Tu sei qui: Eventi e SpettacoliSpigolando fra le regole della Scuola Medica Salernitana
Inserito da (redazionelda), lunedì 17 dicembre 2018 09:37:24
di Raffaele Ferraioli
Il "Regimen Sanitatis di Hippocratica" memoria, scritto in versi leonini è stato applicato per secoli come un vero e proprio testo di medicina pur non essendo un trattato ufficiale. La regola fondamentale prescrive di "mantenere in equilibrio i quattro umori del corpo allo scopo di conservare un buono stato di salute. L'umore è strettamente correlato alle affezioni e queste vanno curate con il ripristino dell'equilibrio interiore".
A tale proposito consiglio la lettura di un bestseller mondiale dal titolo "Guarisci il tuo corpo" - sottotitolo "Le cause mentali delle malattie fisiche e la soluzione metafisica per superarle" giunto (incredibile, ma vero) alla sessantasettesima edizione scritto da Louise L. Hay, scrittrice e divulgatrice impegnata a far scoprire e sfruttare al massimo la crescita personale e l'autoguarigione. Non un libro farmaco, ma uno strumento utile per ripristinare l'equilibrio fra corpo, mente e spirito e mantenere, in tal modo, un atteggiamento mentale positivo verso la vita. Condizione indispensabile per affrontare e vincere qualsiasi malattia fisica.
"Bisogna evitare quanto più possibile di ricorrere ai medici". Questo dicevano gli hippocratici salernitani tanti secoli fa; questo dicono oggi quelli che credono che il bene e il male della nostra esistenza siano il risultato degli schemi di pensiero creati dalle nostre esperienze.
Oltre a questo, per tenersi bene in salute è consigliabile vivere serenamente, in positivo, a colori; fare lunghe passeggiate a piedi alla "Viandante", adattarsi alla dieta di stagione, dormire un numero corretto di ore, curare le malattie con erbe, salassi, purganti, diuretici, tenendo conto dell'età del malato e delle cause del suo male. Particolare importanza veniva data alla cura dell'igiene della persona: "fin dal risveglio occorre lavarsi, pettinarsi, fare moto per risvegliare la circolazione sanguigna, pulirsi i denti per bene."
Notevole importanza veniva attribuita all'Uroscopia, che aveva un valore semeiologico, tant'è vero che il "Tractatus de Urinis" fu tenuto sempre in grande considerazione. In esso vengono enumerati ben venti diversi colori dell'urina, ciascuno dei quali è sintomo di malattie diverse. La diagnosi di un male dipende, se non esclusivamente in gran parte, dall'esito uroscopico.
Molto simpatiche appaiono poi le "raccomandazioni" per i medici che "non devono farsi tentare dalla bellezza femminile e quando visitano un malato devono astenersi dal guardare la di lui moglie, evitare di soffermare gli occhi sulla figlia o sulla serva". Per la tutela della privacy devono rispettare il cosiddetto segreto professionale e non rivelare le confidenze del malato che spesso, per vergogna non le confessa nemmeno ai suoi stessi familiari.
Interessante è poi la distinzione della medicina in tre tipi: la "metodica", impegnata sulla ricerca delle terapie; la "empirica", sostanziata dall'esperienza quotidiana; la "logica", basata sull'investigazione delle cause delle malattie.
Intrigante ma, forse, bisognevole di aggiornamenti alla luce delle mutate realtà, l'individuazione delle età dell'uomo, ritenuto: "adolescente" fino ai 25 anni; "giovane" dai 25 ai 35; "vecchio" dai 35 ai 65; "decrepito" dopo i 65 anni.
Vi riporto qualche consiglio pratico, come ad esempio, per il mal di testa: si unga la fronte di olio di pioppo o di rosa e, anche, di aceto unito ad albume d'uovo; giova anche un pediluvio in acqua tiepida nella quale siano state bollite foglie di papavero così come un pesto di tali foglie unito a zafferano, da cospargere su entrambi i polsi. Contro l'insonnia si sciolga oppio con latte di donna, si aggiunga zafferano e si cospargano le orecchie e l'interno delle narici con questo unguento fino a starnutire.
Questa mia breve riflessione non ha altra pretesa che indurre a esplorare questo immenso patrimonio di cultura, fin qui inopinatamente trascurato eppure meritevole di approfondimento. I percorsi di conoscenze da compiere non servono a soddisfare semplici bisogni di erudizione ma a contribuire a risolvere problemi diffusi di salute in chi la conserva ancora e in chi l'ha perduta. Non vi sembra questo un obiettivo fra i più nobili da perseguire?
Fonte: Il Vescovado
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