La morte improvvisa del commissario di Polizia Carmine Casale, avvenuta a Salerno lo scorso 28 febbraio a causa di un infarto fulminante, ha destato sgomento e incredulità anche in Costiera Amalfi.

Il commissario Casale, in servizio alla Sezione Polizia Stradale di Salerno, è stato per molti anni il responsabile e comandante del posto stagionale estivo in Costiera Amalfitana, del reparto di motociclisti della Polstrada in servizio per controllo del territorio nei periodi più caldi, di stanza tra i comuni di Maiori, Minori e Ravello.

La Costiera amalfitana era una parte del suo cuore. E proprio il suo cuore non ha retto, così racconta la figlia Barbara che in quella maledetta domenica di tre settimane fa ha visto morire il suo grande papà tra le proprie braccia in attesa dei soccorsi.

"Mio padre sosteneva che la rabbia fosse improduttiva, e dato che delle sue poche ma incisive parole ho sempre cercato di farne tesoro, mi sforzo di non arrabbiarmi, non posso però non essere profondamente delusa dal sistema - ha raccontato Barbara -. Di recente mi trovai a discorrere con lui di un vecchio caso di cronaca, risolto solo grazie alle indagini svolte da un ispettore che io definii 'un grande' e lui mi disse 'Ma qua si sta elogiando il dovuto! E questo succede quando quasi nessuno fa quello che deve fare come lo deve fare'. Non ci raccontiamo storie: mancano i mezzi, mancano gli uomini... Quello che manca è il senso del dovere! Se ognuno fosse retribuito in base ai risultati conseguiti sono certa che l'Italia funzionerebbe diversamente e gli incapaci e i poco solerti avrebbero nella società il posto che meritano.
Mio padre anche ha vissuto l'emergenza covid disponendo di pochi mezzi e di pochi uomini, ma non mancava organizzazione e coscienziosità, oltre all'umanità che mai deve mancare, in qualsiasi attività si svolga".