Di Maria Abate

La soddisfazione del premier Renzi di fronte al calo della disoccupazione all'11,9%, emersa più volte in tv e sui social specie dopo il varo della legge di stabilità, sembra essere in realtà poco fondata. La disoccupazione giovanile, infatti, è arrivata a toccare quota 40,7%. Ben 13 mila in più i giovani senza lavoro rispetto allo scorso agosto. In questa situazione c'è ben poco da meravigliarsi che i giovani laureati, non trovando lavoro nel settore in cui si sono specializzati, si arrangino a fare tutt'altro. E non fa ridere che un laureato con 110 e lode in Comunicazione d'Impresa Pubblica si metta a fare l'aiuto-parcheggiatore, con tutto rispetto per i non laureati. Proprio così: Fabio De Maio, trentunenne di Salerno, è tra quei 25 giovani dottori che andranno ad aiutare gli addetti di Salerno Mobilità a far scorrere la viabilità in occasione di Luci d'Artista 2015. Ma, d'altronde, è stato proprio il presidente della società, Massimiliano Giordano, a stabilire che il massimo dei punti nel concorso d'assunzione andasse ai laureati con il massimo dei voti. Nulla di tanto scandaloso: è soltanto il riflesso di una società che va a rotoli. Meritocrazia? Nemmeno a parlarne. Nel momento stesso dell'iscrizione all'Università, un giovane italiano sa già che le probabilità di sentirsi realizzato dal punto di vista lavorativo al termine degli studi saranno bassissime, a meno che non si abbia un genitore con un'attività già avviata. E così Fabio, dopo aver tentato concorsi a Roma, lavorato prima a Pompei in un'azienda di sponsorizzazioni, poi in un ufficio postale privato, organizzato eventi anche nell'ambito del Giffoni Film Festival, ha fatto domanda per un altro lavoro a tempo determinato. Quattro mesi di lavoro nemmeno ancora garantiti, perché la selezione finale avverrà soltanto a fine ottobre, dopo aver sostenuto un colloquio orale di gruppo.

Guardando poi la vicenda salernitana dall'altra faccia della medaglia, e cioè dal punto di vista dei 930 diplomati che hanno fatto domanda di aiuto-parcheggiatori, emerge un certo senso di ingiustizia. Non che si possa impedire ai laureati di "aspirare" a lavori per cui non occorra la laurea, ma è surreale che i diplomati si vedano "soffiare" il posto di lavoro. La questione è delicata, ecco il motivo delle virgolette. Viene da pensare alla scena del film di Marco Tullio Giordana, "La meglio gioventù", in cui il professore di medicina, interpretato da un lapidario Mario Schiano, consiglia al giovane Nicola di andare via dall'Italia, «un Paese da distruggere: un posto bello e inutile, destinato a morire» e «in mano ai dinosauri».