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Inserito da Gianpaolo Schiavo (redazionelda), martedì 27 gennaio 2015 08:57:03
di Gianpaolo Schiavo*
Non è mia intenzione con questa ulteriore intrusione, entrare in polemica con il professore Sorrentino che ha interpretato, in maniera personale e soggettiva, le ragioni che mi hanno spinto all'intervento di ieri, che invece a me è costato, a livello personale e per senso di responsabilità, non pochi tormenti. L'unico mio intento era solo quello di riportare la ricostruzione dei fatti sui binari della completezza d'informazione e la pluralità dei commenti. Lungi da me quindi arrogarmi il diritto di "rimproverare" qualcuno, mentre il mio scopo era sollecitare tutti a farsi coinvolgere con mente aperta in questo momento importante per il Paese.
In primis, però, sgombro il campo dalle questioni private e familiari, precisando che con mio fratello dopo il suo articolo, mi sono sentito e confrontato su tutta la vicenda, come avviene tra persone di famiglia, con tutte le sfumature possibili nelle discussioni tra coloro che si vogliono bene, si stimano, che possono avere (come hanno) caratteri e sensibilità pure diversi, ma che sono entrambi "persone perbene"!
La mia annotazione che può essere sembrata polemica sulla parzialità delle informazioni acquisite e riportate dall'editoriale di Antonio, voleva solo ricordare a tutti (anche a un fratello che viene ritenuto dal Direttore de "Il Vescovado", l'editorialista di punta del giornale), che esiste la prima, fondamentale norma che va praticata da chi vuole dare notizie complete e rispondenti alla realtà dei fatti: cioè quella di sentire le persone e le fonti dirette; poi, come dicevo, si possono legittimamente esprimere commenti, stilare giudizi, giungere a conclusioni di cui ci si assume in prima persona paternità e responsabilità!
Peraltro non dovevo certamente essere io, né come fratello, né come semplice componente del Consiglio d'indirizzo neo-nominato, a dover dare esclusive o anteprime a chicchessia, in quanto era stato concordato al termine della delicata riunione, la diffusione di un comunicato ufficiale della Fondazione e a quello si sarebbe potuto fare riferimento per darne contezza al Paese. Quindi nessuno aveva niente da nascondere né tantomeno, con ciò che ho affermato, volevo tenere all'oscuro l'opinione pubblica di quanto di mia conoscenza o non dare conto puntuale anche sull'assolvimento del mio mandato.
Per quanto riguarda poi questo specifico aspetto, penso di essere stato "designato" dal Sindaco di Ravello (e non "posto là", caro Professore) perché forse ho qualche competenza specifica nel settore, un po' di esperienza acquisita e riconosciuta da Istituzioni, Ministri, musicisti, ecc., un discreto percorso professionale e, soprattutto un amore indiscutibile per il mio Paese, per la sua storia e le sue vocazioni artistiche! Certamente non ho alcuna velleità di alcun genere per la funzione che sono stato chiamato a ricoprire, ritenendo solo di poter mettere a disposizione di Ravello queste mie caratteristiche e il mio entusiasmo!
Tali convinzioni non mi fanno temere alcuna "defenestrazione" proprio perché non ho alcuna ambizione. Ho già tante responsabilità e gratificazioni nel mio lavoro quotidiano di Direttore del Conservatorio di Bari e se il Sindaco riterrà che il mio contributo, i miei comportamenti, la mia lealtà rispetto alla fiducia accordatami, non dovessero corrispondere alle aspettative, tornerò al mio silenzioso e difficile compito professionale in Puglia, mantenendo il mio legame con questa Comunità e auspicando che possa ottenere quella "centralità" che tante volte è stata invocata e dichiarata da tanti, poche volte fin ora perseguita, forse solo in questi giorni avviata, proprio grazie all'azione del Sindaco Vuilleumier e dei consiglieri da lui nominati.
Se ciò sarà realizzato, sarà una grande e significativa impresa, la migliore risposta a veri o presunti disegni e trame spartitorie della più becera politica, spazzando via e facendo cessare evocazioni dietrologiche o sospetti di nuove manovre di schieramento. L'unico intento sarà quello di prefigurare una sempre maggiore crescita culturale ed artistica di Ravello, attraverso le attività della Fondazione, a vantaggio di tutta la Comunità ravellese, con un respiro che si apra al mondo e che vada ben oltre i confini del nostro territorio, peculiarità propria della storia e delle tradizioni più nobili e civili della nostra Città.
Per quanto mi riguarda finiscono qui le parole, inizia il mio impegno per contribuire a raggiungere gli obbiettivi sopra illustrati e smentire pure gli scettici! Spero che, ciascuno nel suo ruolo, faccia altrettanto!
*Consigliere di indirizzo della Fondazione Ravello
Fonte: Il Vescovado
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