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Lettere alla redazione

Rischio idrogeologico in Costiera Amalfitana: affrettiamoci a trovare le giuste soluzioni

Inserito da (redazionelda), martedì 2 febbraio 2021 17:16:28

Riceviamo lettera a firma di Roberto Palumbo, docente ravellese in servizio all'istituto d'istruzione superiore "Fantoni" di Clusone, nella bergamasca. E pubblichiamo.

Gentile Direttore,

ho da poco visto, di ritorno da scuola, le immagini della frana che questa mattina ha interessato Amalfi e con essa tutta la Divina Costiera. Mi sto ancora chiedendo se la Madonna o san Biagio hanno evitato il peggio, ma forse bisogna pensare che ancora una volta sia intervenuto l'intero Paradiso ad impedire che, sotto lo stupendo sole di questo 2 febbraio, giorno della Candelora, si contassero i morti. Già! Vedendo le foto mi sono domandato che cosa sarebbe successo se un bus, carico al 50% di studenti, si fosse trovato in quel momento a passare nella zona interessata dallo smottamento. Un pensiero che ho subito rimosso, ma che non ha impedito un legittimo sdegno di fronte all'ennesimo pericolo che si abbatte sul territorio della Costiera Amalfitana. Un pericolo che ancora una volta, è bene ribadirlo, deriva dal principale problema della Divina, ossia la fragilità e l'instabilità del territorio.

Già nel dicembre 2019, pochi giorni prima di Natale, ci trovammo ad assistere impotenti ad una serie di smottamenti lungo tutta la fascia costiera che confermava che la Costa d'Amalfi, celebrata ed esaltata da sempre, è un biscotto che si spappola nell'acqua, un pane biscottato, nu vscuoott, che mettiamo nell'acqua per poi preparare la caponata. Purtroppo, però, il territorio che frana non ci procura la gioia gustativa della caponata, ma ci lascia sgomenti e ci fa alzare ancora una volta lo sguardo e le mani al cielo in segno di ringraziamento.

Mi verrebbe da citare una celebre frase latina riecheggiata in questi giorni a proposito della crisi politica. Dovrei chiedermi con Cicerone "Quo usque tandem abutere, patientia nostra, Catilina?" ("Fino a quando abuserai della nostra pazienza, Catilina?").Ovviament, dovrei usare il verbo alla seconda persona plurale e Catilina sarebbe un personaggio collettivo, non un singolo responsabile. Ma oggi, di fronte a questa ennesima tragedia evitata, non è tempo di polemica, non serve puntare il dito contro Tizio, Caio o Sempronio. Tizio Caio e Sempronio continueranno a prenderci per i fondelli, per non dire altro, e a lasciare che il problema resti irrisolto o venga apparentemente risolto con qualche intervento di facciata.

Ora è tempo di agire come cittadini! A dicembre 2019 ci fu l'appello di qualche personalità del mondo della cultura sensibile alla questione, ma tutto si è concluso con un nulla di fatto se, ancora oggi, dobbiamo percorrere le strade della Costiera "con le Ave Maria in bocca", come dicevano le nostre nonne. La cultura e gli appelli degli uomini di cultura hanno più successo per altro. E lo abbiamo visto in qualche territorio della Costiera.

Ma oggi non è tempo di polemica! Dobbiamo adoperarci e insistere "al momento opportuno e non opportuno", come direbbe san Paolo, perché la tutela e la messa in sicurezza del territorio della Divina Costiera siano in cima alla lista degli impegni di tutti gli Enti preposti, dal più piccolo al più grande.

Costituiamo in ogni Paese della Costiera un comitato che, ogni giorno, pungoli le autorità, affinché si diano da fare e non accampino pretesti o continuino nell'annosa pratica dello scaricabarile. Una volta al mese questi comitati valutino lo stato delle cose, verifichino il da farsi e le modalità per agire, sempre ovviamente in maniera civile. Contattino chi di dovere, non si lascino infinocchiare da promesse che restano tali, come da anni stiamo verificando, e forse qualcuno si muoverà, anche in periodi non elettorali.

Oggi, non è tempo di polemica, ma di presa di coscienza del problema e di azioni concrete e possibilmente efficaci. Lo chiedo anche ai singoli Amministratori, dei quali rispetto l'operato e non mi permetto di giudicarlo, perché so quanto complesso sia oggi la gestione della "cosa pubblica". Se è stato fatto qualcosa, li ringrazio, ma dobbiamo prendere atto che bisogna fare molto di più, prima che sia troppo tardi. Sarebbe veramente paradossale se i cittadini della Costiera scampassero al Covid per morire schiacciati sotto le frane.

Diamoci da fare. Non ci fermi l'emergenza pandemica. Non confidiamo nella bella estate che, grazie all'indotto economico, ci fa dimenticare di stare seduti su una polveriera o meglio su rocce che franano e ci restituisce l'illusione di vivere in una terra baciata dal Cielo. Affrettiamoci a trovare le giuste soluzioni, prima che nella caponata di rocce e fango ci siano come ingredienti anche i nostri corpi.

Quella caponata sarebbe veramente difficile da digerire.

Cordialità.

Roberto Palumbo

Fonte: Il Vescovado

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