Tu sei qui: PoliticaCrisi a Palazzo, Cuomo mediatore
Inserito da (admin), lunedì 11 ottobre 2004 00:00:00
La crisi del Palazzo tutta in salita. I responsabili provinciali della Casa delle Libertà provano a riprendere il discorso. Cirielli irremovibile sulla sua posizione. Cuomo dà appuntamento all'incontro ufficiale di oggi delle delegazioni provinciali: all'ordine del giorno la crisi di Cava. Intanto, An ha presentato la richiesta di convocazione del Consiglio comunale. Sempre più accidentato, dunque, il percorso per la soluzione della crisi. Nella serata di giovedì, nel corso di un incontro televisivo, Cuomo, Cirielli e Salsano hanno provato ad aprire un dialogo sui tempi scottanti della Casa delle Libertà, ed in particolare sulla crisi a Cava. Chiare le difficoltà a muoversi all'indomani di uno strappo da una parte (An) e di una frustata dall'altra (Messina). Tuttavia, i partiti ci hanno provato ed hanno illustrato le posizioni. Duro ed irremovibile Cirielli per An, conciliante l'Udc con Salsano, mediatore Cuomo, pur difendendo la posizione di Messina. Cirielli è scettico: «Il nostro strappo è politico e certamente non spinto da richieste di posti al sole. E' l'inversione di un modo di gestire. Inconcepibile il comportamento di dirigenti che fanno politica, scavalcando assessori e sindaco. Se non si creano condizioni di chiarezza nei rapporti e nella gestione non alle nostre condizioni, ma a quelle che la città chiede con forza e di cui noi siamo gli intercettori, il dialogo è tra sordi». Cirielli, però, è preoccupato per la tenuta della Casa delle Libertà. Ciò potrebbe favorire il lavoro avviato da Cuomo, fiducioso perché sa che c'è una forte richiesta di unità che sale dalla base del centrodestra dopo lo schiaffo delle provinciali, ma sa anche che troppo spesso gli interessi locali, gli scontri, le faide, possono influire pesantemente sulle scelte politico-amministrative. E ciò spiega il lavorio di Durante, Barbuti e Petrillo a livello locale. La riprova del grado di difficoltà in cui si è costretti a muoversi è la richiesta della convocazione del Consiglio comunale da parte del gruppo di An, con all'ordine del giorno la modifica dello Statuto comunale. Pare che si voglia ripristinare la norma che prevedeva che una seduta è valida quando sono presenti la metà più uno dei consiglieri, cioè 16. Attualmente, è valida con 11 consiglieri. Una modifica che passò con il voto favorevole di Forza Italia, Udc ed An. Una provocazione per accelerare i tempi di una nuova verifica o per saggiare l'unità della maggioranza?
Fonte: Il Portico
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