di Massimiliano D'Uva

«Nessuna fotografia, nessun video, nessuna immagine, nessun racconto può indicarci le qualità della struttura e la sensazione di quando ci si arriva per la prima volta: è veramente struggente». A pronunciare queste parole è Andrea Zana, general manager, alla fine dell'emozionante video intervista realizzata ad alcuni protagonisti dell'ospitalità firmata "Il San Pietro di Positano", a cui è stato chiesto di raccontare le emozioni trasmesse da questa struttura.

Parto dalla fine perché ogni volta che sento la necessità di trattare personalmente un argomento inerente un luogo a me caro ho la paura di esagerare, di farmi trasportare dal sentimento di amicizia che mi lega alla proprietà o, cosa ancora peggiore, del rapporto di collaborazione che esiste ormai da anni.

E con questa premessa non posso che essere d'accordo con il direttore Zana, aggiungendo solo che se è vero che la prima volta la bellezza struggente di questo luogo può regalare la stessa emozione di un amore a prima vista, è altrettanto vero che ogni volta che vi si fa ritorno, quell'amore appare più intenso, più vero.

Osservando il video, il parallelo è d'obbligo con le teorie dell'albergatore tedesco Hermine Bareiss, imprenditore, oggi ottantenne, il cui nome è collegato a uno dei resort di lusso più importanti in Europa, secondo cui l'ospitalità funziona ed ha successo solo grazie al lavoro di squadra e per rendere felici i clienti c'è bisogno che lo staff sia felice e viva la struttura con lo stesso piacere e trasporto degli ospiti.

Piacere e trasporto sincero che si percepiscono al primo buongiorno, ovunque siate nella struttura, qualunque sia la ragione che in quel momento vi porta al San Pietro.

Non voglio spoilerarvi ulteriormente questo video, un esercizio di stile non fine a sé stesso, ma bensì una best practice che regala a tutti gli amanti del bello quella visione che ancora oggi incarna il sogno che fu di Carlino Cinque, vivo nel lavoro quotidiano delle donne e degli uomini de Il San Pietro di Positano.