Tu sei qui: NecrologiCiao Salvatore
Inserito da (redazionelda), martedì 12 maggio 2020 10:49:08
di Angelo Sammarco*
Con Salvatore Pappalardo se ne va un pezzo di storia di Minori e una parte importante della vita di tanti di noi che con lui hanno condiviso tanti bei momenti.
Non ci sono parole per descrivere questa grande persona, dal cuore immenso, di una fede in Dio e nei Santi sconfinata, di una dedizione alla famiglia esemplare, di un amore incredibile per il suo paese.
Grazie a te Salvatore ci siamo appassionati al culto di San Nicola e al Convento sul monte Forcella. Salivamo in montagna da ragazzini per fare una semplice passeggiata, tu ci invitavi dentro a consumare il pranzo con te ed i tuoi figli:"Trasit', mangiat'", un ritornello che ripetevi a chiunque passasse di lì. E se uno non si voleva sedere usciva fuori la tua frase che poi racchiudeva la tua filosofia di vita:" Mang' ogg', diman' Dio c' pensa".
Piano piano siamo diventati una grande famiglia ed i tavoli e le sedie non bastavano più a contenere tutti. Tu a capotavola e noi intorno a te che quando finivi di pranzare davi il via al canzoniere, Carmè, Mamma, ‘O Suldat Nammurat', ‘A tazz' ‘e Cafè, ‘O Paes' do Sole, e noi, con i calici di vino alzati a fare il coro appresso a te. Oppure quando bell' ‘e buono ti alzavi zitto zitto e non capivamo dove andassi, poi te ne uscivi col panettone in mano per farci una sorpresa, cantanto "Tu scendi dalle Stelle".
San Nicola ce l'avevi nel sangue, d'altronde come ci raccontavi spesso:" Nel 1954 il sindaco Ciccio Di Lieto mi disse: Salvatore, queste sono le chiavi di San Nicola, vai e fai il custode". E da allora hai scritto la storia insieme ai tanti volontari che si sono succeduti nel tempo. Ti commuovevi quando ti veniva in mente di quando quel luogo sacro era ridotto ad un ricovero di pecore e capre ed ora lo vedevi finalmente come la degna dimora del Santo Vescovo, dicevi sempre:" Quello che avete fatto per San Nicola hanna scriver' rint' ‘o Vangel'". Ti ricordo seduto per tanto e tanto tempo, quando dopo la festa tutti andavano via, assorto di fronte alla statua di San Nicola. Tu ci parlavi e da lui ricevevi tutte le risposte che ti servivano.
Quando hai iniziato ad avere problemi di salute e non potevi salire più, la mattina andavi al lungomare, all'altezza di piazza Umberto e fissavi il Convento per ore pregando, ti vedevo e mi si stringeva al cuore. Tante volte ti ho detto che ti avremmo portato pure in trono lì sopra. Senza te non era la stessa cosa il Primo Maggio e gli altri eventi, tu che quando vedevi la grande folla ti brillavano gli occhi ed esclamavi:" Oggi è a chiù bella jurnat'".
Non da meno il tuo impegno per la nostra Santa Patrona. Se oggi esiste la tradizione del falò di Santa Trofimena è solo grazie a te. Iniziavi ai primi di novembre ad andare in giro con la carretta a due ruote per raccogliere la legna da ardere per il 27 novembre. Una fatica immane. All'alba, vestito da Babbo Natale, portavi le caramelle ai bambini e a sera tutti aspettavamo il rito dell'accensione do fuculizio. Se non fosse stato per te sarebbe solo un bel ricordo, invece quello che è frutto del tuo duro lavoro di anni e anni oggi è un momento tanto atteso che ognuno immortala con suo cellulare o lamacchina fotografica.
Per la Chiesa hai dato tanto, nelle processioni portavi il vessillo della "Congrega Nera" attorniato dai tuoi figli e quando non vestivi gli abiti dell'Arciconfraternita imbracciavi i piattini e con Baldassarre e altri giovani musicanti andavi ad accompagnare tutti i Santi.
E quanti fuochi hai sparato? Ogni vigilia, novena, festa, col sacco e il mortaio andavi fuori al vecchio pontile ed esplodevi i colpi scuri ed i colpi a cinque. Per te non era rumore o folklore, tu quei botti li sparavi per Santa Trofimena, per San Nicola, per la Madonna, in segno di devozione, non per altro.
E la banda "Amici dell'Anno"? Il 31 dicembre alle otto in punto partiva Salvatore e portava il Capodanno con la sua piccola banda in tutto il paese, hai anticipato quelle che poi sarebbero diventate formazioni più numerose, ma noi aspettavamo a te.
Un animo puro, senza macchia, senza peccato, mai na mala parol', ti arrabbiavi solo se ti toccavano a San Nicola, non ti ho mai visto abbattuto in vita mia, eri forte, ti adattavi a tutto, eri fiero della tua famiglia, dell'amata Giovannina e dei tuoi figli, ne hai avuti tanti e li hai cresciuti coi tuoi valori e non è un caso se oggi tutti gli vogliono bene.
Non ci vedevamo più ma per noi era importante sapere che c'eri, ci informavamo del tuo stato di salute e pregavamo San Nicola di farti stare sempre bene.
Meritavi una statua nella piazza principale, invece non ti hanno mai dato un riconoscimento ufficiale. Non fa niente, per noi sei un monumento. Non ho indugi a dire che sei stato il cittadino che ha dato di più al nostro paese. Lo dico sinceramente a nome dei tuoi ragazzi, e siamo in tanti, per me e per loro rimarrai il nostro supereroe e come tutti i supereoi non morirai mai, adesso hai solo messo le ali e sei volato in Paradiso dai tuoi amati Santi.
Cià Tatò, ti abbiamo voluto bene come un padre!!!
Fonte: Il Vescovado
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