di là, i tifosi ci vengono a contestare direttamente, ed in più non c’è stata la possibilità di rullare e bagnare il campo di gioco. Quando ho una squadra oberata psicologicamente, nel momento in cui non rimbalza bene il pallone trova ulteriori problemi. Per tutta questa somma di circostanze, ho rimesso il mandato».
Melotti chiarisce ancora che i calciatori non hanno colpe: «Li ho ringraziati di cuore, perché mi hanno fatto vedere che quello che può dare la Cavese adesso è questo». Ed attacca i detrattori: «Mi sono girato verso la tribuna a fine partita e ho fatto capire ai tifosi che, se devono venire a contestare, non è un obbligo pagare il biglietto per il gusto di venire a rompere le uova nel paniere. E’ troppo comodo stare vicino alla squadra solo quando va bene». E per recedere dal suo intendimento? «Chiedo che mi mettano a posto il campo e poi mi farebbe piacere se i giocatori, una volta al campo, non si trovassero in una contestazione».
Il dg Maglione tace, oggi giornata decisiva
L’ancora dg della Cavese, Francesco Maglione, nelle mani del quale Mauro Melotti aveva rimesso il mandato, ieri non si è potuto pronunciare sul respingere o meno le dimissioni del mister in quanto era a colloquio con il sindaco di Cava, Marco Galdi. I dirigenti ieri sera si sono comunque riuniti in sede per analizzare il tutto, dopodiché valuteranno il da farsi. A far imbestialire il tecnico emiliano sarebbe stato l’atteggiamento tenuto dalla tifoseria durante la settimana precedente il match, a partire dalle continue discussioni che spesso sono degenerate in qualche bomba carta.
Probabilmente il riferimento dell’allenatore era anche alle dimissioni dello stesso Maglione, invocate dai tifosi e poi respinte dalla società, per poi arrivare al solito ritornello sul perché D’Orsi non gioca mai da titolare. Ad offendere più di ogni altra cosa l’allenatore sarebbe la leggenda metropolitana secondo cui sarebbe lo stesso dg ad imporre Troise in campo a scapito di D’Orsi. «A me le cose non le impone nessuno!», avrebbe tuonato Melotti, spiegando che in questo momento «D’Orsi è psicologicamente un giocatore provato e questo “can can” non lo ha aiutato».
Sempre riguardo al sostegno alla squadra, che manca da una parte di tifoseria, ieri una sostenitrice che abitualmente frequenta il settore Distinti ha avuto un atteggiamento di sfida nei confronti di Melotti in sala stampa, per contestare i calciatori della Cavese per i due calci di rigore non trasformati. Ad ogni modo, i bilanci andrebbero fatti alla fine, non ad un mese e mezzo dal termine con una partita da recuperare. Se la Cavese vincesse la gara di domenica prossima con il Barletta, si ridurrebbe il distacco dalla penultima. Ed allora, con 3 punti in meno del Viareggio, lo scontro diretto potrebbe diventare determinante.
Orlando Savarese
Fonte: Il Portico
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