È scomparso a 88 anni Alain Delon, uno dei volti più iconici del cinema internazionale. La notizia è stata comunicata dai suoi tre figli, Alain Fabien, Anouchka e Anthony, attraverso un comunicato diffuso dall'AFP, in cui hanno espresso il loro profondo dolore per la perdita del padre. «Alain se n'è andato serenamente nella sua casa a Douchy, circondato dai suoi cari», si legge nel messaggio.

Nato nel 1935 a Sceaux, Delon ha segnato la storia del cinema francese e mondiale con interpretazioni indimenticabili. La sua carriera decollò negli anni Sessanta, grazie a film come Rocco e i suoi fratelli (1960) e Il Gattopardo (1963), che lo consacrarono come un'icona di bellezza e stile, nonché uno degli attori più carismatici e celebrati del suo tempo. La sua immagine enigmatica e il suo fascino irresistibile hanno fatto di lui una figura di spicco nella cultura popolare europea per oltre due decenni.

Delon, noto anche per la sua vita personale turbolenta e per le sue numerose relazioni sentimentali, ha contribuito a consolidare il prestigio del cinema francese, lavorando con registi di fama mondiale come Luchino Visconti, Jean-Pierre Melville e Jacques Deray. Con quasi ottanta film all'attivo, Delon è stato spesso paragonato a Jean-Paul Belmondo, altro grande protagonista del cinema francese di quegli anni, e insieme hanno rappresentato due archetipi dell'attore maschile europeo.

Tra i suoi successi più noti, si ricordano Frank Costello faccia d'angelo (1967), diretto da Jean-Pierre Melville, e La piscina (1969), dove recitò al fianco di Romy Schneider, con cui ebbe anche una famosa relazione. Delon è stato un attore versatile, capace di spaziare tra generi diversi, dal noir al drammatico, dal comico al western, lasciando un'impronta indelebile in ciascuno di essi.

Negli anni Settanta, nonostante il successo, la sua carriera subì un lieve declino, soprattutto a causa di una certa ripetitività nei ruoli da gangster e sicario, che se da una parte consolidarono la sua fama, dall'altra limitarono la sua versatilità agli occhi della critica. Tuttavia, Delon continuò a lavorare con registi di prestigio fino agli anni Novanta, partecipando a pellicole come Nouvelle Vague (1990) di Jean-Luc Godard e Cento e una notte (1995) di Agnès Varda.

Negli ultimi anni, Delon si dedicò al teatro e alla televisione, prima di ritirarsi definitivamente dalle scene nel 2017. Oltre al cinema, si distinse anche come produttore e regista. La sua carriera è stata costellata di riconoscimenti, tra cui l'Orso d'Oro alla carriera al Festival di Berlino e la Palma d'Oro onoraria a Cannes.

Alain Delon lascia un'eredità artistica senza eguali, e la sua scomparsa segna la fine di un'epoca per il cinema europeo. La sua figura, coniugata a un fascino senza tempo, resterà indelebile nell'immaginario collettivo.