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A Ravello le “Vexations” di Satie, il concerto più lungo della storia: 3-4 agosto 22 ore non-stop

Inserito da (redazionelda), domenica 9 luglio 2017 19:12:42

Dalle 18.00 del 9 settembre 1963 alle 12.40 del giorno successivo, ossia per diciotto ore e quaranta minuti di seguito, al Pocket Theatre di Manhattan John Cage, con altri undici pianisti, eseguì per la prima volta, integralmente, Vexations di Erik Satie (1866-1925). Premi speciali erano stati predisposti per gli spettatori che avrebbero resistito alla prova più a lungo.

Cage aveva "previsto tutto, salvo il fatto che, dopo quest'evento, la vita di chi vi aveva assistito sarebbe cambiata". Solo chi l'aveva vissuta, infatti, era in grado di misurare tutta la differenza che separa una simile idea dall'esperienza corrispondente.

In Europa l'impresa è stata realizzata per la prima volta il 12 aprile 1980, a Milano, da Walter Marchetti e Juan Hidalgo, compositori amici di Cage, i quali hanno eseguito il brano in versione dialogata: il tema solo al primo, il tema armonizzato nei due rivolti al secondo.

Altrove, Vexations è stato eseguito anche da singoli pianisti. Uno di questi, il canadese Rober Racine, prima di eseguire l'opera, l'ha ricopiata a mano 840 volte ed ha dichiarato di volerla eseguire altrettante volte nel corso della sua vita.

A Ravello e in Costiera Amalfitana le Vexations non sono mai state eseguite. Fino ad ora. Una non-stop di 22 ore, con inizio alle 21 del 3 agosto per concludersi alle 19 del giorno successivo, arricchisce il cartellone della Ravello Concert Society. A rendere ancora più interessante l'evento è la formula scelta per la performance: chi vuole cimentarsi nell'esecuzione può proporsi e scegliere il lasso di tempo in cui esibirsi: pubblico e performer si confondono e si scambiano di ruolo nell'atmosfera surreale creata dal brano di Satie.

Per partecipare si può contattare il direttore artistico della Ravello Concert Society, Antonio Porpora Anastasio (artdirector@ravelloarts.org),che ha riconfermato l'appuntamento anche nel cartellone del 2018 con l'intentodi farlo diventare una costante nella programmazione concertistica di Ravello: una occasione di incontro per pianisti provenienti da tutto il mondo.

Vexations nasce nell'ultima decade del 1800 e, con i frammenti Prière e Harmonies, è incluso nella raccolta Pages mystiques, ideata e pubblicata dal musicista e scrittore Robert Caby.

L'opera consiste in una sequenza musicale da ripetere 840 volte: un motivo nel registro medio-basso che risuona lentamente 3.360 volte, scritto utilizzando l'enarmonia per aggirare la prassi risolutiva classica delle alterazioni ed affrancare la musica da vincoli e rapporti tonali. Ad ogni ritorno, il tema-basso è armonizzato con l'aggiunta di un bicordo superiore, meno rigoroso nella scrittura enarmonica inversa, che appare la prima volta come proposta timbrico-tematica risultante e la seconda volta, in rivolto inferiore, quale ripensamento della precedente.

Stando alla testimonianza del ventenne Caby (1905-1992), sul letto di morte Erik Satie avrebbe detto: "Non ho mai scritto una sola nota che non avesse senso". Questa dichiarazione-manifesto invita all'esame di Vexations ben al di là delle consuete categorie tecniche ed estetiche dell'arte musicale, o delle coeve poetiche surrealiste e dadaiste che non riescono a contenerne l'intera portanza.

La musica "colta", com'è noto, trascina l'esecutore e l'ascoltatore in un reticolo di strutture tematiche ed armoniche, di tensioni e di distensioni dialettiche e timbriche che sospende il flusso ordinario del tempo. Nel caso di Vexations, al contrario, il tempo musicale coincide con il tempo cronometrico e chi suona, o ascolta, si confronta solo con se stesso, con i propri pensieri, alla ricerca di un senso che supplisca all'assenza di eccitazione dei sensi e relativi sentimenti. L'opera, infatti, evolve in un tempo lineare periodato da una brevità ciclica che conferisce rinnovamento ad ogni ritorno, pur formalmente identico.

Il pianista, sin dalle prime ripetizioni, è obbligato a metter da parte ogni conato interpretativo ed ogni forma di spettacolarità; diventa, a sua volta, un semplice "medium" dell'evento e, quando non cede a debolezze di carattere fisico o comportamentale, il primo diretto fruitore... Ergo: non più uno strumentista che usa la musica per... ma un musicista che usa lo strumento per...

Perché 840 ripetizioni? Questo, al di là delle tante ipotesi, può saperlo solo Satie. Certo è che il numero in questione annulla anche il senso dell'eternità, che è invece suggerito dai due precedenti storico-musicali abitualmente affiancati a Vexations, la Mazurca op. 68 n. 4 di F. Chopin e il Fragment an Sich di F. Nietzsche.

"Nello Zen è detto: se qualcosa vi annoia per due minuti, provate a farla per quattro minuti. Se vi annoia ancora, provatela per otto, sedici, trentadue minuti ed oltre. Potrà succedervi che non la giudichiate più noiosa, ma invece interessante... Siamo noi che produciamo la noia. La noia nasce solo se la suscitiamo noi... Quando l'ego si ritira, sparisce anche la noia. Se rompiamo con il nostro ego, tutto ricomincia sempre da zero, per cui non c'è la minima possibilità di noia" (John Cage).

Fonte: Il Vescovado

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