Tu sei qui: Economia e TurismoVolpecina, l'asso di Campilongo
Inserito da (admin), martedì 3 ottobre 2006 00:00:00
Ancora una volta ha risposto presente alla chiamata di Sasà Campilongo. Michele Volpecina non ha fallito l'ennesima prova del nove. Dal campionato 2004/2005 è lì, buono buono, in seconda fila, pronto a coprire la falla sulla fascia destra della difesa aquilotta, che eventualmente si apre quando un titolare è costretto a dare forfait. Mai una lamentela, mai uno screzio con compagni e staff. Un calciatore ideale da gestire. A 21 anni ha maturità da vendere. Ed è una riserva, si fa per dire, d'oro. E' figlio d'arte. Il papà Giuseppe, campione d'Italia nel 1987/88 con il Napoli, quello dei vari Garella, Bruscolotti, Giordano, De Napoli e del grande Maradona, lo ha avvicinato al calcio e la sua passione lo ha premiato. Prima la Scuola calcio, poi il Nazionaldilettanti nella Casertana nel 2002/2003, con ben 15 presenze alla giovanissima età di 16 anni. L'anno successivo il ritorno alla Primavera del Napoli, prima del trasferimento alla Cavese.
4 presenze il primo anno, quello della promozione sfumata proprio nel rush finale di Gela, e 12 apparizioni nell'anno della vittoria del campionato di C2. Una grande annata per tutti gli aquilotti, compreso lui, il ragazzo nato per caso a Pisa, ma napoletano d'adozione. «Sono contento di aver contribuito nel mio piccolo alla rinascita della Cavese negli ultimi anni - sottolinea con un pizzico di orgoglio Michele - Ho sempre aspettato il mio turno senza lamentarmi, perché mi hanno insegnato che c'è un tempo per ogni cosa. E non è la fretta a farti maturare. Spero che ci saranno anche per me occasioni di emergere nel calcio che conta». Il ragazzo anche quest'anno era entrato nell'elenco dei papabili ad un trasferimento in altre società. Insomma, quasi un parcheggio per farsi le ossa, in attesa di un ritorno in grande in maglia biancoblù. Ma come è accaduto anche nello scorso campionato, alla fine la dirigenza aquilotta ha preferito trattenerlo. E bene ha fatto. «E' uno di quei ragazzi che non si vorrebbero mai perdere - rimarca soddisfatto il diesse Nicola Dionisio - non fa mai una grinza se deve andare in panchina o ancor peggio in tribuna. È questo lo spirito giusto per partecipare all'avventura di una squadra».
E' stata la sua domenica, quella che ci si è lasciati alle spalle. Michele Volpecina al "Libero Liberati" il suo dovere l'ha fatto fino in fondo. Senza far rimpiangere il titolare della maglia numero 2, Marco Arno, appiedato dal giudice sportivo per un turno. Si è tolto lo sfizio di annullare l'attaccante Russo, sottoponendolo anche ad un paio di imbarazzanti "mutande", e di coprire nei raddoppi anche i compagni di reparto. Alla fine è stato, nella giornata in cui la Cavese ha fermato una delle corazzate del girone, tra i migliori. Onore al merito. «Mi fa piacere che quando ho l'opportunità di giocare - sottolinea la sua soddisfazione per la prestazione in terra umbra il giovane difensore della Cavese - tutto vada per il meglio. Il trucco? Nessuno. Solo tanti sacrifici e molta concentrazione. So che per un 21enne (compierà gli anni il prossimo 5 novembre, ndr.) non sempre è facile in C conquistarsi la fiducia di un tecnico, in presenza nella rosa di altri vecchi volponi. Ma mi dò sempre da fare per farmi notare. E quest'atteggiamento mi premia alla fine. Spero di rimanere a lungo alla Cavese. Magari conquistando ancora qualche altro traguardo importante. Sarebbe un sogno bellissimo che si concretizza».
Intanto, oggi pomeriggio riprenderà la preparazione del gruppo in vista del match casalingo di domenica con il Gallipoli. A Mugnano del Cardinale si svolgerà tutto il programma di lavoro, eccezion fatta per la partitella del giovedì, che si consumerà a Palma Campania contro il Sant'Antonio Abate. Per i metelliani una gara importante e da sfruttare al meglio per continuare a reggere il ritmo delle prime della classe, Salernitana in testa. Per non perdere il ritmo delle protagoniste di quest'avvio di stagione occorre avere tanto sangue freddo. E la Cavese tutto cuore e velocità di calcoli ragionati ne fa ben pochi. Dunque, la necessità per il tecnico aquilotto di gettare sistematicamente acqua sul fuoco dell'entusiasmo e di preparare psicologicamente i suoi ogni volta con grande attenzione.
Fonte: Il Portico
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