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Chamber Music in Ravello, gli appuntamenti della settimana 6-10 maggio

Inserito da (redazionelda), lunedì 6 maggio 2019 08:35:35

Con il concerto di oggi, lunedì 6 maggio, i concerti di musica da camera della Ravello Concert Society avranno inizio alle 20.30. Stasera, nel meraviglioso complesso monumentale dell'Annunziata, protagonista è il "Quartetto dell'Accademia Sannita" che eseguirà composizioni di Haydn, Mozart e Respighi.

Haydn fu certamente uno dei promotori principali del quartetto classico di forma moderna. Il Quartetto in fa maggiore op. 3 n. 5, in programma lunedì, si snoda con straordinaria freschezza melodica nel pieno rispetto della tradizione classicista.

L'inventiva del musicista tocca il momento più felice nell'Andante cantabile, strutturato come una serenata o un'aria all'italiana con una melodia così dolcemente suadente e pastosa affidata al primo violino e accompagnata da un pizzicato di pungente effetto emotivo e tale da immergere l'ascoltatore in un clima di estasiata contemplazione.

Segue poi un altro caposaldo del genere dei quartetti, ovvero il Quartetto in si bemolle maggiore K. 458 di Wolfgang Amadeus Mozart, che fu scritto a Vienna nel 1784 e reca il sottotitolo "La caccia", attribuito forse dall'editore Artaria, per il gusto un po' rustico del primo tema dell'Allegro assai vivace. Tra i quattro strumenti s'intreccia un interessante gioco di imitazioni, con domande e risposte di squisita eleganza e festosità espressiva.

Dopo l'intervallo sarà la volta del Quartetto in re minore composto nel 1909 da un Ottorino Respighi trentenne, con ormai alle spalle le due stagioni come violista nell'orchestra del Teatro Mariinskij, durante le quali fu anche allievo di Rimskij-Korsakov, il soggiorno di studio in Germania e l'attività nel "Quintetto Mugellini". Il pezzo, diviso nei quattro movimenti del classicismo viennese, è sottotitolato "Seria è la vita, gaia l'arte". Come prevedibile per la professione strumentale di Respighi, la viola vi ha sin dall'inizio una parte d'insolita preminenza.

 

Mercoledì 8 maggio comincia la serie di concerti per due pianoforti che si terranno nel Ravello Art Center. Per l'occasione si esibisce il duo composto da Eleonora Spina e Michele Benignetti, attivi in tutta Europa nelle più prestigiose sale da concerto.

Primo brano in programma la Sonata in si minore di Franz Liszt, nella trascrizione per due pianoforti di Camille Saint Saens. Unica composizione di Liszt a riferirsi ad una forma classica, fu conclusa il 2 febbraio 1853 e dedicata a Robert Schumann. In quei giorni Liszt era a Weimar, dove, sollecitato dalla principessa Caroline Sayn-Wittgenstein, si dedicò alla composizione di poemi sinfonici per orchestra.

La Sonata si articola in un unico movimento della durata di una trentina di minuti e prende l'avvìo da un tempo lento di sette battute, di carattere meditativo, che costituisce una specie di sigla per l'intera composizione (riapparirà, come richiamo psicologico, nella parte centrale e alla fine).

Nel secondo tempo ritroviamo ancora Camille Saint Saens con la Danza Macabra, poema sinfonico usualmente proposto nella versione per orchestra. Questa musica Saint-Saëns l'aveva composta dapprima per canto e pianoforte - su un buffo, onomatopeico testo di Jean Lahor, pseudonimo di Henri Cazalis - e poi, nel 1874, riscritta in veste di poema sinfonico.

Per concludere il duo eseguirà le Variazioni su un tema di Haydn, op. 56b di Johannes Brahms. IL tema su cui si incentra la composizione di Brahms è erroneamente attribuito dall'autore a Haydn: era invece una creazione di Ignace Pleyel, che di Haydn fu allievo, e che, a sua volta, parte dalla citazione da un antico canto processionale austriaco, il cosiddetto "Chorale in honorem St. Antonii".

 

Venerdì 10 maggio si ritorna al complesso monumentale dell'Annunziata per il recital del pianista Filippo Balducci. Il primo tempo è dedicato al compositore russo Alexander Scriabin: in programma la Mazurca op. 3 n. 7 e i Preludi op. 11.

Johan Sebastian Bach con il Clavicembalo ben temperato diede inizio alla tradizione dei ventiquattro Preludi, in ventiquattro tonalità, dodici maggiori e dodici minori, che si alternavano regolarmente. Tra gli altri compositori che ritentano l'impresa si segnalano Muzio Clementi, Franz Liszt e Frederic Chopin. Poi arriva Scriabin, baldanzoso e un po' megalomane, che a sedici anni comincia a scrivere preludi con l'intenzione di completarne due serie di ventiquattro ciascuna. Chopin aveva lavorato ai Preludi op. 28 per tre anni. Scriabin lavora per nove anni, dal 1888 al 1896, e alla fine si ritrova con una sola serie, più vari spezzoni della seconda serie. La serie completa viene pubblicata come op. 11, Skrjabin sta dunque dietro a Chopin, ma non molto distante perché la sua invenzione musicale è alta ed il dominio del suono pianistico è già completo.

A seguire Balducci eseguirà i 12 Studi op. 25 di Frederic Chopin.

A partire dagli anni intorno al 1800 con il termine "Studio" si inizia generalmente a indicare un brano strumentale di dimensioni non molto ampie, interamente costruito intorno a una particolare difficoltà tecnica che, per l'appunto, ci si prefigge di superare. Chopin compone i suoi primi Studi, confluiti poi nell'op. 10, nell'autunno del 1829, a diciannove anni, come esercizi preparatori per aiutarsi a superare alcuni passaggi particolarmente ostici delle sue stesse composizioni di quel periodo. La seconda serie degli Studi chopiniani è stata compiuta nel 1837. Si tratta di dodici brani, dedicati a sviluppare ciascuno un prevalente tecnicismo.La raccolta è dedicata alla contessa Marie d'Agoult.

Il calendario della 24esima concertistica della Ravello Concert Society, affidata alla direzione artistica di Antonio Porpora Anastasio, è disponibile su www.ravelloarts.org

Fonte: Il Vescovado

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