Tu sei qui: Lavoro e FormazionePoste Italiane e il caso straordinari: 3.000 ore non pagate ai precari
Inserito da (Admin), sabato 22 febbraio 2025 15:07:33
Finora sarebbero state accertate almeno 3.000 ore di lavoro straordinario non pagate da Poste Italiane ai suoi dipendenti precari. L'azienda, ritenendo che lo straordinario richiedesse un'autorizzazione esplicita per essere svolto e retribuito, in mancanza di tale autorizzazione non registrava né pagava l'attività lavorativa fuori orario. Così facendo, per anni ha alimentato un sistema a tutti gli effetti "fuorilegge".
A farne le spese soprattutto il personale precario impiegato come portalettere. Per questi lavoratori, solitamente giovani, inesperti e facilmente ricattabili dai superiori, i tempi di consegne si dilatavano notevolmente. Spesso, infatti, nel tentativo di completare i compiti assegnati, si vedevano costretti ad anticipare o posticipare l'inizio e la fine dei turni previsti. Ma senza che nessuno li autorizzasse a farlo, e pertanto l'azienda considerava queste ore aggiuntive prestate in modo spontaneo e gratuito.
Una cinica e consolidata prassi, supinamente accettata dagli stessi precari per evitare di compromettere le possibilità di vedersi prorogare i contratti a termine. Tutto ciò era ampiamente conosciuto e tollerato da Poste Italiane e dalle organizzazioni sindacali in azienda, tranne poche eccezioni perlopiù territoriali.
La situazione è venuta alla luce nel 2022, grazie a una denuncia presentata all'Ispettorato del Lavoro di Pistoia, da parte di un portalettere allora in servizio nel capoluogo toscano. Il lavoratore in questione aveva svolto 77 ore di straordinari in due mesi, senza ricevere alcuna retribuzione. Poste Italiane, dopo essere stata diffidata dall'Ispettorato a corrispondere quanto dovuto, aveva presentato ricorso dinanzi al Tribunale di Pistoia, contestando la fondatezza di questa decisione. Al solito, si appellava alla mancanza di un'autorizzazione esplicita da parte dei responsabili dell'ufficio per svolgere lo straordinario.
Con sentenza del 6 giugno 2024, il Tribunale ha respinto il ricorso e condannato l'azienda al pagamento delle spese legali. Nell'occasione, il giudice ha chiarito che l'autorizzazione può essere concessa anche implicitamente, come risultato di comportamenti concludenti. Poste Italiane, infatti, senz'altro conosceva o poteva conoscere le ore lavorate da ciascun dipendente, in virtù dei cartellini "marcatempo" in suo possesso. Ma non aveva mai richiamato il lavoratore al rispetto dell'orario.
Purtroppo, il caso non è isolato. La vicenda di Pistoia, resa pubblica attraverso la stampa locale e i social media, ha fatto da apripista su scala nazionale per molti precari, che hanno a loro volta denunciato situazioni simili. Il problema degli straordinari non pagati apre una riflessione generale sul precariato, che è ormai diventato sistematico nelle diverse aziende italiane, a causa di un quadro normativo inadeguato a garantire la tutela effettiva del diritto al lavoro a tutti i cittadini.
Fonte: Il Vescovado
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