Una sorta di 'protocollo disatteso' con l'annuncio del sovrintendente del Teatro alla Scala, Dominique Meyer che sale sul palco alla fine della rappresentazione di Onegin, dove Nicoletta ballava accanto a Roberto Bolle, per dare l'annuncio:

"Quando una ballerina brilla così in mezzo alle stelle da anni, si possono cambiare le regole. E dunque su proposta di Manuel Legris ho il piacere di dire che Nicoletta ha il titolo di étoile".

Nicoletta Manni scoppia a piangere per questa nomina a 'sorpresa' che non si aspettava, una sorpresa bellissima e, come detto, inaspettata.

Non succedeva dagli anni '80 che la Scala concedesse questo titolo dove l'ultima ad ottenerlo fu Oriella Dorella.

La nomina sul palcoscenico è stata una sorpresa perché Teatro alla Scala non ha questa usanza dei teatri come il Bolshoi e l'Opéra di Parigi.

"È stato tutto totalmente inaspettato e inusuale. All'inizio ho pensato a tutto tranne che a quello, ho pensato che fosse un saluto a qualcuno dell'orchestra che andava in pensione" racconta.

Poi, le lacrime di pura gioia e commozione fra gli applausi del pubblico.

"È chiaro che era una mia aspirazione grande, ma negli ultimi anni non era mai successo che alla Scala fosse nominata una étoile interna, c'era quasi un accordo sindacale e avevo perso le speranze che accadesse".

Trentadue anni, originaria di Galatina in provincia di Lecce, Nicoletta Manni alla Scala è arrivata a dodici anni per frequentare la scuola di ballo.

Dopo il diploma è andata alla Staatsballett di Berlino, per poi tornare nel corpo di ballo della Scala nel 2013 e diventare prima ballerina l'anno successivo:

"La Scala per me è innanzitutto famiglia. Qui mi sento accolta e con i colleghi è una grande famiglia: Milano e la Scala per me sono due pilastri".

Poi Nicoletta per tutte le ragazze ha un consiglio:

"Credete nei sogni e inseguiteli. Lavorate duramente. Credeteci e vivete il momento".