Tu sei qui: Eventi e SpettacoliContaminations e Beethoven: continuano i concerti da camera a Ravello
Inserito da (redazionelda), martedì 22 giugno 2021 16:50:18
Mercoledì 23 giugno, con inizio alle 20.30, un intrigante concerto in programma all'Annunziata di Ravello: dal classicismo al jazz in un batter d'occhio. Il poliedrico pianista pugliese Davide Valluzzi si esibisce in un repertorio che spazia da Mozart a Gershwin con una puntata alla favolosa epoca del Ragtime. Si comincia con la Sonata K. 310 in la minore del genio di Salisburgo, frutto dell'incontro di due esigenze: la scelta di un nuovo pathos espressivo, legato appunto alla tonalità minore, e la ricerca sulle risorse del nuovo pianoforte a martelli, le cui potenzialità cominciavano a diventare ben evidenti per Mozart che andava quindi adeguando la sua scrittura tastieristica.
Valluzzi poi passa a Ludwig van Beethoven, e precisamente alla Sonata op. 111, la trentaduesima ed ultima del catalogo di Beethoven; si tratta dell'estremo periodo creativo dell'autore, periodo i cui frutti risultarono spesso incomprensibili e ineseguibili ai suoi contemporanei, per l'astrusità del contenuto e le difficoltà tecniche, ma che saranno poi particolarmente apprezzati nel nostro secolo.
Si cambia genere nel secondo tempo: Valluzzi ci presenta una selezione di pezzi "all around ragtime" di Scott Joplin. Il ragtime è una musica ballabile eseguita spesso al piano, in cui la mano sinistra batte un rigido ritmo di marcia, mentre la destra suona melodie sincopate. Nato per opera di pianisti neri colti che suonavano in bar e case di tolleranza, il ragtime dominò l'America per trent'anni. Scott Joplin è il suo massimo esponente. Con lui il genere raggiunse il suo massimo sviluppo. Menzione speciale per Maple Leaf Rag che, per primo, attestò l'entrata del ragtime in una sfera musicale molto più evoluta.
Tutt'altra musica sarà protagonista del concerto in programma sabato 26 giugno, sempre all'Annunziata, sempre alle 20.30. Nella serata tutta dedicata a Beethoven, Giuseppe Maiorca interpreterà 4 tra le più famose ed eseguite composizioni del "Maestro della Sonata per antonomasia".
Composta negli anni 1798 e '99, quando Beethoven cominciava a temere per il suo udito, la Sonata in do minore op. 13 «Patetica», fra le composizioni pianistiche del cosiddetto primo periodo beethoveniano, è il più fulgido esempio del focoso temperamento del giovane compositore di Bonn e, allo stesso tempo, la più ricca di ambizioni sinfoniche. Temperamento e ambizioni che inducono Beethoven a forzare i limiti naturali della tastiera e a piegarne la materia sonora alle sue urgenti necessità espressive. Sarà lo stesso autore a dare il titolo di «patetica» all'op. 13.
Maiorca propone poi la sonata op. 27 n. 2. Dedicata a Giulietta Guicciardi, la sonata ebbe il sottotitolo "Al chiaro di luna", impostole per primo dal musicologo tedesco Ludwig Rellstab che vide nel suo famosissimo primo tempo il riflesso del chiarore della luna sul lago dei Quattro Cantoni. Per quanto riguarda Beethoven egli aveva dato alle due sonate op. 27 un sottotitolo che diceva molto di più sul piano musicale: "sonata quasi una fantasia". Col che intendeva il superamento dello schema, già da lui sfruttato al massimo, della forma sonata e l'adozione di una maggiore e imprevedibile libertà formale e strutturale.
Ritorna invece quel forte contrasto tematico espressione del conflitto etico dell'autore nella Sonata, op. 31 n. 2, da sempre una delle più eseguite, discusse e amate in tutta la serie delle Sonate di Beethoven. Alla sua fama ha contribuito il racconto di Anton Schindler che nel 1823, quindi vent'anni dopo la sua composizione, aveva chiesto a Beethoven una chiave per intendere e interpretare questa Sonata e; dalla risposta - «leggete la Tempesta di Shakespeare» - l'op. 31 n. 2 avrebbe ricevuto il soprannome di "Tempesta" che l'accompagna tuttora. Bisogna ammettere che questa è un'ottima risposta, proprio perché è vaga e non è di grande aiuto per chi vuole assolutamente trovare un "significato" extramusicale a questa Sonata.
Considerata a lungo il capolavoro, la "più beethoveniana delle Sonate di Beethoven", l'Appassionata conclude il suggestivo recital di Maiorca. La composizione ha nel titolo, tanto suggestivo anche se apocrifo, l'incarnazione dell'immagine stereotipata del genio solitario in lotta con il mondo, le passioni romantiche e la retorica sentimentaleggiante. La carica emotiva e drammatica della Sonata in fa minore op. 57 è talmente forte che giustamente il musicologo Massimo Mila ha scritto: «Son cose che la musica dice con evidenza solare, e sarebbe assurdo presumere di farle capire con parole a chi non le avesse sentite nei suoni».
L'intera programmazione 2021 della Ravello Concert Society, curata dal direttore artistico Antonio Porpora Anastasio, è disponibile suwww.ravelloarts.org.
La brochure può essere scaricata da: www.ravelloarts.org/Ravello_2021.pdf
Fonte: Il Vescovado
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