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Lettere alla redazione

Quanno è pe' vizio nun è peccato!

Inserito da (redazionelda), lunedì 10 luglio 2017 08:38:19

di Raffaele Ferraioli*

 

Il dibattito sul problema della mobilità nella nostra area, che pure aveva subito un'impennata la scorsa settimana con una forte amplificazione durante la scorsa settimana balzando ai vertici della cronaca e promettendo scintille, è subito tornato nel dimenticatoio. Dopo poche battute è tornato l'assordante silenzio di sempre. Manca il confronto, langue il dibattito, latita la dialettica. Si riacutizza quel malessere ormai cronico, per molti aspetti contagioso e assai diffuso fra noi e che io già qualche anno fa, nel mio libro "Primi Piani", ebbi a definire: la Sindrome del Baco da seta.

Sono anni che mi sforzo di guardare un po' più in là del mio naso, di guardare al futuro, se è possibile di disegnarlo. Mi piace continuare a porre domande pur senza avere risposte, per sfizio, forse per vizio e mi consola quel proverbio della nonna (l'ennesimo!): "Quanno è pe' vizio nun è peccato!"

Partendo da questa premessa, resta incontrovertibile una verità assoluta, anche se non da tutti condivisa: l'origine di tutti i guai di questo nostro territorio, il padre di tutti i nostri problemi è quello della mobilità sostenibile (come ama definirla qualcuno). Allo stesso modo è innegabile che ogni e qualsiasi politica di ulteriore sviluppo del nostro comprensorio deve puntare non tanto alla crescita della quantità ma a quella della qualità.

S'impone l'esaltazione della vocazione agricolo-artigianale che deve procedere di pari passo con la riqualificazione dell'attività turistico-ricettiva, perseguendo alcuni obiettivi fondamentali e, per fortuna, largamente condivisi: salvaguardare l'ambiente naturale, attivare un'attenta politica di difesa del suolo, sviluppare il settore produttivo storico, riqualificare e rafforzare l'armatura territoriale.

Tale vision impone una coerente mission, soprattutto in tema di mobilità, sostanziabile nelle seguenti azioni:

  • Consentire il raggiungimento delle diverse mete senza con soluzioni che non obblighino ad attraversare i centri abitati e a percorrere sempre, prima o poi, la strada costiera;
  • Migliorare l'accessibilità alle aree agricole attraverso una rete viaria rurale:
  • Valorizzare, completare e riammagliare la viabilità intermedia esistente;
  • Integrare e potenziare il servizio trasporto pubblico;
  • Affrancare la borbonica strada costiera dall'attuale funzione di asse unico portante di tutto il traffico e restituirla ad una funzione di collegamento turistico a breve raggio;
  • Ridistribuire i flussi turistici sul territorio spaziando nelle aree collinari e montane;
  • Ammodernare le due strade trasversali montane: Agerola e Chiunzi;
  • Capovolgere il sistema a pettine attuale, realizzando la "dorsale" di raccordo a monte, che bypassi il territorio e renda fruibile le aree montane tuttora abbandonate, riportandovi un minimo di interessi economici che li sottragga alla devastazione dei "nuovi Barbari".

Si ha così un sistema articolato e flessibile, capace di promuovere, fra l'altro, lo sviluppo dell'area montana, di renderla finalmente fruibile e di metterne in valore le cospicue risorse culturali, naturalistiche, ambienrtali e storiche a vantaggio di tutto il territorio.

Residua un altro problema importante: stabilire l'ordine prioritario degli interventi, in modo che non si creino intralci al traffico e si dia immediata funzionalità alle opere via via eseguite.

In attesa di tutto questo si rende urgente realizzare uno studio che armonizzi gli orari del trasporto pubblico, gestisca i flussi con i più moderni sistemi informatici, introduca lo sharing e con esso l'elettrificazione del trasporto pubblico urbano. Si tratterebbe di realizzare un Sistema di Infomobilità al passo con i tempi e in linea con le esigenze del nostro territorio. La Costa d'Amalfi, il cui prestigio è universale, non può fare sempre la Cenerentola e merita di stare all'avanguardia in tutti i sensi.

Ma di questo parleremo con i dovuti approfondimenti la prossima volta.

*sindaco di Furore

Fonte: Il Vescovado

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