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Atrani e Positano unite nel commosso saluto a Don Carmine: «Al primo posto hai messo sempre le nostre comunità»

Tanti hanno voluto esprimere la propria gratitudine durante i funerali e il messaggio è stato chiaro e univoco: Don Carmine prima ancora della sua vita metteva al primo posto le comunità, da vero buon pastore

Inserito da (PNo Editorial Board), lunedì 5 giugno 2023 13:42:16

Commozione e gratitudine ai funerali di Don Carmine Satriano Casola, che sabato scorso ad Atrani è ritornato alla Casa del Padre Celeste.

Il parroco aveva poco più di settant'anni e da tempo stava combattendo contro una brutta malattia, che alla fine ha spento il suo sorriso.

Questa mattina, lunedì 5 giugno, a porgergli l'ultimo saluto nella Chiesa di Santa Maria Assunta di Positano, c'erano tantissimi fedeli da tutta la Costa d'Amalfi, oltre che le autorità politiche e militari.

La messa è stata officiata da Mons. Michele Fusco, Vescovo della Diocesi di Sulmona, originario della Costa d'Amalfi, e concelebrata da Mons. Osvaldo Masullo, Vicario Generale della Diocesi di Amalfi-Cava e parroco della parrocchia di San Vito Martire in Cava de' Tirreni, e Don Mario Masullo, parroco della Parrocchia di San Giovanni Battista di Vietri sul Mare.

Davanti alla bara in cui riposa Don Carmine, è stato esposto il quadro della Madonna del Bando, così come lui desiderava.

«Per tutti noi oggi è giorno di grande dolore, ma per la nostra comunità oggi è anche un giorno speciale - ha detto il sindaco Giuseppe Guida - perché ci riappropriamo di una persona che per i suoi ideali ha donato la sua vita alla missione, ha lasciato la nostra città per dedicare la vita ad altre città ad altre persone ma allo stesso tempo non ha mai dimenticato il suo gregge di Positano. E questo lo posso testimoniare anche grazie alle tante persone che mi hanno parlato in questi giorni di lui e che mi dicono che nonostante fosse fuori non ha mai dimenticato il gregge da buon pastore di Positano e l'odore delle sue pecore positanesi. Sono veramente grato ad un uomo che ha dedicato la sua vita agli altri e che con le sue attività ha saputo stare vicino alle persone. Oggi lo ringraziamo e lo affidiamo oggi al Signore. Grazie Padre Carmine».

A prendere parola anche il sindaco di Atrani, parrocchia di cui Don Carmine era parroco. «Di fronte alla morte la miglior cosa è il silenzio - ha detto Luciano De Rosa Laderchi - perché anche cercare di trovare parole che riescano a trasmettere l'incredulità, il dolore, la tristezza, la rabbia è difficile. Mi sono sforzato, anche tra commozione e rabbia, di pronunciare poche parole, magari stonate, per dire quanto sia stata importante la presenza di Padre Carmine ad Atrani e non soltanto per la comunità cattolica, quanto sia stato importante il suo esempio, il suo essere maestro di vita richiamando sempre tutti noi, ciascuno per proprio ruolo all' impegno, alla correttezza, alla lealtà. Nella sua autorevolezza Don Carmine è stata una persona semplice, sacerdote sì, ma anche un amico che non ha mai fatto mancare la sua presenza, il suo sostegno. Non finiremo mai di ringraziarlo per l'opera preziosa che ha saputo svolgere tra di noi dedicando ad Atrani ed alla comunità intera ciò che di più prezioso un uomo ha: la propria vita... E lo ha fatto senza mai esitare, ininterrottamente, senza mai ripensamento, anche nei giorni duri e difficili, quando le forze e la salute richiedevano forse anzi sicuramente una pausa. Don Carmine con la sua caparbietà è andato avanti scegliendo di essere sempre accanto al suo popolo. Riporto le parole di Papa Francesco: "La morte non è l'ultima parola sulla sorte umana perché l'uomo è destinato ad una vita senza limite che ha la sua radice e il suo compimento in Dio". Ecco, ripensando a queste parole adesso sento meno tristezza nel salutarti. Ciao Don Carmine, grazie per tutto quello che hai fatto per la nostra comunità. Atrani non ti dimenticherà».

