Il gruppo Progetto per Minori affida ad una nota la replica alla notizia del rinvio a giudizio per diffamazione dei consiglieri Mormile e Proto. «Come da prassi consolidata - si legge - Reale si rivolge ai giudici pensando di poter arrestare la nostra azione di trasparenza intrapresa. Siamo estremamente sereni e fiduciosi, dimostreremo in giudizio con i fatti e con atti inequivocabili la veridicità di tutto ciò che abbiamo scritto.

Il suo accanimento personale - aggiungono Mormile e Proto - è sotto gli occhi di tutti: è agli atti del comune la sola procedura di acquisizione a patrimonio pubblico di una proprietà di congiunti del capogruppo (secondo l' art 31 comma 4 DPR 380), dettata da un suo accanimento che ha tra l'altro creato un precedente che coinvolge altri 100 cittadini minoresi che si trovavano nelle medesime condizioni e che mai nessun amministratore dagli anni Settanta in poi aveva sollevato. Ad oggi il caso di revoca in autotutela di una concessione edilizia a Minori resta solo quello della suocera di Mormile».

I due rappresentanti del gruppo civico sottolineano che «la politica dovrebbe restare fuori dalle aule di tribunale, ma la sua prerogativa (Reale, ndr) di ricorrere alla giustizia è ben nota in paese. Del resto nelle ultime occasioni di confronto politico di certo non ha brillato per le sue capacità di mediazione, per cui questa forse è l'unica arma che gli rimane».