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Lettere alla redazione

La Programmazione negoziata in Costa d’Amalfi: un’esperienza da non dimenticare

Inserito da Raffaele Ferraioli (redazionelda), lunedì 26 gennaio 2015 12:14:06

di Raffaele Ferraioli*

Il grande balzo in avanti dell'area collinare della Costa d'Amalfi affonda le sue radici in una feconda stagione di progettualità concertata: quella della programmazione negoziata. Gli effetti positivi di quella esperienza vissuta circa dieci anni fa emergono oggi con il consolidarsi di certe forme di investimento nuove e di alcune iniziative imprenditoriali piuttosto inedite per la nostra area (vedi ad esempio agriturismi, ospitalità diffusa etc.) e bisognevoli di essere in qualche modo metabolizzate.

La straordinaria esperienza vissuta con i due Patti Territoriali ha consentito di sperimentare, per la prima volta nella nostra area, un'intesa feconda tra soggetti pubblici e privati, che è valsa ad individuare in maniera condivisa e a realizzare in tempi concomitanti una serie di interventi di natura diversa, ma tutti concorrenti allo sviluppo socio-economico locale. Una concertazione che, abiurando la gerarchia a "piramide", come amano defininirla gli esperti, ha introdotto il modello collaborativo del "tempio greco". Ne è scaturita di una vera rivoluzione culturale, che è servita a promuovere su tutto il territorio la capacità di cooperare, di fare sistema, in un clima di solidarietà e di coesione sociale.

Per capire meglio i grandi benefici che ne sono derivati, basta far parlare i numeri, (atteso che la matematica non è un'opinione!):

  • Patto Territoriale Costa d'Amalfiper il turismo e l'artigianato: importo complessivo pari a 99 miliardi di Lire, di cui 73 miliardi per n°71 iniziative imprenditoriali private e 26 miliardi per n°12 interventi infrastrutturali pubblici;
  • Patto Verde Monti Lattari per l'agricoltura e la pesca: importo complessivo pari a 28 miliardi di lire, di cui 16 miliardi per n°50 iniziative imprenditoriali private e 12 miliardi per n°10 interventi infrastrutturali pubblici.

Mai come in questa occasione il territorio della Costa d'Amalfi, nella sua interezza e con le appendici di Agerola e Cava de Tirreni, ha potuto avvalersi di una messe di finanziamenti tanto cospicua, con investimenti importanti per la riqualificazione del sistema d'ospitalità, il miglioramento dei contesti urbani, la valorizzazione dei prodotti tipici, la creazione di nuove forme di ospitalità rurale. Borghi collinari come Raito, Albori, Tramonti, Scala, Furore, Montepertuso, Nocelle hanno potuto potenziare le loro attrezzature e attrarre flussi turistici sempre più corposi e qualificati: da quelli modaioli del "non posso non esserci" a quelli consapevoli della "total leisure experience".

Questo miracolo è stato possibile - bisogna dirlo - anche grazie ad un'encomiabile azione dei pubblici amministratori locali e ad un'ammirevole capacità imprenditoriale degli operatori privati. Da questo intreccio è scaturita una nuova attenzione per l'ambiente, una maggiore cura dei luoghi, un'illuminata politica di promozione e tutela delle eccellenze.

Oggi questa effervescenza diffusa nelle comunità locali impone un rinnovato impegno per l'intero apparato istituzionale, chiamato a consolidare le posizioni conquistate e ad assecondare i processi di ulteriore sviluppo in atto. A questo punto sorge, spontanea, la domanda di sempre: "Chi? Fa che cosa?, Come e quando? Con quali mezzi?"

Al primo interrogativo si può rispondere agevolmente: "Gli Amministratori Pubblici d'intesa con gli imprenditori privati".

Il secondo quesito, molto più complesso, suggerisce la seguente risposta: "Qualificare il sistema d'ospitalità in base alle esigenze della domanda, con un'azione concertata fra pubblico e privato."

La terza domanda attualizza l'esigenza dello snellimento delle procedure, da tutti invocato, e il valore della risorsa tempo.

L'ultima risposta sembra la più facile, ma impone l'obiettivo più difficile da perseguire: "Una più oculata allocazione delle risorse disponibili, specialmente di quelle europee, nonché il ricorso senza ulteriori indugi ai sistemi più avanzati di finanziamento privato nel pubblico (vedi finanza di progetto, leasing e dintorni)."

Le potenzialità tuttora inespresse, nonché i processi di ulteriore sviluppo in atto sull'intero territorio e, in particolare, nelle aree collinari fino a poco tempo fa emarginate e neglette, comportano una grande responsabilità per i pubblici amministratori, chiamati ad interpretare i bisogni delle popolazioni residenti, sostenerne le ansie di sviluppo, fornire loro risposte efficaci e puntuali, costruire percorsi di crescita al passo con i tempi e in sintonia con le continue evoluzioni in atto. Tutto questo sarà possibile solo se si riesce a ritrovare la coesione sociale del passato e a riproporre la concertazione territoriale già felicemente sperimentata.

*Sindaco di Furore

Fonte: Il Vescovado

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