Tu sei qui: Notizie, LifestylePassione per i motori e solidarietà verso chi è meno fortunato: la storia del meccanico Fabrizio Bisogno di Cava de' Tirreni /foto
Inserito da (Admin), lunedì 14 novembre 2022 09:04:02
Non è passato inosservato l'articolo firmato da Annalaura Ferrara e pubblicato dalle colonne de "la Città", nella pagina della città Metelliana dedicato al meccanico cavese Fabrizio Bisogno.
Cresciuto a pane e motori, all'interno dell'officina di famiglia, oggi Fabrizio, trentenne, è un esperto di meccatronica, con le competenze di un meccanico e, necessariamente, quelle di un informatico prestato all'elettronica avanzate delle automobili moderne.
Una passione ereditata dal papà quella di Fabrizio che dal 2015, durante il Gran Premio d'Italia a Monza, insieme alla sua compagna, ha acceso la scintilla della Formula 1.
Impossibile oggi per lui stare lontano dalle gare e, ogni volta che può, è presente alle corse sia nei circuiti italiani che europei: «Ho avuto - ha dichiarato Bisogno nella sua intervista a la Città - la possibilità di accedere all'area paddock e stare dietro le quinte del mondo della Formula 1 grazie ad alcuni fornitori. Così negli anni, ho iniziato a conoscere persone ai vertici del motosport: ingegneri, piloti e meccanici come il mio idolo Francesco Cigarini»
Da tifoso delle rosse di Maranello, chiaramente, Fabrizio ha incontrato più volte il pilota Ferrari Charles Leclerc, con il quale ha girato anche un video per la città di Cava de' Tirreni.
Il giovane meccanico cavese ha avuto l'onore di incontrare piloti che hanno fatto la storia della Formula 1 come Niki Lauda, scomparso lo scorso 21 maggio, Jackie Stewart, Mika Hakkinen, Alain Prost e tanti altri, compresi i piloti di nuova generazione come Lewis Hamilton, Max Verstappen, Fernando Alonso, Daniel Ricciardo, George Russel e Lando Norris.
Lo abbiamo raggiunto telefonicamente per farci raccontare l'episodio che gli ha fatto comprendere la bellezza della condivisione di questa passione con le persone più fragili, ecco quello che ci ha raccontato: «Amo il mio lavoro da sempre, sono cresciuto nell'officina di papà, e mi piaceva collezionare gadget dei brand più blasonati, Ferrari in primis. Ero riuscito ad avere una maglietta autografata da Vettel quando, all'uscita della Pit Lane il mio sguardo incrociò quello di un bambino meno fortunato che, insieme ad alcuni familiari e in mezzo a migliaia di persone, cercava qualche pilota per avere un autografo. Non so spiegare cosa accadde ma l'istinto fu di sorridergli e di consegnargli la maglia che avevo, insieme ad altri gadget appena ottenuti. In quel momento ho capito che rendere felice gli altri fa bene a noi stessi.»
Da quell'incontro, per Fabrizio indimenticabile, la raccolta di cimeli, gadget ma anche pezzi unici di monoposto, è diventata un'occasione di solidarietà, da condividere con quanti non hanno avuto la sua stessa fortuna e ogni giorno combattono contro con una disabilità riuscendo ad alimentare la sua stessa passione per i motori e le auto supersportive.
Fonte: Il Portico
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