Commoventi anche le parole degli adorati nipoti, che lo hanno definito «un punto di riferimento, una luce nei momenti più bui, un grande uomo, un padre, un fratello, un amico per tutti». «Hai sempre avuto una parola d'incoraggiamento e di conforto per ognuno di noi, hai dedicato tutta la tua vita alla Chiesa e ai tuoi fedeli per il tuo servizio di buon pastore, trascurando anche te stesso e la tua salute, soffrendo in silenzio senza mai lamentarti. Ti ringraziamo per gli insegnamenti che ci hai lasciato e per l'amore che ci hai sempre riservato. Il nostro unico rimpianto è non averti potuto vivere quotidianamente, ma speriamo che in questi ultimi mesi ti sia arrivato tutto il nostro affetto. Ci mancherà il tuo carisma, il tuo sapere sempre dire la cosa giusta nel modo giusto con parole semplici che ti arrivano direttamente al cuore. Sarai sempre il nostro zio speciale».

«Ci sono esempi impercettibili, quasi invisibili, lasciati inconsapevolmente da chi con grande umiltà e nobiltà d'animo ha sempre agito incurante della gloria personale e della notorietà durante tutto il percorso affannoso della propria esistenza, che a volte appare inesorabilmente molto breve, ma si sa... La vita appare breve solo a chi ha dato tanto. Questi esempi non possono passare inosservati, specialmente in un piccolo paese come Atrani, caro don Carmine. La tua repentina scomparsa ci ha a dir poco sconvolti». Queste le parole pronunciate da David Liotti, presidente del Comitato Festeggiamenti Santa Maria Maddalena di Atrani, che ha continuato: «Incancellabile nella nostra mente resta il ricordo di come la passione, l'attaccamento alla tua parrocchia, il tuo forte sentimento verso le tradizioni e le ricorrenze della comunità atranese hanno contraddistinto ogni momento della tua intensa vita. Solo una cosa ti stava a cuore: la comunità, la comunità parrocchiale nel suo significato più nobile della parola, una comunità in crescita, coesa nell'unità, nella pace e nella collaborazione di tutti e tutti abbiamo apprezzato quella semplicità che ha fatto di te un insostituibile compagno di viaggio proprio in uno dei tanti momenti per noi di smarrimento, di confusione e di difficoltà. Un grazie per la tua infinita pazienza con tutti noi: in ogni settore hai saputo lasciare spazio alle persone per l'organizzazione e per le proprie idee e anche di questo non possiamo che esserti grati nella consapevolezza di non essere stati sempre parrocchiani facili, grazie per come hai cercato d'infonderci coraggio per le nostre battaglie non affatto semplici, non l'hai fatto solo a parole ma con l'esempio concreto di chi in prima persona ha accettato umilmente una sfida ed ha risposto con i fatti tutti i giorni condividendo accanto a noi gli affari, le preoccupazioni della vita quotidiana, anche quando ciò significava mettere in gioco la propria figura di sacerdote, sì, sacerdote come tu amavi definirti, ovvero colui che interpreta la propria vita come una missione. Inutile nasconderlo, con la tua dipartita, caro Don Carmine, hai portato con te un po' di ognuno di noi, ma una cosa è certa: molto di te rimarrà in noi perché molto hai voluto e saputo dare, Don Carmine. Noi ci siamo raccontati tanto fino all'ultimo pomeriggio, quando ancora una volta hai cercato di nascondere la tua sofferenza, e tanto ancora potevamo raccontarci. "David carissimo", mi dicesti un giorno, e me lo dicesti da vero uomo sincero: "Vedi David, è molto semplice, per dare un senso alla nostra vita sono due le domande a cui se vogliamo possiamo e dobbiamo dare una risposta sempre: Per chi lo fai? Perché lo fai?". E questi insegnamenti inconfutabili, autentici che ci hai dato non solo come sacerdote, ma soprattutto come uomo nobile e mite, ci infondono la consapevolezza di volerci elevare ogni giorno proprio attraverso quelle semplici azioni quotidiane. Da oggi saremo un po' più soli, è vero, ma anche sicuri che se volessimo ritrovare la strada giusta basterà domandarci "Per chi lo fai? Perché lo fai?". Grazie di cuore, Don Carmine, per tutto quello che ci hai lasciato, che il Signore ti faccia splendere nella sua luce eterna».

All'uscita dalla chiesa, il feretro è stato portato a spalla dai portatori di Santa Maria Maddalena, accompagnato da un corale applauso pregno di gratitudine.

Fonte: Il Vescovado

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