Tu sei qui: Lettere alla redazioneRavello, spazi sociali mancanti: colpa degli adulti che a ragazzi di oggi pesa tanto
Inserito da (redazionelda), giovedì 2 maggio 2019 21:51:00
In merito allo striscione comparso al campo da tennis, proprio di fronte al Municipio di Ravello con la scritta "Noi bambini di Ravello dove dobbiamo giocare?!?" interviene l'albergatore Gino Schiavo ma in qualità di nonno di quei bambini che oggi hanno fatto sentire forte la loro voce a chi governa la città, chiedendo spazi idonei all'attività ludico-ricreativa. Segue testo integrale di Schiavo.
Egregio Direttore,
potrò essere accusato di "conflitto di interesse" perché nonno di quattro nipoti tutti ansiosi di trovare spazi adatti ai giochi della loro età, ma permettimi qualche banale riflessione a proposito della " dimostrazione" di alcuni bambini , direi già "Cittadini", che hanno lamentato la mancanza di aree loro destinate.
E' vero, è storia vecchia, a Ravello da sempre abbiamo lamentato, da ragazzi, questa scarsa attenzione ai bisogni dei concittadini più giovani. Poi, crescendo, ognuno di noi ha rimosso o sottovalutato questa mancanza e tutto è rimasto come prima. Anzi... peggio di prima. Perché almeno una volta c'era il campetto dell'Ina-Casa (così era chiamato) meta quotidiana dei ravellesi di più generazioni fino alla sua scomparsa per le accresciute necessità abitative. Allora fu il campetto dei fratini ad ospitare a lungo, grazie anche alla passione per il calcio dell'indimenticabile Padre Andrea, ragazzi di ogni età alla ricerca di qualche ora di sport e divertimento. In seguito, prima del declino e dell'attuale ristrutturazione, fu lo storico campo da tennis (costruito negli anni 30 del secolo scorso) a dare risposta alle esigenze dei ragazzi.
Ma allora, come oggi, si ripetono scene come in un vecchio film in bianco e nero con i bonari gendarmi di turno, in anni ahimè lontani Ngiulillo e Gaetaniello (Angelo Donatantonio e Gaetano Villani) e oggi il Luogotenente Marsico, pronti a fare la faccia feroce (da veri attori ) per rincorrere e sequestrare il pallone ai birbantelli del tempo.
Eppure il paese si è evoluto, si è adeguato negli anni alle necessità dei tempi e di una società moderna, è rimasta però questa mancanza, questa colpa... che forse a noi adulti non appare tale e che invece ai ragazzi pesa ancora oggi e ancora tanto.
Non voglio perdermi in riflessioni socio-politiche, né cercare cause e colpevoli, siamo tutti protagonisti della commedia (sia detto in senso buono) che mettiamo in scena ogni giorno nella nostra cara Ravello.
E allora, mentre ci passa a fianco, forse lontano da noi o meglio sopra di noi, tutto quanto la città non vede o non vive, o non vuol vedere e non vuol vivere (Fondazione, Auditorium, Vivibilità, Traffico, Parcheggi, ecc. ecc. ), diamo un segnale ai nostri giovanissimi concittadini. Torniamo bambini almeno in questo, facciamo nostre la sensibilità e le attese degli anni più belli e cerchiamo qualche soluzione e qualche riposta alla loro domanda: "NOI BAMBINI DI RAVELLO DOVE DOBBIAMO GIOCARE?!?"
Non è facile ma cominciamo dal poco. Per esempio, in attesa che entri in funzione il campo da tennis e che poi sia per loro disponibile per qualche ora al giorno, il Comune si faccia carico di far riservare dalla attuale gestione il campo dei fratini ai ragazzi di Ravello, naturalmente dietro equo compenso e per orari determinati. E' un primo piccolo passo, ma ogni cammino o percorso comincia così. Poi se c'è volontà e sensibilità i ragazzi di oggi, una volta adulti, saranno forse iù attenti di noi alle attese dei loro figli.
Luigi Schiavo
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Fonte: Il Vescovado
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