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Campania, coronavirus, contagi, dpcm, zona arancione, De Luca

Campania verso la zona arancione, il disappunto di De Luca: «L’ultimo Dpcm non frena gli assembramenti»

«L’ultimo dpcm - scrive De Luca - stabilisce il blocco della mobilità dalle 22 alle 5. Sembra francamente che sia una misura più che contro il Covid, contro il randagismo, visto che non interessa il 99 per cento dei cittadini. Ma la cosa grave è che, nel frattempo, non si decide nulla rispetto alle decine di migliaia di persone che, nei fine settimana, nelle domeniche, si riversano in massa sui lungomari e nei centri storici, senza motivi di lavoro o di salute, e nell’assenza di ogni controllo»

Inserito da (Maria Abate), mercoledì 4 novembre 2020 16:20:00

Il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha firmato il Dpcm del 3 novembre contenente le nuove misure per fronteggiare l'emergenza epidemiologica da Covid-19.

Nel Dpcm, che avrà validità dal 5 novembre al 3 dicembre, «sono individuate le Regioni che si collocano in uno "scenario di tipo 4" e con un livello di rischio "alto"». E tra queste non c'è la Campania. Nella zona rossa figurano Lombardia, Piemonte, Calabria, forse Alto Adige e Valle d'Aosta. Mentre la Campania sarà nella zona arancione insieme a Puglia, Sicilia, Liguria e Veneto. Tutte le altre regioni sono zone gialle. Lo dirà a breve l'ordinanza del Ministero della Salute che individua le tre fasce di Regioni a seconda del rischio sanitario e della capacità di risposta del sistema.

In Campania, dunque, sarà vietato ogni spostamento, in entrata e in uscita, dalla Regione (salvo che per comprovate esigenze di lavoro, salute e urgenza), ma anche verso un comune diverso da quello di residenza, domicilio o abitazione, salvo che per comprovate esigenze lavorative, di studio, per motivi di salute, per situazioni di necessità o per svolgere attività o usufruire di servizi non sospesi e non disponibili nel proprio comune. Saranno sospese le attività dei servizi di ristorazione, fra cui bar, pub, ristoranti, gelaterie, pasticcerie, ma potranno continuare a vendere cibo da asporto (fino alle 22) o consegnarlo a domicilio. Escluse le mense e il servizio catering. Centri commerciali chiusi nei giorni festivi e pre-festivi, ma rimarranno aperti negozi alimentari, farmacie, parafarmacie ed edicole collocati al loro interno; negozi chiusi, fatta eccezione per le attività di vendita di generi alimentari e di prima necessità, sia nell'ambito degli esercizi commerciali di vicinato sia nell'ambito della media e grande distribuzione, anche ricompresi nei centri commerciali mercati chiusi, salvo le attività dirette alla vendita di soli generi alimentari.

Nelle regioni individuate ad alto rischio, invece, è vietato ogni spostamento in entrata e in uscita dai territori, e perfino gli spostamenti all'interno del territorio, salvo che per comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità o per motivi di salute. L'impianto del provvedimento prevede, inoltre, misure uguali per tutto il territorio nazionale come la limitazione agli spostamenti serali che scatta dalle 22 alle 5 del mattino e la didattica a distanza per le scuole superiori, e norme regionali che saranno calibrate a seconda dell'indice dei contagi e della tenuta del sistema sanitario, a cominciare dai posti disponibili nelle terapie intensive.

Alle perplessità manifestate fino all'ultimo dalle Regioni, il governo ha risposto con una lettera firmata dai ministri Francesco Boccia e Roberto Speranza che assicurano il coinvolgimento, attraverso la cabina di regia, di ciascuna regione nella definizione delle misure più stringenti. Ma pochi minuti fa, con un post pubblicato su Facebook, il governatore della Campania Vincenzo De Luca ha manifestato «perplessità rispetto al decreto e alle sue incongruenze».

«L'ultimo dpcm - scrive De Luca - stabilisce il blocco della mobilità dalle 22 alle 5. Sembra francamente che sia una misura più che contro il Covid, contro il randagismo, visto che non interessa il 99 per cento dei cittadini. Ma la cosa grave è che, nel frattempo, non si decide nulla rispetto alle decine di migliaia di persone che, nei fine settimana, nelle domeniche, si riversano in massa sui lungomari e nei centri storici, senza motivi di lavoro o di salute, e nell'assenza di ogni controllo».

«Ci si domanda inoltre, cosa sia cambiato rispetto ai due mesi passati, nel corso dei quali il ministro dell'Istruzione ci ha ripetuto che mai e poi mai si sarebbe chiusa l'attività all'interno delle scuole. Si sono perse settimane preziose e nel frattempo sono aumentati in modo pesante i contagi anche nella fascia 0-18 anni. In più, si prevede per i bambini delle elementari l'obbligo di indossare in classe la mascherina. È francamente sconcertante», ha aggiunto.

«Si trovano nel dpcm - ha dichiarato il Governatore - anche misure utili e significative. Ma è evidente la linea generale assunta dal Governo: anziché scegliere in modo chiaro la linea della prevenzione del contagio, si sceglie di intervenire dopo che il contagio è esploso. È una linea poco responsabile e soprattutto poco efficace dal punto di vista dei risultati. Con l'aggravante di questo calvario di disposizioni, parziali e a getto continuo, che crea sconcerto fra i cittadini, divisione tra le categorie, tensioni sociali. In più non si è data a tutti i cittadini la percezione della drammaticità della situazione, spingendo tante persone, anche per la mancanza di controlli rigorosi ed efficaci, verso comportamenti di lassismo o di vera e propria irresponsabilità».

E poi ha chiosato: «Avevamo chiesto al Governo tre cose precise: misure immediate di ristoro o di detassazione, congedi parentali per le madri lavoratrici dipendenti, con retribuzione piena e bonus baby sitter per le lavoratrici autonome, misure omogenee e semplici su tutto il territorio nazionale, dato che il contagio è ormai diffuso in tutto il paese. Queste richieste non sono state accolte. Si assumerà il Governo la responsabilità sanitaria e sociale conseguente alle sue scelte, sempre ritardate, e sempre parcellizzate».

Fonte: Occhi su Salerno

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