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Super Stellone ed il Napoli va

Inserito da Il Mattino (admin), lunedì 10 dicembre 2001 00:00:00

Grande Napoli, stavolta. Grande almeno per un tempo e mezzo e capace di colpire e chiudere la gara addirittura nel momento di difficoltà. Grande Napoli, che dopo quasi una dozzina d'anni torna a vincere due partite di fila in «casa» propria. Grande Napoli, sì, ma soprattutto grandissimo Stellone (nella foto in alto), simbolo e trascinatore d'una squadra che s'è ritrovata quando ha ritrovato il proprio centravanti. Due gol da incorniciare, quelli della punta: splendida acrobazia e gol col suo piede «meno buono», il destro, e poi splendido tuffo e gol di testa per l'ennesima doppietta. E non è tutto. È stato ancora lui, infatti, che s'è guadagnato quelle punizioni che hanno dato al Napoli il terzo ed il quarto gol, grazie ai sinistri su misura di Montezine e Jankulovski. Cosenza servito, dunque. E Mondonico pure, in una coda velenosa e piena di rancori. Soprattutto, però, un successo che rimette in corsa la squadra di De Canio. E con diritto, perché il Napoli, quello del primo tempo (un po' meno quello del secondo) è stato squadra vera. E s'è esaltato quando, dopo quattro minuti appena, s'è ritrovato sotto per un gol per caso di Zaniolo. A quel punto la giornata poteva pure complicarsi. Ed invece no. Trascinato da Stellone, con Baccin cacciatore di profondità e Vidigal acchiappapalloni in mezzo al campo, infatti, il Napoli s'è dato una risistemata e si è ripreso. Anzi, ha fatto di più: ha schiacciato il miracolo-Cosenza (un pari e cinque successi nelle ultime sei gare) e l'ha ricacciato sotto con lo scatenatissimo Stellone. D'accordo, molto gioco e poche conclusioni in questo primo tempo, però... però una gran capacità di capitalizzare le occasioni. E, ancora, una dimostrazione di forza in mezzo al campo, segno che, quando il Napoli è coperto ed in buona salute in ogni ruolo, può giocarsela alla pari con chiunque. E c'è di più. C'è che, tornato in campo dopo aver ripreso «calore» nello spogliatoio, il Napoli ha saputo trovare anche il terzo gol: bella la punizione brasiliana, infatti, e per Montezine (nella foto al centro) quarto centro personale. Bene, gara chiusa? Beh, non esageriamo. Infatti, disperato e voglioso di dare grattacapi alla sua ex e non amata squadra, Monsonico, che dopo quel primo, occasionale gol aveva provato a chiudersi in difesa, spara tutte le cartucce che ha a disposizione. Dal quinto minuto, infatti, Cosenza con tre punte (Lentini, Zaniolo e Imbriani), con Mendil - stranamente in panchina in avvio di match - a fare il trequartista. De Canio replica immediatamente, ma più che un cambio - fuori Montezine e dentro Husain - la sua è una rivoluzione. Accade, infatti, che i due centrali, Magoni e Vidigal, vengono spostati sull'esterno, che in mezzo ci vanno Husain e Jankulovski, mentre Baccin finisce nel ruolo di terzino. Ebbene, tanti cambiamenti hanno un effetto-schianto sulla squadra che, di fatto, perde il centrocampo. E, infatti, è sofferenza tra le forze azzurre. Tant'è che non arriva disatteso il gol di Imbriani, felice a due passi da casa. Per il Napoli, invece, il momento è nero. Smarrita, impaurita, incapace di far gioco, la squadra di De Canio si raddrizza un po' solo dopo quindici-venti minuti di calcio senza testa. Si raddrizza quando, dopo la mezz'ora, con Moriero in campo la squadra trova più esperienza a destra, e, soprattutto, la difesa riesce a rimettersi dignitosamente «a quattro». Il resto lo fa tutto Stellone, che quando parte terrorizza gli avversari e guadagna punizioni. E sull'ultima, quando il Cosenza già si ritrova in nove per l'espulsione di Imbriani prima e di Zaniolo dopo, Jankulovski mette d'accordo tutti con un altro gol su punizione, mentre Mancini e Mondonico, con gesti e con parole, si dicono quello che avevano da dirsi. Ma questo poco importa. Il passato ormai non conta. Contano, invece, sei punti in sette giorni ed un settimo posto che ridà chance alla squadra di De Canio.

De Canio euforico: «È stato il trionfo del collettivo»

Dal gennaio del 1990 il Napoli non vinceva due partite consecutive in casa. Ci è riuscito il Napoli di Gigi De Canio. Il doppio successo contro Palermo e Cosenza rilancia la squadra in classifica, le restituisce morale e forza per cercare di rientrare in zona-A entro la fine del girone di andata. «Un successo meritato quanto sofferto, perché abbiamo avuto - dice De Canio (nella foto in basso) - un momento di sbandamento quando il Cosenza ha fatto entrare Mendil. C'è stato un equivoco in campo, tra i centrali e l'esterno. C'erano tre difensori su un attaccante...». Proprio come contro il Palermo, il Napoli era passato in svantaggio. «Il Cosenza veniva da quattro vittorie, era riuscito a farci subito gol. Poteva capitare che la mia squadra si abbattesse, invece c'è stata una splendida reazione. Devo fare i complimenti ai ragazzi per il loro comportamento. Non si sono abbattuti, né disuniti». È stato bravissimo Stellone. «Stellone è stato bravo, ma è stato bravo anche chi gli ha fornito il pallone per segnare. Il Napoli va elogiato come collettivo e non per i singoli calciatori che ha». Un'altra prova di maturità. «Sono d'accordo. Una prova di maturità e la dimostrazione che, fisicamente, i ragazzi ci sono. È stato bravo Zaniolo, più bravi i miei a reagire». Esistono margini di miglioramento? «Certamente, soprattutto quando avremo una migliore facilità di giocate». Ha dato uno sguardo alla classifica? «È stata una vittoria importante, inutile negarlo. Una vittoria che ci autorizza a credere che potremo avere un ruolo importante, da protagonisti. Un ruolo che vogliamo dedicare a noi stessi, al nostro lavoro, ai tifosi e...». C'è una pausa, De Canio riflette. È il caso di aggiungere altri? Evidentemente no, perché continua così: «... e, quindi, cercare di fare l'impossibile per occupare un ruolo importante. Poi, si vedrà». Anche Vidigal si è rivelato protagonista, gli viene detto. De Canio ribadisce che non intende parlare dei singoli. «È il trionfo del collettivo. Quando funziona, è bello vederlo giocare. Sono fiducioso anche perché sto per recuperare tutti». I tifosi vi hanno applauditi. «I tifosi devono essere orgogliosi di questa squadra. Non è giusto pretendere che ammazziamo il campionato, perché in B ci sono tante squadre forti, ma lottiamo per ridare al Napoli la dignità che gli spetta». Mancini si è calmato? «Chiedo scusa al Cosenza ed ai suoi dirigenti. Mi spiace per qualche equivoco, per la confusione. Non è da Napoli fare certe cose. Chi indossa la maglia azzurra deve essere irreprensibile. In settimana, appurerò quanto è avvenuto e si vedrà cosa fare».

Fonte: Il Portico

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