Tu sei qui: Economia e TurismoScichilone re di Cava
Inserito da (admin), martedì 12 ottobre 2004 00:00:00
Massimiliano Scichilone sempre più re di Cava. Il bomber aquilotto, nato a Butera, in provincia di Caltanissetta, nel profondo entroterra siciliano, continua a macinare avversari ed a centrare il bersaglio (4 gol in 5 partite). Con una media di 0,8 gol a partita, che non è da tutti. Insomma, la scommessa fatta questa estate dal giocatore metelliano è stata azzeccata. «Sì, sono contento di quella decisione - ricorda Max Scichilone - presa senza pensarci troppo su. Fui stregato dal direttore sportivo Dionisio e dal presidente Cutillo a Milano, quando ci incontrammo per definire l'ingaggio. E' stato un amore a prima vista. E ritengo di non essermi sbagliato». Tra l'attaccante aquilotto ed il suo presidente un patto di sangue, sottolineato anche da quel gesto liberatorio sul primo dei due gol della vittoria di domenica scorsa. «Il presidente mi ha detto prima della partita che mi avrebbe aspettato sotto la tribuna per esultare per un mio gol. Quando quella palla servitami da Galizia è finita alle spalle del portiere della Rosetana, non ho dimenticato quella promessa e sono corso da lui per salutarlo. Tutto qui. I rapporti tra un calciatore, un uomo, il suo presidente, non sono solo legati a contratti onorati o a stipendi corrisposti. C'è anche la passione e la condivisione di un progetto. Il "progetto Cavese" mi affascina e spero di contribuire ancora a lungo a portarlo avanti». Dopo il primo gol su azione messo a segno, l'attaccante biancoblù non si è fermato. Non si è accontentato, non si è risparmiato. E quando c'è stata l'occasione, il penalty decretato ancora una volta in piena "Zona Cesarini", ha preso il solito coraggio a due mani ed ha deciso di andare sul dischetto per regalare la quarta vittoria stagionale alla sua Cavese. «Non mi sono tirato indietro e non mi tirerò mai indietro. Sono o non sono il capitano di questa nave? Allora, ci sono dei doveri a cui sottostare. Tra questi, quello di rischiare anche di sbagliare. Ma sempre con la convizione di lottare e segnare». Rigorista lo è sempre stato, Max Scichilone. Una tecnica di base sopraffina e tanto sangue freddo, anche nei momenti cruciali, come nelle due ultime occasioni di campionato, con il Castel di Sangro e la Rosetana. «Ho segnato in carriera molti gol su rigore e sin dal 1996/97, anno in cui ero all'Arezzo, ho sempre avuto sulle spalle il peso di questa responsabilità. Solo quando sono stato a Livorno ho ceduto il passo. Ma sapete a chi? A quel mostro sacro che risponde al nome di Igor Protti». Cosa prova un giocatore solo davanti a quel pallone e ad un portiere pronto a beffarti? «Non si pensa a nulla se non in quale direzione voler mandare la palla. Se si pensasse a troppe soluzioni diverse, si rischierebbe di perdere la giusta concentrazione e di sbagliare miseramente». Lo scorso anno andò a segno 12 volte in tutto il campionato. Quest'anno? «Non mettiamo limiti alla provvidenza, ma per un attaccante che si voglia ritenere soddisfatto della sua annata bisogna fare almeno un gol in più dell'anno precedente. Il modulo dei mister Pidone e Campilongo mi permette di stare molto di più nella zona d'attacco e, quindi, mi aiuterà a fare molti più gol. Spero che serviranno a far volare molto in alto ed altrettanto a lungo l'aquilotto». Dopo la sbornia di gioia, il meritato riposo ieri, con la moglie Sara ed il figlioletto Francesco. «Amiamo tutti e tre Cava ed il suo bellissimo centro storico. In questo momento stiamo anche coltivando molte belle amicizie, che ci stanno facendo amare ancor più la città».
Troppi fumogeni, in arrivo multe salate
Un'altra sbronza di emozioni e gioia per il presidente Cutillo. I suoi ragazzi hanno saputo raddrizzare una partita che si era messa male ed hanno gettato nella mischia tutte le energie nervose a disposizione. Ma al numero uno della società non tutto quello che è successo allo stadio domenica è andato a genio. Caduto nel vuoto l'appello lanciato alla tifoseria di evitare il lancio di fumogeni sul rettangolo di gioco. Ed il rischio di altre multe, anche salatissime, è alto. Cutillo sembra aver minacciato persino le dimissioni se l'atteggiamento di parte della tifoseria non cambierà nelle prossime gare, interne ed esterne.
Fonte: Il Portico
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