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Lettere alla redazione

Zainetti degli scolari sempre più pesanti e posture scorrette

Inserito da Salvatore Sorrentino (redazionelda), venerdì 4 dicembre 2015 16:26:36

di Salvatore Sorrentino*

Caro Direttore ti chiedo ospitalità e la cortesia di far giungere, se lo pubblichi, una copia di quest'articoletto alla Dirigente Scolastica del nostro Istituto Comprensivo. Grazie.

"Tiempe belle 'e na vota,

tiempe belle, addó state?

Vuje ci avite lassate,

ma pecché nun turnate?

Ecc., ecc."

Quassù il ritornello di una canzone carina dei tempi che furono. Mi ricorda quando andavo a scuola da scolaro; meglio ancora, da studente, ad Amalfi.

Partivo da casa con uno, massimo due quaderni in mano, o sotto il maglione, un po' pure per nasconderli. Niente matite, niente penne. A scuola, una penna, col pennino, sotto il banco; sul banco il calamaio con l'inchiostro. I figli dei benestanti portavano la penna stilografica.

Niente libri; non ne potevo comprare nemmeno; qualcuno lo compravo usato o bi-usato e conveniva lasciarlo a casa, perché ormai tutto fogli volanti.

Ed ero bravo, bravissimo. Mi meritai, alla stregua dell'allora grande ciclista, Fausto Coppi, il titolo di "Campionissimo". Senza libri. Gli zainetti nemmeno esistevano.

I figli di famiglie benestanti portavano un paio di libri, di una o più materie; magari a gruppi di due o di tre, e si prestavano per seguire, e far seguire.

I docenti non ci chiedevano niente, anzi ci incoraggiavano a prestarci i libri in classe.

Oggi la situazione è semplicemente terribile.

Vedo, ogni mattina, la mia nipotina, di meno di sette anni, partire da casa con uno zainetto (dice lei, ma a me appare più uno zaino degli Alpini della guerra 1915/18), che pesa mediamente sette chili, a volte sei, a volte otto o anche di più.

Roba da pazzi in quello zaino: da quattro a sei borselli pieni dei più svariati oggetti di scrittura, pittura, coloratura e chi più ne ha ne metta.

E cioè, penne nere, blu, rosse, di varie tonalità; pastelli, di mille colori; lei conosce i nomi di tanti colori, che io non immagino neppure; gessetti, di altrettante variazioni di tinte; pennelli di varie lunghezze e diverso spessore, con relative pasticche per colorare.

E ancora, tanti tipi di temperamatite e arnesi vari per aumentare o diminuire lo spessore delle lettere e dei disegni.

Non si capisce niente.

Ripeto: da quattro a sei borselli, pieni zeppi di questa roba(ccia).

Dopo vengono i libri. In seconda elementare, libri di varie materie. Beati loro (o piuttosto, poveracci loro, quando si godranno la fanciullezza?), alla loro età, già studiano tante materie! In verità, questi libri son piccolini; però, chissà perché, pesano 'e cane muorte, diremmo in gergo.

E ora i quaderni. Io non ci capisco niente, scrivo per aver visto e memorizzato:

un quaderno per l'italiano;

un quaderno per la matematica;

un quaderno per la grammatica;

un quaderno per l'inglese;

un quaderno per le scienze;

un quaderno per la religione;

un quaderno, forse, per la tecnologia.

Totale: sei o sette quaderni. Seconda elementare. Contro i due miei del Ginnasio di una volta.

E che quadernoni! Ognuno di essi pesa più di uno dei vecchi libri di scuola, di mia memoria.

Orbene, mi chiedo: ma a che serve tutta questa roba? È mai possibile che un docente di seconda elementare faccia usare, ai suoi alunnetti, badate, in classe, tutta st'attrezzatura? E il tempo, dove lo trova? Questo dev'essere veramente bravo, per riuscire a far usare, tutti questi articoli, a tutti i suoi numerosi alunni.

Oppure è la mia nipotina che vuole portare a scuola tutto questo peso? Ho dubitato pure di questo; però, mi son tolto la briga, qualche volta che vado incontro ai miei nipotini fin nei pressi della scuola, di soppesare gli zainetti anche di loro compagni: siamo là, chi meno, ma pure chi più, portano questo grosso peso sulle loro tenere spalle, pericolosamente sulle loro delicate colonne vertebrali.

E nessuno se ne cura. Nemmeno i loro genitori. Il fatto è che, quando ho cercato di far alleggerire il peso dello zainetto, apriti cielo: pianto, strilli, ti prego, nonno; la maestra ...! E che fai? Io ho il cuore tenero e ... cedo.

Bene!

Cioè, male. Malissimo.

Ci sono studi scientifici fatti sulla materia, studi che dovrebbero essere conosciuti soprattutto da Responsabili della Scuola: Maestri (con lettera maiuscola), in primis; Dirigenti Scolastici (con l'iniziale maiuscola), in secundis.

Poi dai Genitori, in tertiis, che ascoltano le lamentele (o scuse?) dei figlioletti, quando strillano: la maestra ... , senza rendersi conto del male, gravissimo, che arrecano ai loro piccoli allievi, ai loro figlioletti.

Gli studi scientifici, cui ho fatto appena cenno (si trovano molto facilmente su Internet), prescrivono che gli zainetti dei bambini e ragazzi che vanno a scuola non devono pesare, al lordo, più del 10% del loro peso corporeo. Cioè, la mia nipotina che pesa, vestita, nemmeno nuda, 26 chili, dovrebbe portare uno zainetto dal peso lordo massimo di due chili e sei etti. Pesa, invece, sette chili: è un mostro d'acciaio su quelle povere spallucce.

E i maestri? Zitti. E i dirigenti scolastici? Zitti. E già, una volta erano educatori nazionali, dipendevano dal ""Ministero dell'Educazione Nazionale"" (per carità, non si pensi che io sia un nostalgico, tutt'altro; è solo che io conosco un po' di legislazione francese; in Francia c'è il Ministère de l'Education Nationale). Ora sono pubblici istruttori, dipendono dal ""Ministero della Pubblica Istruzione"". Non devono educare, devono solo istruire. Ed è tutto un'altra cosa.

Forse sarebbe meglio che io cancellassi quest'ultimo periodo; può apparire pesante, quasi un rimprovero. Garantisco: non lo è. È soltanto un libero pensiero, una speranza. Fatti, per altro, da un vecchio collega, dipendente anch'egli dal medesimo ministero. Ma che si sente educatore, che sente di essere stato pure e soprattutto un educatore.

Forse il Consiglio Nazionale della Pubblica Istruzione oppure l'AGE, l'Associazione italiana Genitori, vista quest'anomala situazione, avrebbero potuto e dovuto pensare a creare un Regolamento per obbligare a educare i bambini a portare un certo peso di attrezzature scolastiche a scuola. Non l'hanno fatto.

Ci sta pensando il Parlamento della Repubblica: la Camera dei Deputati ha già approvato il Disegno di Legge, che è passato all'esame del Senato. A quando l'approvazione?

Signora Dirigente Scolastica del nostro Istituto Comprensivo, non se la sente di precedere la legge e di far approvare dal suo Consiglio d'Istituto un bel Regolamento, che possa essere di esempio a tanti Istituti d'Italia? Farebbe cosa saggia nell'interesse soprattutto della salute dei bimbi che le sono affidati.

*già docente di lingua francese

Fonte: Il Vescovado

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