Tu sei qui: Economia e TurismoSalernitana, un punto per sperare
Inserito da Il Mattino (admin), lunedì 3 febbraio 2003 00:00:00
È un'altra Salernitana, quella che contro il Messina è riuscita finalmente a conquistare il primo punto della gestione Varrella (nella foto). E si vede. Innanzitutto per i volti nuovi che si ammirano in campo. L'epurazione voluta dalla società ha avuto i suoi effetti: mandati via quelli ritenuti troppo vicini alle idee di Zeman ed altri che hanno fatto incamerare un bel gruzzoletto di euro alle casse sociali, della vecchia guardia ne sono scesi in campo davvero pochi. In pratica, rispetto all'era zemaniana, sono rimasti nell'undici schierato dal primo minuto i soli Pierotti, Teco (utilizzato pochissimo dal boemo), Cammarota e Baggio. Volti già visti nel dopo Zeman, quelli di Nigmatullin e Luiso, mentre Giorgetti e Superbi, ex leccesi, avevano esordito in maglia granata nella disastrosa sfida di Ascoli. Inedita, invece, la coppia di centrali difensivi, formata da Zoppetti e Stendardo. Mister Varrella, l'unico che sembra credere ancora nella salvezza, mette in campo, così, una squadra per la quale ora, come racconta un famoso aneddoto nel mondo del calcio, andrebbe acquistato l'amalgama. Rigido modulo 4-4-2, con la difesa imperniata su una promessa mancata, almeno per il momento, Stendardo, e su un ex Under 21 in cerca di rilancio, Zoppetti. Entrambi, alla loro prima apparizione, hanno destato un'ottima impressione, tanto da far chiedere a più di un osservatore come farà ora Varrella a sistemare in quel reparto il capitano Fusco, ieri assente per squalifica. Tutto nuovo il centrocampo, dove Giorgetti cerca spazio sulla fascia destra, Superbi s'incolla alle costole di Iannuzzi, per lasciarselo sfuggire solo in sporadiche occasioni, e Teco è ordinato nella regia della squadra. Davanti a loro, il giovane Cammarota ha il compito di offrire rifornimenti alle due punte, Luiso e Baggio. E tutto sommato, questa Salernitana non è dispiaciuta, sia perché attua un gioco semplice-semplice, senza troppi fronzoli né diavolerie inutili, sia per l'impegno che mette in campo, trascinando alla fine anche i più ostili dei propri tifosi. Al momento, oltre all'intesa tra i singoli ed alla condizione non certo al top di qualcuno, manca la concretezza sotto porta e, anche, un pizzico di fortuna. Difficile pensare che la Salernitana possa raggiungere la salvezza (i risultati di ieri l'hanno ancora maggiormente penalizzata), ma almeno sarà un girone di ritorno dignitoso, non certo umiliante come è stata la prima parte del campionato. Per il momento, è stato almeno conquistato il primo punto dopo quattro sconfitte consecutive. La vittoria manca dal 23 novembre (contro il Napoli) e dal 15 dicembre la squadra non riesce a segnare. Ieri, comunque, i granata avrebbero meritato il successo. Alla mezz'ora, ad esempio, su angolo di Cammarota, Zoppetti si è visto respingere d'istinto da Storari una bella girata a volo, che sembrava dovesse avere migliore destinazione. Ma è nella ripresa che la Salernitana avrebbe meritato la conquista dei tre punti. Entrambe le occasioni le ha avute Cammarota, ma prima Storari (10') gli ha respinto di piede il tiro a botta sicura, poi, due minuti dopo, Bellucci lo ha millimetricamente anticipato sotto porta. L'infortunio di Zoppetti, la sostituzione affrettata di Teco ed il calo fisico dei nuovi hanno, poi, consentito al Messina di ipotizzare il "colpaccio". Ma ormai la partita era segnata e, se c'è una squadra che deve recriminare per la mancata vittoria, quella è la Salernitana.
TIFOSI E SQUADRA, ARRIVA LA PACE
Più spettatori all'Arechi nonostante il freddo polare. I granata di nuovo incitati dai tifosi. Continua la contestazione contro Aliberti
Non tantissimi, ma nemmeno pochi: quasi 5.000 i paganti, quasi 10.000 gli spettatori. L'appello di Aliberti e, soprattutto, la decisione di ribassare i prezzi dei biglietti e di regalare un ingresso omaggio ai possessori di abbonamento ha funzionato in parte. C'era più gente rispetto alle partite precedenti (un numero non trascurabile, in considerazione anche del freddo polare), ma soprattutto c'è stato un atteggiamento diverso dei tifosi, dei gruppi ultrà della Curva Sud. Mai come stavolta hanno tifato sempre, dal primo all'ultimo minuto. L'incoraggiamento è stato costante, incessante; la Curva ha spinto i granata nell'assalto al Messina. Ed i calciatori hanno idealmente stretto la mano ai tifosi, si sono rivolti a loro prima, durante e dopo. Da Superbi a Luiso, da Giorgetti a Stendardo, tutti quanti hanno chiesto un incitamento maggiore e, nonostante non sia arrivata la vittoria, a fine partita hanno ringraziato i ragazzi della Curva. L'abbraccio tra tifosi e squadra, dunque, c'è stato; è proseguita, invece, la contestazione nei confronti di Aliberti e della società. Tra presidente e tifosi il feeling s'è interrotto da tempo. Al patron granata viene addebitato il fatto di avere allestito una squadra debole e zeppa di giovani. I soliti cori, i soliti striscioni: "La nostra unica salvezza: Aliberti vattene", "Giocatori senza motivazioni, una manovra per incassare milioni". Striscione, quest'ultimo, come commento alle ultime operazioni di mercato di Aliberti. Ce ne erano anche altri di striscioni duri: "Niente più alibi, vincere per sperare o dovete sparire", "Non staccate la presa, la città non si è arresa, solo per Salerno", "Luiso piccolo grande uomo". Due soltanto i messaggi positivi: "Fusco, sei il numero uno" e "Zoro ragazzo d'oro". L'atteggiamento verso Varrella è stato di indifferenza. I tifosi non lo hanno fischiato né applaudito. L'allenatore è entrato in campo con la sciarpa granata al collo; a fine partita, è andato sotto la Curva per rispondere agli applausi della gente. Poi, in conferenza stampa, ha ringraziato i tifosi ed ha chiesto un incitamento ancora più forte per la prossima partita in casa, quella contro il Lecce di Rossi dopo la sosta.
Fonte: Il Portico
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