Di Maria Abate

«Per me è un privilegio essere in un territorio ricco di bellezze paesaggistiche, ambientali e culturali come la Costiera Amalfitana».

Così il Capitano della Compagnia dei Carabinieri di Amalfi Alessandro Bonsignore, che nel mese scorso ha preso il posto del pari grado Umberto D'Angelantonio.

Classe '92, Bonsignore è nato a Roma, dove ha frequentato le scuole dell'obbligo e il liceo, per poi entrare nell'Accademia militare di Modena (due anni) e nella Scuola Allievi Ufficiali Carabinieri (tre anni), dove ha terminato gli studi laureandosi in Giurisprudenza.

Terminato il corso, il primo trasferimento è stato a Bologna, dove ha comandato un plotone al Quinto Reggimento Carabinieri che si occupa di ordine pubblico. Dopo due anni, Bonsignore è stato designato, per un biennio, alla guida del Nucleo Operativo della compagnia di Catania "Fontanarossa", in un territorio ad alta densità criminale e dal tessuto urbano degradato, che gli ha consentito di fare esperienza delle più svariate fattispecie di reato.

Quindi l'esperienza alla prima sezione del Nucleo Investigativo del Comando provinciale di Torino, dove ha avuto a che fare con omicidi e criminalità organizzata. A fine agosto l'insediamento ad Amalfi.

«In tutti questi anni a sostenermi c'è stata la mia famiglia, che mi ha consentito di vivere con grande serenità tutti i percorsi che ho fatto nelle varie città d'Italia, perché per me è stata fondamentale la sua vicinanza ovunque andassi», ha raccontato il Capitano, che è sposato dal 2018 e ha tre figli.

Da poco meno di un mese ad Amalfi, Bonsignore ha già iniziato a rendersi conto delle problematiche del territorio: «Quelle che ho visto sono forme di illegalità che si possono contrastare con attività di prevenzione e di repressione: dalle truffe agli anziani ai furti in abitazione, dalle violenze in ambito familiare agli incendi dolosi, dall'abusivismo edilizio allo spaccio di sostanze stupefacenti».

La strategia di contrasto a queste problematiche, ha dichiarato il Capitano, «si basa su tre parole chiave: sinergia, formazione e ascolto. Sinergia con gli attori istituzionali del territorio per valorizzare la presenza dello Stato con tutte le sue articolazioni: Comuni, enti ecclesiastici, Prefettura, Questura, Procura ordinaria e minorile, le altre forze di polizia. È insieme a loro e con loro che vorrei affrontare le problematiche perché penso che in questo modo si possa esponenzialmente migliorare anche l'operatività dell'Arma. Formazione per me vuol dire entrare nei plessi scolastici, nei circoli ricreativi e culturali per cercare di parlare a giovani e non solo di cultura della legalità e di tutti quei fenomeni che noi possiamo approfondire sul territorio. La terza parola chiave si ricollega alle altre: l'ascolto delle necessità di tutti, anche l'ascolto dei giornalisti può far recepire le istanze dei cittadini. Essendo una comunità abbastanza ridotta spero di poter conoscere personalmente i cittadini, stringere un rapporto diretto con loro».

Ma non sono mancati i ringraziamenti: in primis, al predecessore «per il lavoro che ha fatto: lo vedo dal personale di questo reparto, dall'attività operativa, dalla situazione dell'ordine e della sicurezza pubblica in questo territorio. Si è impegnato in questi quattro anni senza riserve e di questo lo ringrazio perché mi lascia in eredità una compagnia meravigliosa, che sono onorato di poter comandare. Ringrazio anche il capitano Roberto Martina, che conosco personalmente, per il prezioso lavoro che ha fatto per questa comunità. Ringrazio i comandanti di stazione per il loro lavoro, perché sono tutti formati e preparati, ma soprattutto vicini alle comunità di cui sono responsabili, sono perni fondamentali per la nostra istituzione».

Il Vescovado, anche a nome degli affezionati lettori, vuole esprimere i più sinceri auguri al nuovo Capitano Bonsignore, affinché la sua leadership possa portare sempre più sicurezza e prosperità alla nostra comunità. In bocca al lupo e benvenuto tra noi!