Sono ancora in corso, a Minori, i lavori per il restauro, la manutenzione e la dislocazione della "Fontana dei leoni", un intervento deciso nel 2016 con l'approvazione del Piano Urbanistico Comunale.

In Piazza Umberto I, l'originaria collocazione dove l'antica fontana dovrà tornare, si è avviato nelle scorse ore un cantiere per la predisposizione del luogo, con il sollevamento del basolato, in vista dello spostamento.

Sul lungomare California, dove attualmente è la fontana, sorgerà invece un parcogiochi, come assicurato nel consiglio comunale dello scorso 29 dicembre dal sindaco Andrea Reale.

Ed è sempre il Primo Cittadino a rivelarci che i lavori dovrebbero terminare prima di Pasqua, quindi nella prima metà di aprile.

«L'esigenza di trasferire l'antica fontana dei leoni dall'attuale collocazione in piazza California, a quella originaria, la moderna piazza Umberto I, un tempo denominata piazza del Popolo, scaturisce da alcune riflessioni. Il riutilizzo, nell'Ottocento, dei leoni a guisa di fontanili testimonia l'intenzione, da parte dell'Amministrazione del tempo, di voler dotare i cittadini di un utile servizio idrico nella piazza più antica e popolare di Minori. Gli eventi bellici del ‘15-'18 tuttavia spinsero, per elevato e motivato senso civico, a realizzare nel 1924 un Monumento ai Caduti della Guerra, che andò ad occupare il posto della fontana pubblica, tristemente decentrata all'estremità orientale della spiaggia, perdendo così la funzione di centro di aggregazione svolto fino ad allora. Ben presto anche il Monumento ai Caduti cambiò destinazione lasciando vuoto e senza una peculiare identità lo spazio della piazza. Una volta recuperata nella sua integrità e riportata nella sua dignitosa collocazione originaria, un po' più discosta dal mare, la fontana dei leoni verrebbe restituita alla fruizione di tutti, anche di coloro che ne ignorano l'esistenza perché defilata rispetto al centro antico e poco visibile in uno spazio soffocato da strutture turistiche e balneari».

Queste le ragioni dell'intervento spiegate dalla dichiara la soprintendente archeologica Lina Sabino.

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